Otello e Italianesi a teatro
SARONNO – Il prossimo weekend doppio appuntamento al teatro civico “Giuditta Pasta” di via I maggio a Saronno.
Giovedì 29 l'”Otello” coreografato da Fabrizio Monteverde e messo in scena dal Balletto di Roma apre la stagione di danza.
Venerdì 30 novembre e sabato 1 dicembre sarà invece la prima volta di Saverio La Ruina (appena nominato tra i candidati al Premio Ubu 2012 come miglior attore) con “Italianesi” (tra i candidati ai Premi Ubu come miglior novità italiana) al Giuditta Pasta: racconterà una tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata a pochi chilometri dalle nostre case. Alla fine della seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimasero intrappolati in Albania con l’avvento del regime dittatoriale, costretti a vivere in un clima di terrore.
Venerdì 30 novembre alle ore 18.00 Saverio La Ruina incontrerà il pubblico nel foyer del teatro per parlare dello spettacolo “Italianesi”. Per partecipare si richiede conferma entro giovedì 29: telefono 02.96701990; [email protected].
L’Otello va dunque in scena giovedì 29 novembre, alle 21.
Fabrizio Monteverde coreografa una nuova versione dell’Otello, rivisitando il testo shakespeariano e lavorando soprattutto sugli snodi psicologici che determinano le dinamiche dei rapporti, quanto mai, qui, ambigui e complessi nel triangolo Otello-Desdemona-Cassio. La sensualità delle danze e della musica rende evidente il filo conduttore della storia, ovvero la dipendenza psicologica fra i tre personaggi e le reciproche e recondite passioni. L’ambientazione in un moderno porto di mare chiarisce e amplifica l’intuizione di base: se Otello davvero è un diverso, non tanto per il colore della pelle quanto per il suo essere abituato ad altre regole del gioco, è anche vero che la banchina di un porto è una sorta di zona franca, un coacervo di diversità dove tutte le pulsioni vengono pacificamente accettate come naturali e necessarie. La danza riesce, spesso più di altri mezzi espressivi, a mettere in scena in modo convincente ed emozionale le più significative opere creative che narrano di forti vicende umane per il fatto di essere linguaggio corporeo, non mediato dalla parola, quindi più diretto e originario.
Perché vederlo?
Perché le coreografie di Fabrizio Monteverde utilizzano un linguaggio estremamente spettacolare, quasi acrobatico, molto esigente dal punto di vista interpretativo.
Perché in questa creazione, la “tragedia della gelosia” viene presentata in una versione che pone l’attenzione sugli snodi psicologici dei personaggi e ne esalta gli aspetti provocatori, eccessivi e sensuali.
Per l’eccellenza tecnica di tutti i danzatori e la loro coinvolgente forza espressiva.
Prezzi
intero 28 euro
ridotto 25 euro
ridotto under20 12 euro
Venerdì 30 novembre alle 21 e sabato 1 dicembre alle 20.30 Saverio La Ruina in Italianesi.
Esiste una tragedia inaudita, rimossa dai libri di storia, consumata fino a qualche giorno fa a pochi chilometri dalle nostre case. Alla fine della seconda guerra mondiale, migliaia di soldati e civili italiani rimangono intrappolati in Albania con l’avvento del regime dittatoriale, costretti a vivere in un clima di terrore e oggetto di periodiche e violente persecuzioni. Con l’accusa di attività sovversiva ai danni del regime la maggior parte viene condannata e poi rimpatriata in Italia. Donne e bambini vengono trattenuti e internati in campi di prigionia per la sola colpa di essere mogli e figli di italiani. Vivono in alloggi circondati da filo spinato, controllati dalla polizia segreta del regime, sottoposti a interrogatori, appelli quotidiani, lavori forzati e torture. In quei campi di prigionia rimangono quarant’anni, dimenticati. Come il nostro protagonista che vi nasce nel 1951 e vive quarant’anni nel mito del padre e dell’Italia che raggiunge nel 1991 a seguito della caduta del regime. Riconosciuti come profughi dallo Stato italiano, arrivano nel Belpaese in 365, convinti di essere accolti come eroi, ma paradossalmente condannati ad essere italiani in Albania e albanesi in Italia. Ispirato a storie vere.
Perché vederlo?
Perché ti lascia un alone di gioia che ti segue per giorni.
Perché Saverio La Ruina è “un condensato di bravura e di alto senso poetico, capace di condurre passo passo lo spettatore – per accenni, per piccoli gesti – dentro l’anima di un personaggio, come forse solo Eduardo De Filippo e pochi altri hanno saputo fare” Il Sole 24 Ore.
Perché a commuovere non è tanto la vicenda in sé, quanto il modo in cui il protagonista la espone, con toccante adesione, ma senza un briciolo di retorica.
Prezzi
intero 20 euro
ridotto 15 euro
ridotto under20 12 euro