Cislago, rinviato il sopralluogo nel bosco dello spaccio. “Inviteremo anche il Prefetto”
CISLAGO – Un momento di confronto su cosa fare concretamente per arginare, se non eliminare, il problema dello spaccio nell’area verde del Rugareto si è tenuto venerdì pomeriggio al comune di Cislago. L’idea originaria era quella di effettuare anche un sopralluogo ma la discussione si è protratta così a lungo che a causa del buio il “tour” è stato rinviato. La vicenda della 20enne scomparsa, poi ritrovata illesa, all’interno del bosco ha riacceso il problema della sicurezza dell’area verde da tempo punto di riferimento del mercato della droga.
Anzi al prossimo sopralluogo sarà invitato anche il prefetto Giorgio Zanzi così da sollecitare un più forte intervento sul fronte della sicurezza. Oltre al primo cittadino cislaghese Gian Luigi Cartabia, che ha fatto gli onori di casa con alcuni esponenti della sua Giunta, alla discussione hanno partecipato il consigliere regionale Emanuele Monti, il sindaco di Rescaldina Michele Cattaneo, quello di Marnate Marco Scazzosi, il vice sindaco di Gorla Minore Beatrice Bova e il consigliere di Gerenzano, delegato alla Sicurezza, Vincenzo
Amati. Presente anche la Protezione civile di Cislago e l’associazione cacciatori.
Chiare le richieste dei comuni più fondi per il parco per messa in sicurezza delle barriere e per altri interventi che “blocchino” gli accessi illeciti ma anche per far vivere, con nuova sentiristica ed eventi l’area verde così da allontanare le cattive frequentazioni. Fondi che Cartabia auspica possano arrivare dal prossimo ingresso del Plis del Rugareto nel Parco Pineta.
Tra i temi critici sollevati, dal sindaco Cattaneo, quella della frammentazione del parco: “Non servono due carabinieri in più per caserma ma un coordinamento stretto e forte per attività di repressione da realizzare nel parco“.
Un appello rilanciato anche da Monti, che dopo aver sottolineato l’impegno di Regione Lombardia sul fronte della riforma ha sottolineato la necessità di una più forte presenza da parte di chi, lo Stato, si occupa di sicurezza. Da qui la promessa di inviare una missiva al prefetto di Varese “ma anche a quello Milano visto che si parla di coordinamento” per chiedere di essere presenti al tavolo tecnico. “E magari anche di venire al prossimo sopralluogo”.
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20102017