Due giugno: il discorso del sindaco Luciano Porro
SARONNO – Di seguito il discorso preparato dal sindaco Luciano Porro e letto in piazza Libertà durante le celebrazioni del 2 giugno dopo il lancio dei paracadutisti.
Autorità civili, militari, rappresentanti delle Associazioni, carissimi concittadini saronnesi, a distanza di 68 anni abbiamo ancora la possibilità e il dovere di celebrare il 2 Giugno, Festa della Repubblica e della Costituzione. Il 2 Giugno 1946 rimane infatti una data fondante per il nostro Paese, ed alla stessa stregua del 25 Aprile 1945, costituisce la nascita ed il consolidamento di un assetto democratico lungamente perseguito, la Repubblica Italiana, unica ed indivisibile, quella nata dalla Lotta di Liberazione e dalla Resistenza che ci ha consegnato i valori di Libertà, Uguaglianza, Fraternità, e fatti propri dai Padri Costituenti che ne riversarono i significati nella Costituzione Italiana del 1948.
Oggi, all’indomani delle elezioni per il parlamento Europeo che si sono tenute domenica 25 maggio scorso, credo debba esserci da parte di ciascuno di noi il dovere di testimoniare in maniera forte e convinta ed anche orgogliosa l’appartenenza a questo nostro Paese, l’Italia, pienamente inserito e integrato nell’Unione Europea. Dal voto è uscita un’Italia più forte, più convinta delle proprie possibilità e delle proprie speranze, impegnata in uno sfidante e serio progetto di cambiamento, sia qui, in Italia, che in Europa, per contribuire a realizzare un Paese e una Comunità Europea che mettano al centro le persone, le famiglie, il lavoro, più che la finanza e il capitale.
Il futuro dovrà concretizzarsi a partire proprio nel nome di questa speranza e in nome di quanto scritto nella nostra Carta Costituzionale. Ecco perché, oggi, 2 giugno 2014, leggerò con voi alcuni articoli della Costituzione della nostra Repubblica, i primi, quelli che tutti noi dovremmo imparare a conoscere bene e soprattutto a rispettare e a far sì che possano trovare piena realizzazione. Purtroppo così ancora non è, a cominciare dall’articolo 1.
Art. 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo;
adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.
Art. 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Art. 7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 10
L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Art. 11
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Art. 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.
Carissimi tutti, questi che vi ho letto sono i primi articoli della nostra Costituzione, li dobbiamo considerare come una stella polare per il nostro impegno di cittadini, liberi, accoglienti, rispettosi, capaci di guardare il presente partendo dalle responsabilità che ci sono state consegnate dai Padri Costituenti, sia, soprattutto, guardando al futuro con occhi nuovi, quelli di una speranza che superi le tribolazioni e le fatiche dell’oggi, per costruire il nostro domani in nome della democrazia, della fraternità e della pace, ma anche del lavoro e della dignità di ogni uomo.
Viva l’Italia, viva la Repubblica.
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Commenti
ma è stato un discorso o la prima lezione di educazione civica di prima media?