Lav: “Fermate la sagra del cinghiale, quello selvatico è protetto”
SARONNO – Durissima presa di posizione della Lav di Saronno e di Rho contro la kermesse iniziativa ieri a Caronno Pertusella. Da finire nel mirino il “cinghiale selvatico” a cui è dedicato l’evento. All’origine della diffida, che auspica un intervento dell’Asl e chiede la sospensione della sagra in base alla legge nazionale che vieta di commercializzare fauna selvatica morta. Ecco in versione integrale la nota che si conclude con l’auspicio di un intervento delle istituzioni.
La Lav (Lega Anti Vivisezione) diffida la sagra del cinghiale selvatico, come si evince dalla pubblicizzazione della stessa, che si svolgerà nei giorni 19 -20-21-26-27-29 settembre presso il Parco Avogadro di Caronno Pertusella e ne chiede la sospensione, in quanto la Legge Nazionale n.157/92 sulla tutela fauna selvatica vieta a chiunque di commercializzare fauna selvatica morta, non proveniente da allevamenti, nelle sagre o manifestazioni di carattere gastronomico auspicando altresì un controllo sanitario da parte dell’Asl competente e del Cfs.
La sede Lav di Saronno e la sede di Rho chiedono che queste feste, le quali ricordano quanto sia terribile la caccia, vadano abolite, considerando anche il fatto che oramai la stragrande maggioranza delle persone è contro la pratica venatoria. Invitiamo quindi le istituzioni a non dare più spazio a queste iniziative.
(foto d’archivio)
20091980
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Commenti
Le carni dei selvatici abbattuti nell’esercizio di attività venatoria, possono avere la seguente destinazione:
autoconsumo da parte del cacciatore;
cessione diretta al consumatore finale o ad esercizi di vendita al dettaglio e di somministrazione a livello locale, limitatamente ad un capo intero di selvaggina grossa e a 500 capi di piccola selvaggina per cacciatore e per anno; il cacciatore ha l’obbligo di documentare la provenienza del selvatico (clicca qui per scaricare l’allegato) e l’esito favorevole delle analisi per la ricerca del parassita Trichinella nelle carni delle specie sensibili (cinghiali), mentre il dettagliante che acquista (macellaio, ristoratore ..) ha quello di acquisire e conservare tale documentazione;
commercializzazione previo invio ad un centro di lavorazione della selvaggina per essere sottoposte ad ispezione sanitaria e, se riconosciute idonee al consumo, sottoposte a bollatura sanitaria; anche in questo caso il cacciatore ha l’obbligo di documentare la provenienza del selvatico.
La verità è che siamo il paese al mondo con più leggi e divieti inutili e ridicoli con il risultato che si finisce spesso col non controllarne l’applicazione e col non rispettarle,
C’è bisogno di una legge per regolamentare il consumo della carne di cinghiale nelle feste paesane? Ma perchè? Non viene puntato il fucile alla testa a nessuno per andare a queste sagre, semplicemente se uno è contrario a questa cosa basta che non la frequenti.
Inoltre stiamo parlando di cinghiali, non dell’orsetto panda o della balena!
Non è possibile che ogni corporazione proponga una nuova legge a difesa delle proprie idee in questo paese,
Non c’è una legge che regolamenta il consumo di cinghiale nelle sagre, c’è una legge che regolamenta il consumo di carne da selvaggina selvatica. Sono due cose molto diverse e il motivo è molto semplice, il controllo sanitario che spesso avviene solo in parte mentre a volte potrebbe non esserci stato.
La LAV ha una posizione “integralista” e in questo caso sbagliata, anche dal punto di vista giuridico… l’Asl puà solo accertatre che la carne di cinghiale che viene servita nella sagra abbia una provenienza certa e controllta, sia che avvenga da abbattimenti sia da attività venatoria.
Non può pensare di vietare il consumo “pubblico” di carne di cinghiale, come di ogni specie cacciabile…
La caccia al cinghiale non è solo una risorsa economica per alcune zone ma anche una necesità in un ecosistema dove il cinghiale non ha pressocche alcun predatore naturale. L’impatto della specie sarebbe ancora più devastante se non ci fosse un prelievo venatorio. Questo vale ncor più per il capriolo.
Guardare la realtà senza paraocchi ideologici prima di parlare.
Si sbaglia di grosso, i predatori c’erano e se vogliamo stanno tornando, solo che ovviamente danno fastidio perché per l’appunto aiuterebbero a ridurre il cinghiale. Parlo di aquile reali, lupi, orsi, linci, ecc. Il problema cinghiale è stato provocato dalla caccia e tuttora si vuole che sia un problema, perché altrimenti non ci sarebbe la selvaggina da cacciare. Idem per gli altri ungulati, la caccia non fa altro che stimolare una riproduzione eccessiva di questi animali e laddove non c’erano sono stati portati proprio dal mondo venatorio. Come credete che siano arrivati daini o mufloni in alcune nostre zone, come le montagne del varesotto? E i conigli/minilepri che a volte fanno danni? Quando si comincerà finalmente a far gestire la fauna dai tanti anche giovani laureati in discipline apposite (da scienze naturali, a zoologia, ecc.), allora forse si potrà riequilibrare la situazione. Oggi questa situazione di eccesso è solo voluta e causata dalla caccia (che tra l’altro ha sempre importato cinghiali dall’est, ha diffuso i cinghiali ovunque,spesso anche alimentadoli). Per la cronaca, il cinghiale non è dannoso all’ecosistema, ma è chiaramente una specie onnivora che si nutre volentieri di colture. Inoltre il suo tipico grufolare, puuò rovinare un’area a foraggio o un campo. Il suo invito è quindi giusto, bisognerebbe guardare la realtà senza il paraocchi di chi intende gestire la fauna a fucilate e invece è proprio la causa del problema (del resto altrimento dopo decine e decine di anni il problema sarebbe stato contenuto, almeno ridotto, invece no, guarda a caso è sempre in aumento).
Mi scusi ma lei non sa di cosa parla, non perchè il mondo venatorio non abbia le sue responsabilità ma per il pregiudizio ideologico che appica alla questione: caccia male- diffusione del selvatico bene.
In un mondo antropomorfizzato non esiste equilibrio naturale se non quello regolato dall’uomo.
Se si abbandonoano i boschi e contemporaneamente si sviluppa l’agricoltura intensiva di cereali, di mais ecc. Si crea un abitat dove il cinghiale trova fcilmente rifugio nei boschi inselvatichiti e cibo in iperabbondanza nei campi limitrofi…. Tuto questo fatto dall’uomo. La caccia, se ragionata e selettiva è uno strumento di controllo di una popolazione eccedente rispetto ad un ecosistema squilibrato.
La popolazione dei lupi, secondo i censimenti recenti è passata da circa 150 esemplari censiti negli anni ’80 a circa 600.
Ma sono quasi inifluenti rispetto alle popolazioni di cinghiali e caprioli… Innanzitutto perchè è più facile per loro predare animali allevati, pecore e capre innanzitutto… Anche queste allevbate dall’uomo etc…. La caccia in una situazione come la nostra è una necessità… Bisogna esclusivamente razionalizzarla.Guardi so benissimo di cosa sto parlando perché mi occupo di queste cose da una vita. Non ho alcun pregiudizio, ma ce l’ha chi ritiene il fucile la soluzione al problema. Ho detto “soluzione al problema” non a caso. Il mondo venatorio oggi NON vuole risolvere il problema cinghiale e i numeri ce lo dicono tranquillamente. Quella che lei definisce gestione in realtà è semplicemente un bacino creato appositamente per avere sempre abbondanza di animali da uccidere, pertanto è importante che chi siano, siano ovunque e facciano danni, così ovviamente tutti crederanno che la caccia è l’unico regolatore possibile. La caccia non è la soluzione ma non fa altro che esacerbare il problema, perché ha portato i cinghiali ovunque, la pressione venatoria non fa altro che spesso farli spostare di più ma soprattutto li fa riprodurre di più. Il discorso quindi verte sul fatto SE si voglia o no risolvere il problema. A regioni e province evidentemente non interessa risolverlo, visto che di fatto mercificano la fauna, concendo l’attività venatoria a fronte del pagamento di licenza ecc. Se si volesse davvero risolvere il problema, andrebbe affrontato in maniera diversa. Vero che all’inizio le popolazioni salirebbero ma poi la scarsità di risorse, eventuali malattie e l’aiuto dei predatori, contribuirebbero a ridurre la popolazione, che nel frattempo potrebbe essere sottoposta a catture, eventuali sterilizzazioni e messa in cattività. Chiaro che la cosa è lunga e dolorosa, e anche costosa ma così si risolverebbe il problema, soprattutto è molto dannoso per le colture. Ovviamente ad oggi non interessa risolvere il problema, ma solo che il problema ci sia e continui a esserci. Considerando l’età media dei cacciatori, realisticamenet tra 20-30 anni che faremo?
Mi scusi ma si rende cointi di quel che propone ?
Pian di cattura e sterilizzazione, messa in cattività…
Per quale motivo ? Intere zone, soprattutto boschive e montagnose hanno trovato nella destinazione venatoria una loro vocazione economica. Non solo ma ciò permette, essendo lo stato proprietario della fauna, anche un discreto lucro per lo stesso…. Ma soprattutto permette la non “urbanizzazione di quei territori” il recupero dopo l’abbandono delle economie povere (quella della castagna negli appennini)…
Allora pur di impedire la caccia (per destinare la fauna a ben peggiore sorte) eliminiamo anche la possibilità di recupero di zone ad “antropormifizazzione limitata, rendiamo ulteriormente improduttive quelle zone offrendole a nuova speculazione ?
Io sono un ambientalista e lotto perchè le nostre montagne torni ad essere spazio per la fauna, boschi incontaminati e presenza umana controllata e compatibile con questa vocazione…
Lei propone qualcosa di distruttivo e antiecologico.
Che mandino pure a controllare, scopriranno che sono tutti prodotti provenienti dalla Romania, Bulgaria, Albania, Russia… in attesa dei cinghiali cinesi .
Tutti paesi dove i buonisti nostrani non possono mettere becco, e si azzardino solo a chiedere dazi o divieti d’importazione, che poi ne vedremo delle belle…
Non è questione di buonismo, è che si tratta di carne di cinghiale d’allevamento. Potremmo allevarlo anche noi in Italia, ma come sempre si preferisce creare il problema e fomentarlo, anziché risolverlo. Se lo allevassimo, poi non ci sarebbe più il divertimento di prenderlo a fucilate…
Ci sono comuni che pagano per abbattere i cinghiali,perché dannosi all’ ecosistema, e troppo veloci nel ripopolarsi… Di cosa stiamo parlando?
Speriamo ci siano le pappardelle al ragù di cinghiale…. squisite! 🙂
Ma che dicono?? Da quello che ne so io i cinghiali vengono abbattuti da cacciatori esperti e eseguono delle procedure ben precise poi la bestia viene macellata in strutture adeguate “macelli”
E controllate da veterinari , quindi questa carne dovrebbe essere controllata .
Vi consiglio di andare a controllare come macellano gli agnelli l’arabi durante le loro funzioni religiose.
Sì, ma non puoi commercializzare la carne, viene comunque destinata al consumo personale. C’era stata una proposta per variare alcune cose ma attualmente la legislazione credo sostenga quanto detto sopra. Il “problema” cinghiale in Italia è comunque il classico e pessimo risultato della gestione faunistica italiana, dove si pensa che l’unica soluzione sia sempre il fucile.
“iniziativa ieri a Daranno” è un messaggio in codice?
Daranno Pertusella? dov’é?
quanto costa il menu?
Mmmmmhh…… buono il cinghiale…
Daranno Pertusella ..togli il T9!!