25 aprile, Europa e valori nel discorso di Guzzetti
UBOLDO – Pubblichiamo il discorso del sindaco Lorenzo Guzzetti alle celebrazioni del 25 aprile.
Il Presidente Mattarella pochi giorni fa ha ricordato come il 25 aprile 1945 rappresenti l’inizio di un percorso europeo “di pace, di solidarietà, di collaborazione, di sviluppo in comune, che ha sostituito secoli, particolarmente quello passato, di guerre, contrasti, violenze, diffidenze”.
E’ un 25 aprile particolare quello che viviamo oggi.
La nostra Italia sta attraversando un momento di passaggio, di transizione, molto complesso.
Siamo davanti a nuove sfide, a un nuovo modello di società da costruire a livello economico, sociale e politico, e ne è la testimonianza quanto successo pochi giorni fa nelle elezioni francesi a pochi chilometri da noi, dove i due più grandi partiti del dopo guerra nemmeno sono arrivati al ballottaggio del 7 maggio.
Ci sentiamo oggi nella stessa situazione dei nostri nonni che il giorno dopo il 25 aprile erano sì felici per la fine dell’incubo, ma consci anche che il più era da fare: c’era da ricostruire l’Italia.
Per questa ragione siamo davanti a sfide nuove alle quali dobbiamo dare un nome e delle risposte certi, oggi più che mai, che il populismo non si vince inseguendolo, ma si vince sfidandolo. Sfidandolo sui contenuti, su proposte che dicano che esiste un modello diverso e vincente che non è quello di chiudersi a riccio, di restare ancorati a schemi ormai fuori dal tempo e dalla storia.
Europeismo è aprirsi al mondo e alle nuove sfide con coraggio e baldanza, affrontare le nuove regole del mercato del lavoro, rispondere ai veri bisogni sociali tagliando i cordoni ombelicali da chi pensa che attraverso la politica o il politicante di turno può assumere una rendita di posizione.
Europeismo significa accogliere l’altro nel nome di uno spirito europeo che ha sempre incluso e valorizzato le diversità e dire anche chiaramente, senza troppe timidezze, che l’alternativa c’è ed è una sola: lasciare affondare i barconi e con essi le persone che scappano dalle terre di guerra. Non è il tempo delle mezze verità.
E’ il tempo delle verità, questo.
E allora occorre anche una politica nuova, uno sguardo nuovo sulla società e nella società ripartendo dai valori del 25 aprile.
Il primo, la libertà, che non significa un mondo senza regole ma che implica un mondo dentro al quale attraverso delle regole ogni uomo possa esprimersi al meglio, valorizzando i suoi talenti, progredendo umanamente e socialmente, costruendo un posto dove possa vivere, amare, fare figli.
Il secondo, i valori cristiani, che hanno ispirato e guidato la ricostruzione del nostro Paese e che sono l’unica vera radice comune dentro la quale tutta l’Europa può riconoscersi. I valori cristiani non sono solo religiosi ma sono i valori di rispetto per la vita umana dal suo concepimento fino alla sua fine naturale, la volontà che nessuno resti indietro, l’occuparsi dei più deboli e dei più fragili, l’arricchirsi dentro alle diversità, il dare spazio al talento. E non solo: la cristianità sono le opere d’arte, le meraviglie dei nostri artisti, la natura con le impervie montagne dove si è combattuta la guerra per la libertà e dove i nostri Alpini non hanno mai fatto mancare una croce a ricordo di chi non ce l’ha fatta a tornare a casa.
Il terzo, la pace, che non è una bandiera arcobaleno da sventolare ma che è un investimento vero e impegnativo nel preservare uno spazio nel mondo dove, grazie all’Europa, da 72 anni non ci sono più guerre. Solo così avremo onorato pienamente tutti coloro che per questi valori hanno sacrificato la loro vita per noi. E che Dio benedica sempre l’Italia e l’Europa.
Viva l’Italia.
Viva l’Europa.
26042017
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Commenti
Pace un concetto sconosciuto al rissoso Guzzetti.