Greenway, si può fare: uno studio trasforma Saronno in New York
SARONNO – Ex ferrovia Saronno-Seregno, Giovanni Andrea Enna, allievo del professor Giulio Senes, ha voluto immaginare, con dei rendering, come sarebbe una “Green high line” sul modello di quella di New York e poi ha fornito questo studio alla Fiab Ciclocittà, l’associazione dei ciclisti saronnesi.
“Lo studente universitario li ha prodotti partendo da una foto scattata in un punto del tracciato particolarmente significativo per l’altezza della massicciata e la vicinanza del ponte in ferro. Queste le ipotesi per la realizzazione della nostra Green High Line. Si è voluto tenere conto della necessità di riuso sostenibile e valorizzazione della massicciata attuale che con pendenza dolce raggiunge gradualmente il ponte in ferro sulla linea Saronno-Milano, così da costituire un tracciato urbano sopraelevato dotato di caratteristiche uniche che non si ritrovano in nessun’altra realizzazione ciclopedonale cittadina ed extracittadina. Inoltre – spiegano dalla Fiab – si è pensato ad un tracciato sopraelevato rispettoso della memoria storica e senza soluzione di continuità, così da essere sicuro per pedoni e ciclisti in quanto privo degli attraversamenti stradali a raso che si creerebbero in via Don Monza e via Filippo Reina con la demolizione della massicciata”. Altro elemento valutato “un impatto ambientale zero con utilizzo, ad esempio, di calcestre o levostab per il fondo, anziché asfalto o materiali analoghi e soprattutto senza le problematiche di impatto ambientale sul quartiere determinate da un cantiere di lunga durata per la demolizione e asporto dei materiali di risulta”.
Si è pensato anche “ad una delimitazione della pista ciclopedonale e protezione realizzata con cespugli all’esterno della pista, e alberelli sulla massicciata. Occorre sottolineare che pur trattandosi di un rendering non è stata volutamente effettuata alcuna alterazione degli edifici e delle strutture circostanti la green high line, così da renderlo il più possibile verosimile. Le siepi, fitte o appena distanziate tra di loro, delimitano il percorso alto. Queste tipologie arbustive, che devono essere a scarso vigore vegetativo e non pollonifere così da richiedere una minima manutenzione, sono alternative ad una staccionata in legno come quella realizzata ad esempio sulla vicina ciclabile di Solaro, anche se ovviamente non la escludono. Per sottolineare il passato uso del tracciato si potrebbero anche utilizzare parte dei binari a mo’ di staccionata nei pressi dei ponti.
Il render A “è stato scelto questo tratto perché, oltre ad essere uno dei più critici della massicciata ferroviaria dal punto di vista dell’altezza, permette la visibilità del ponte che caratterizza questo percorso urbano sopraelevato. Per quanto riguarda il tracciato è stato rappresentato un percorso ciclopedonale urbano misto che consente la convivenza di differenti tipologie di utenza. La pavimentazione può essere realizzata con un fondo ecologico in terra stabilizzata, Levostab, o ancor meglio, in calcestre. Sono state previste le siepi ai lati come delimitazione e protezione, e il riutilizzo dei pali della ferrovia e segnaletica come strutture per l’illuminazione. Sono stati inseriti alcuni alberelli sulla massicciata”
Nel render B “è stata ridotta la densità degli arbusti, riducendo così anche i costi. Nella pavimentazione sono state inserite delle ombre e delle texture che rappresentano le irregolarità tipiche degli stabilizzati. I costi di realizzazione non sono stati quantificati, ma con queste modalità di realizzazione, si eliminano quelli decisamente alti di sbancamento e asporto della massicciata, dei ponti e dei materiali di risulta, e di ampliamento di via Don Monza. L’impatto ecologico dell’idea progetto Green High Line è praticamente nullo in quanto risulta necessaria la sola rimozione di binari e traversine. Via Don Monza può essere messa in sicurezza con la costruzione di un marciapiede ciclopedonale, e con interventi per la limitazione della velocità” conclude la Fiab citando lo studio di Giovanni Andrea Enna. Da tempo a Saronno si discute il futuro del tratto urbano della ex Saronno-Seregno e dei suoi ponticelli.
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29032018
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Commenti
Il progetto é interessante ed ha costi molto contenuti. Come l’Italia è spaccata in due dopo il voto, anche Saronno è divisa in due: i favorevoli alla rimozione dei ponti e della massicciata con un enorme spese e tanti disagi ed i favorevoli che vedono un’opportunità di utilizzare i soldi (che ci sono già) per realizzare qualcosa in tempi brevi e con minimo di impatto ambientale.
Il territorio saronnese è ormai compromesso da vari decenni di incuria la città è solo crocevia di persone che si fermano qui solo per dormire ora è troppo tardi.
Basta vedere Legnano ci voleva veramente poco!
Qui siamo a Saronno paese dormitorio di città più evolute e attrezzate perciò occorrono strade e corsie preferenziali per i mezzi pubblici la gente al mattino deve fare in fretta per potersi recare al lavoro e viceversa.
Alla fine qui occorrono solo più strade se le persone vogliono le piste ciclabili hanno sbagliato zona!
Sono appassionato di auto e lettore di “Quattroruote” dal 1982. Eppure penso che la nostra Saronno, così piccola in estensione ma totalmente ricoperta di asfalto e cemento, non abbia più possibilità di ospitare nuove strade. L’unico modo per liberarci dalla morsa del traffico e dell’inquinamento è quella di usare le nostre auto solo quando necessario, vivendo la nostra città molto di più a piedi o in bici. Così la nostra Saronno sarà anche più vivibile e sicura.
A proposito, i nostri concittadini vicini alla ex Saronno-Seregno convivono da sempre con la massicciata, che da parecchi decenni è in stato di abbandono. Riqualificandola con una pista aperta a pendolari, cicloturisti, sportivi, famiglie e pedoni si renderà la zona più gradevole e sicura, per via del continuo passaggio.
A Saronno servono strade non piste ciclabili
Sull’utilizzo del calcestre per la pista…. invito l’anonimo commentatore a farsi un giro in bici da Saronno a Rovellasca nel Parco del Lura. Le “buche” non ci sono, qualche piccolo avvallamento e’ dovuto al transito dei trattori la’ dove ci sono campi arati, e non e’ il nostro caso.
Il calcestre e’ naturalmente permeabile alle acque piovane, quindi non solo il materiale piu’ economico ma anche ecologico.
Il fatto che la green way sia sopraelevata permette a tutti i frequentatori, ciclisti e pedoni, di muoversi in tutta sicurezza in quota senza attraversamenti a raso di automobili. Lo avete capito o no?
Scusate ma i parapetti…. e lei parla di sicurezza!
Beh, speriamo non sia preda di spacciatori… percorro in bici con relativa frequenza la ciclabile Introini-Solaro e non ho mai avuto incontri spiacevoli… per quanto riguarda le finestre delle abitazioni, quando abbiamo fatto a novembre la camminata sulla massicciata sono stato colpito dalla bellezza dei luoghi (non pensavo ci fosse così tanto verde!) e non ho certo avuto idea di curiosare nelle abitazioni… comunque per ripararsi da occhi indiscreti ci sono pur sempre le tende!
Auguri ancora
Il verde che dice lei sono i giardini delle abitazioni, ottimo paragone liguria e alpi bergamasche complimenti!
Si tratta di continuare la bella ciclabile che i nostri vicini di Solaro hanno fatto anni fa dalla rotonda sulla Saronno-Monza vicino a cascina Emanuela e che si interrompe presso l’ex passaggio a livello di Introini. Questa ciclabile non è certo più larga di una ferrovia a binario unico ed ha semplici ed efficaci parapetti di legno. Se si continuasse lungo la ex Saronno-Seregno si arriverebbe in stazione a Saronno, mentre oggi i ciclisti che vanno dalla stazione di Saronno a Solaro devono scegliere fra la ciclabile di via Roma con il brivido delle auto che ti vengono contro, senza alcuna protezione, e la trafficatissima strettoia di via Caduti della Liberazione / via Marconi. L’Italia è piena di ferrovie a binario unico felicemente trasformate in piste ciclopedonali (es. val Brembana, Ponente ligure, Voghera Varzi…). E’ realtà e non utopia.
Cordiali auguri di buona Pasqua!
Si è già risposto da solo….ponente ligure ,Val Brembana,Varzi…posti dove c’è un paesaggio da ammirare….qui a Saronno si guarda nelle finestre delle abitazioni
La differenza è che a Saronno quella ciclopedonale diventerebbe preda delle risorse spaccianti
Noto che i lettori leghisti stanno dando man forte al loro sindaco sulla greenway…oppure sono solo un paio ma fanno tanto rumore?
Qui non è questione di fede politica è questione di essere realisti!
New York – Saronno oro e tolla
Ho un bel progetto per trasformare Corso Italia in un Presepe vivente…bastano solo 10 tir di muschio,50 ovocaprini,un bell’abete e una capanna.
Sarebbe bello… magari con qualche bar etto X i ciclisti …
Fate una bella corsia preferenziale per uscire dalla stazione cosi i bus per uscire fuori dalla città impiegherebbero poco tempo
Ogni opera che viene realizzata deve fare l’interesse di Tutta la comunità e non di alcuni privilegiati che vogliono imporre le loro voglie. I ponticelli con tutto il bene che si vuole sono degli ostacoli per la vivibilità dell’intera zona.
volevo anche dire che FNM, che è la proprietaria del percorso vuole chiudere questa incombenza. Come amministrazione il progetto era già definito e risolto.Poi……,
Ogni opera che viene realizzata deve fare l’interesse di Tutta la comunità e non di alcuni privilegiati che vogliono imporre le loro voglie. I ponticelli con tutto il bene che si vuole sono degli ostacoli per la vivibilità dell’intera zona.
Ancora questa storia della high line. Si è partiti parlando di greenway, non di highline, in quota c’è poco spazio, è pericoloso e ingegneristicamente insensato (la massicciata ferroviaria è stabile solo al passaggio dei treni, diversamente tende a franare).
Basta con rendering irrealistici e irrealizzabili, va a finire che si arriva alle boiate in stile via Varese corridoio giallo.
La higway c’è già in posti come Levanto senza andare lontano e l’effetto è molto migliore che un’anonima ciclabile a livello terra
(la massicciata ferroviaria è stabile solo al passaggio dei treni, diversamente tende a franare)
questa è una delle più belle….a proposito di Via Varese, vedo le Lonardate e mi bastano per i prossimi 50 anni
Guarda che via Varese non le ha fatte lonardoni ma il barin
non hai capito, siccome citate i lavori di Barin, io vedo quelli di Lonardoni. Tra l’altro la striscia gialla di via Varese è un’ottima cosa.
E parlo solo dei lavori di Lonardoni, non del resto che avrebbe consigliato un paaso indietro. Ma la giunta diventa a trazione DeMarco/Lonardoni..pensa te.
Ottima? Direi ottimissimissimissa.
Contro ogni logica, contro il codice della strada, totalmente inutile, ma bella. Il giallo oramai è sbiadito, spero che Fagioli non spenda soldi per ripittarla.
Scusate ma le protezioni laterali della sopraelevata?
Siamo in fantasilandia!
Ha messo anche i costi? E suolo utilizzato?e il fatto che si mantiene la divisione impedendo una parco aperto?
molto bello il calcestre e il levostab…ovviamente sono ironico. peccato che biciclette ,sedie a rotelle , passeggini e simil nn possano percorrerlo con semplicità. se un percorso nn è comodo per quanto bello non verrà utilizzato. usate un fondo compatto, moderno e che nn diventi un problema di buche da riempire di calcinacci dopo tre anni . le ciclabili fatte per simulare qualcosa di naturale con la falsa illusione di preservare un territorio stuprato da decenni sono abbandonate ed un esempio su tante è quella che circonda il famoso centro commerciale di Arese. il km adiacente al “centro” è asfaltato e molto bello per passeggiare , come ci si allontana di poco diventa sterrata, deserta e piena di pusher che se nn guardi basso mentre passi ti inseguono con fare minaccioso. guardate gli esempi attorno a voi e capirete di che scrivo.
ma smettiamola con queste idee insensate e iniziamo a spendere i soldi in cose utili invece di creare la nuova via dello spaccio per le risorse saronnesi!!!!
a saronno mancano i newyorkesi
Nelle immagini del rendering le proporzioni degli umani sono state rispettate ??? Lo scartamento dei binari è di 144 cm circa, perciò l’uomo adulto in bicicletta mi sembra abbia l’altezza di un bambino.
Infatti il dubbio circa questa benedetta greenway è proprio riguardante la larghezza, in particolare nel punto fra via Don Monza e Via Reina.
Il progetto é interessante ed ha costi molto contenuti. Bella idea.
Bello! Sarebbe un idea anche mettere in un tratto della pista dei ciliegi da fiorei sui bordi. In prmavera fioriscono creando quello che in Giappone è il Sakura. Effetto incredibile!
…e magari poi le marmotte giardiniere! Ma i parapetti fatti di cespugli? Gli alberi poi dove mettono le radici? Ma è uno scherzo?
Quell’effetto c’è già in piazza indipendenza in primavera e la gente si ferma sotto gli alberi ad apprezzare la fioritura o anche davanti alla chiesa vicino alla stazione. Non è nulla di fantascientifico e piace a tutti, altro che marmotte. Minimo costo massimo effetto. Ma è così strano avere qualcosa di bello a Saronno? Facciamo qualcosa di bello e anche la città sarà più vivibile
Ma Siete seri? O siamo già al pesce d’aprile? Roba da prima superiore!
Mi sa che era proprio il pesce 🙂