Domà nunch sostiene la sagra di Sant’Antonio e ne riscopre le origini
SARONNO – A Saronno la tradizionale Sagra di Sant’Antonio, da poco conclusa, quest’anno ha suscitato inattese polemiche, quelle sollevate dagli ecologisti contro il falò ritenuto troppo “inquinante” e quelle degli animalisti contrari alla mostra di animali da cortile. L’associazione e partito econazionalista Domà nunch, si dice comunque decisamente favorevole all’evento e propone anche un excursus storico sulle origini della festa.
E’ stata celebrata la festa di Sant’Antonio Abate, che era in passato una delle ricorrenze più sentite nelle comunità contadine locali. Nella cultura popolare, il santo veniva raffigurato con un ricco bagaglio simbolico. Uno degli elementi più distintivi era porre il santo con accanto un porcellino, tant’è che i contadini, un po’ per distinguerlo dall’altro Antonio (quello comunemente detto da Padova, che invece è di Lisbona), un po’ per rimarcare la caratura bucolica di una figura molto amata proprio dal mondo contadino e in generale popolare, lo chiamavano infatti Sant’Antòni del porscell. E’ infatti invocato come protettore del bestiame (che durante la festa viene benedetto), dei macellai e dei salumieri, la sua effigie era in passato collocata sulla porta delle stalle. Inoltre veniva considerato anche il protettore dei fornai, che un tempo Il 17 gennaio a Milano si usava andare nella chiesa a lui intitolata a ricevere la benedizione contro le malattie; subito dopo si andava in fiera; chiudeva il tutto una processione durante la quale i fornai portavano ai piedi della statua del santo le loro offerte.
Spesso rappresentato anche con lingue di fuoco ai piedi, usato per comunicare il carattere mistico e taumaturgico del santo, e con in mano un bastone alla cui estremità era appeso un campanellino (utilizzato spesso per segnalare l’arrivo dei malati contagiosi), sul suo abito spiccava il “Tau” , croce egiziana a forma di “T”, simboli della vita e della vittoria contro le epidemie. Viene infatti considerato il protettore per eccellenza contro le epidemie sia dell’uomo, sia degli animali. Il santo veniva invocato anche per scongiurare gli incendi, e non a caso il suo nome è legato ad una forma di herpes (“herpes zoster”) nota appunto come “fuoco di Sant’Antonio” o “fuoco sacro”. Malgrado tutte queste connotazioni “agresti” attribuitegli da una tradizione secolare, in realtà Antonio aveva poco o nulla a che fare col mondo contadino: era infatti un eremita ed un asceta tra i più rigorosi nella storia del Cristianesimo antico. Ma questa discrepanza tra l’uomo e il Santo venerato, non ha fermato i riti che si compiono ogni anno in occasione della festa di Sant’Antòni, probabilmente antichissimi e legati strettamente più alla vita contadina che alla biografia dell’eremita cristiano, e fanno di Sant’Antòni un vero e proprio simbolo e “santo del popolo”. E quindi essendo venerato a gennaio, che una volta era il mese dei matrimoni, era invocato anche dalle ragazze in cerca di marito che cantavano “Sant’Antòni glorios, damm la grazia de fa ‘l moros, damm la grazia de fal bèll, Sant’Antòni del campanèll”.
Ma arriviamo a oggi, che la festa di Sant’Antonio è ancora molto sentita, tra mercatini, frittelle e vin brûlé, un elemento di continuità con una tradizione molto sentita nei nostri territori è soprattutto il falò. Antonio infatti come detto sopra, era considerato il patrono del fuoco; secondo alcuni i riti attorno alla sua figura testimoniano un forte legame con le culture pagane, a cui quella cristiana sono andate a sovrapporsi.
E’ nota infatti l’importanza che rivestiva presso i celti, romani e longobardi l’elemento rituale del fuoco quale simbolo di luce e beneaugurante, presente in praticamente tutte le feste e le ricorrenze del calendario. Una festa dunque, di probabili origini antichissime, che festeggiare la quale significava e significa, ogni anno, scatenare le forze positive anche grazie all’elemento apotropaico del fuoco, proteggersi da elementi negativi e dalle malattie sempre in agguato.
25012017
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Commenti
Cara Redazione è possibile avere Nomi e Cognomi degli appartenenti a questo gruppo politico??? oppure è uno solo che fa tutto: assessore, segretario, dirigente, militante, elettore??
Bravo Assessore..non Mollare..mai mula’……………Avanti così.
Per favore lasciate la festa di S. Antonio si Saronnesi. Giù le mani della politica dalle manifestazioni popolari ovvero di TUTTI.
Ci vorrebbe anche un partito per la GIOBIA ed il suo rogo, maschilista e liberatorio da caccia alla strega per evitare che si mangi i bambini distraendola prima con risotto e luganega che preannuncia la fine dell’inverno.
GP e soci conoscevano giá i fumogeni, ora hanno scoperto anche il fuoco.
Il fuoco oltre ad essere un elemento apotropaico è anche un elemento purificatore per gli animi infetti.
Infatti bruciavano le streghe…. A quando questa rievocazione?
Un po’ lunghetto come intervento. Ci vuole dono sintesi
Il fumo padano inquina di meno, è un fatto scientifico.