25 aprile 2014, la protesta: “E’ solo un processo politico”
SARONNO – 25 aprile in tribunale; fissata al 16 giugno l’udienza con 16 imputati per i fatti del 2014 a Saronno, l’Assemblea delle realtà di movimento protesta e fa sapere le proprie ragioni in un lungo comunicato, che pubblichiamo in sintesi.
Il prossimo 16 giugno inizierà il processo per i fatti del 25 aprile 2014 a Saronno. Parlare delle tensioni in piazza di quella mattina senza contestualizzarle sarebbe un grave errore di prospettiva. Cerchiamo allora di fare un veloce punto della situazione. Da diversi anni il 25 aprile saronnese è caratterizzato da una significativa presenza conflittuale che ha attualizzato le tensioni ideali di cui il 25 aprile dovrebbe essere portatore.
Ricercando il senso quotidiano dell’antifascismo e dell’antirazzismo, nel corso degli anni è stata contestata e allontanata la presenza leghista in piazza; è stata contestata la giunta Porro che aveva agevolato la presenza neofascista in città.Cercando di ridare un senso alla solidarietà tra sfruttati, nel 2014 sono stati contestati i responsabili del taglio dell’acqua e dello sgombero di una casa occupata. Lo slogan che riassumeva lo spirito di quella mattina era chiaro ed inequivocabile: il 25 aprile non potete parlare di resistenza se ogni giorno parlate di repressione!
Molti fra i presenti vogliono contestare il sindaco per gli sgomberi, per il taglio dell’acqua all’ex macello, per la costante presenza in piazza di Forza Nuova. La giunta Porro che vorrebbe invece mettere tutti a tacere e delegittimare la presenza conflittuale all’interno del corteo, prepara un menu a base di militarizzazione della città, transenne in piazza Caduti dove si sarebbe tenuto il comizio di sindaco e Anpi (mai viste gli anni precedenti).
In concorso tra loro, giunta Porro e Questura di Varese, cercano malamente di estromettere dal corteo ogni individuo riconosciuto come facinoroso sobillatore. Parte allora un tentativo di caccia all’uomo all’interno dello stesso corteo che non può che finire con delle tensioni, sfociate poi in cariche: il giovane manifestante, l’anziano in bicicletta o la ragazza che cerca di allontanarsi parandosi la testa dai manganelli. La premeditazione di questo tentativo di estromissione e delegittimazione verrà poi confermata alle denunce recapitate ad una ventina di manifestanti, rei – tra le altre cose – di manifestazione non autorizzata, per ribadire chiaro e tondo che questa fetta di popolazione saronnese, non solo non è gradita ma è addirittura vietata.La contestazione che seguì le cariche durante il discorso del sindaco e dell’Anpi si accese particolarmente quando vennero ringraziate le forze dell’ordine per la gestione della piazza e stigmatizzate le posizioni dei manifestanti che, tra le altre cose, calarono uno striscione di 15 metri da un palazzo adiacente (con scritto: Resistenza ogni giorno! Pd: repressione, grandi opere, sfratti, guerra ai poveri) e uno di fronte al sindaco (con scritto: Basta piazze a Forza Nuova).
Oltre al danno, la beffa. Torniamo all’oggi. Il prossimo 16 giugno inizierà il processo a carico di 16 persone accusate di resistenza, lesioni e petulanza. Oltre al danno delle cariche, con alcuni manifestanti costretti alle cure in pronto soccorso, la beffa del processo a danno degli stessi. Il processo è palesemente di natura politica. Ad essere sotto attacco non è una particolare condotta o un singolo fatto ma proprio la presenza in piazza quella mattina. Ad essere sotto attacco è, banalmente, la possibilità di contestare il PD, sempre più partito della nazione. Ad essere sotto attacco è l’agibilità politica che la Questura di Varese cerca da anni di limitare nella città di Saronno. Ma oltre al danno e oltre la beffa ci siamo noi, e la nostra voglia di non chinare la testa, come già dimostrammo due mesi dopo attraversando Saronno con un corteo indetto dall’assemblea antifascista nata proprio da quell’esperienza e che tutt’oggi porta avanti cultura resistente e antifascismo. Il fallimento del tentativo di delegittimazione è davanti ai nostri occhi.
Assemblea delle realtà di movimento della provincia di Varese
27052016
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Commenti
Visto che parte lesa dovrebbe essere il comune e gli agenti, spero proprio che nessuno ritiri le denunce e che si arrivi alle sentenze definitive al più presto. Giudici e leggi buoniste permettendo.
Dai tutti a Busto con la BMW del papi.
Si prega di parcheggiare a Castellanza e arrivare con il treno.
Speriamo che per una volta finiscano dentro!
Ciao papi!
arrivano i papi con gli avvocati giusti 😉
Tranquilli tanto, come sempre, assoluzione certa. Non fate nemmeno finta di fare la vittime perseguitate che tanto sappiamo come finisce.
Miao!