Uboldo, i campioni del basket Varese salgono in cattedra
UBOLDO – lunedì mattina oltre 200 ragazzi dell’istituto comprensivo Alessandro Manzoni di Uboldo hanno incontrato Janar Talts, Bruno Cerella e Nicola Bertoglio.
I tre giocatori della Pallacanestro Varese, dopo una breve presentazione, hanno risposto alle tantissime domande e quesiti posti dai ragazzi sulla professione di giocatore, sull’alimentazione e sulle dinamiche di un gruppo che continua ad essere protagonista nel campionato di Serie A.
Tra i numerosi argomenti affrontati i tre biancorossi hanno raccomandato ai ragazzi di non trascurare mai lo studio, sostenendo che è possibile anche per chi ha fatto del basket una professione conciliare i libri con allenamenti, partite e trasferte. E proprio il giovane Nicola Bertoglio è l’esempio di come la cosa sia possibile: la guardia di Gallarate studia infatti medicina e quando va in trasferta viaggia con i libri per restare alla pari con gli studi. L’incontro di Uboldo si è concluso con l’immancabile foto di gruppo con i tre giocatori simpaticamente mescolati fra gli studenti. Il prossimo incontro di “Basket: una scuola di vita” è in programma lunedì 11 marzo alla scuola primaria di Malgesso.
Ecco come l’insegnante Maria Misdea ha raccontato l’insolita giornata di scuola.
Oggi nella nostra scuola media “A. Manzoni” sono stati ospiti alcuni campioni della squadra di serie A Varese basket.
E’ un progetto di intercultura, cui la nostra preside ha voluto aderire con grande forza, per portare ai ragazzi messaggi sani legati allo sport ossia di quanto sia utile oltre importante per la crescita fisica e psicologica, quindi formazione a tutti gli effetti dei giovani.
L’incontro ha visto i campioni presentarsi, mettendo in evidenza la loro origine, Argentina, Ucraina e Italia, e ribadendo di quanto la multietnicità sia fonte di ricchezza, di accrescimento umano e di importante unione di forze e caratteri diversi dovuti anche alle varie culture. Altra cosa importante è che hanno puntato l’attenzione sul rispetto degli altri e del gioco di squadra, anche in senso di aiuto reciproco o momenti di riflessione e confronti per decidere sulle strategie da adottare, di quanto lo sport richieda sacrificio impegno e molte ore di allenamento oltre alla cura e adozione di sana alimentazione e di conoscenza del proprio corpo in ogni minimo particolare. Anche il giocatore più giovane ha tenuto a dire che non è titolare ma riserva, grande umiltà, ma che comunque quando gioca si sente onorato di far parte del gruppo, senza abbandoare un altro aspetto importante della vita ossia lo studio, infatti è alprimo anno di medicina.
La seconda parte ha visto interagire i giocatori con i ragazzi rispondendo alle loro domande, poi autografi e grande disponibilità alle foto. Altro aspetto fondamentale la raccolta fondi per la costruzione di una scuola in Burundi. Questa la ns magnifica esperienza di scuola e di vita.
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06032013