Sel:”Solidarietà ai socialisti. Neofascismo porta all’intolleranza”
7 Dicembre 2012
Il Circolo di Sinistra Ecologia e Libertà di Saronno esprime la propria solidarietà al PSI saronnese per il danneggiamento della sede di via Caduti Liberazione avvenuto nel pomeriggio di giovedì 6 dicembre.
Ecco il contenuto del contenuto inviato a poche ore dal raid.
Il Circolo di Sinistra Ecologia e Libertà di Saronno esprime la propria solidarietà al PSI saronnese, vittima di un ennesimo atto vandalico.
Purtroppo non ci sembra possa essere considerato un atto isolato, sia perchè reiterato a poca distanza di tempo; sia perchè maturato in un clima politico dove le forze del fascismo tradizionale cercano una nuova legittimità, vedi le manifestazioni di Casa Pound a Roma, spalleggiate dalla giunta Alemanno; sia perchè le culture della cosidetta antipolitica, del facile “populismo”, i vocabolari fatti di “zombi” e “cancellazioni” logorano il clima di rispetto e democrazia e aizzano i sentimenti più irrazionali.
Chi ha sfondato di nuovo le porte della sede socialista forse non sopportava la lezione di democrazia e partecipazione che i partiti del centro sinistra sono stati capaci di dare con le recenti primarie di coalizione.
SEL invita tutte le forze democratiche saronnesi a unirsi nella vigilanza antifascista a sviluppare insieme una politica di consenso e adesione ai valori Costituzionali, unica garanzia di una civile e democratica convivenza.
07/12/12
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Commenti
Chiedo scusa per il nuovo post slegato dal resto, ma non mi viene data la possibilità di replicare direttamente a quanto scritto dal signor Dario.
Scusi, Dario, ma che vuol dire quando scrive:
‘Dopo questo scambio mi pare che i suoi interventi sia stati pretesto per sventolare spauracchi e ripropoporre, sotto sotto, la qualunquistica quanto nefasta teoria degli opposti estremismi…
Foglia di fico per difendere da sempre nel nostro paese i poteri forti…ma mi sbaglierò.’
°_°
Ma di che parla? Semplice e pura curiosità personale visto che dice di leggere chissà che nei miei scritti.
bravo Francesco, mi hai tolto le parole di bocca!!
Mi domando come si possa catalogare come fascista un atto senza sapere chi lo abbia compiuto…mah
A SEL ricordo poi le radici socialiste del Fascismo…ma forse loro vivono di antifascismo a priori e sono sicuro che il 90% dei loro milintanti non hanno neanche mai letto i patti di San Sepolcro….se li leggano che forse a sorpresa troveranno idee più di sinistra delle loro.
Quanto a tirare in ballo Casa Pound e i suoi cortei (contro il governo Monti ndr) dimostra la loro assoluta pochezza politica ancorata solo all’antifascismo:
1-cosa c’entra il corteo di Roma di CasaPound con una vetrina rotta a Saronno
2-risulta che il corteo di CasaPound sia stato l’unico senza la minima tensione e il minimo danneggiamento di tutti i cortei romani degli ultimi tempi.
Continuate a fare gli amiconi del PD e a fare le primarie insieme al partito che sostiene il governo dei massoni e dei banchieri (idee sicuramente di sinistra eh?)!!!
Quanto all’antifascismo qualcuno disse che non c’è forma peggiore di fascismo che l’antifascismo….saluti!!!
Bravissimo Francesco!!!
Mi hai tolto le parole di bocca. Di solito si definisce un atto fascista quando dopo un’indagine si accerta che a compierlo siano stati i fascisti e non preventivamente.
Forse SEL ignora le radici socialiste del Fascismo (andate a studiarvi i patti di San Sepolcro e magari troverete un programma più di sinistra del vostro…).
Quanto ad appellarsi alla solita manfrina della manifestazione di Casa Puond dimostra una pochezza politica disarmante:
1° cosa c’entra la manifestazione romana con una vetrina rotta a Saronno
2° mi sembra che tra tutte le manifestazioni romane di quel fine settimana quella di CasaPound sia stata l’UNICA senza danni o momenti di tensione.
Cercate di fare più politica e di non vivere di antifascismo cercando il fascista anche dove non esiste, voi amici del PD, partito che sostiene il governo dei massoni e dei banchieri. Non ricordo chi disse: “la forma peggiore di fascismo è l’antifascismo”. Saluti
al di là della solidarietà esposta, francamente penso che il massimo populismo sia sempre additare come ‘fascista’ qualcosa di ‘negativo tout court’ e poi portare come esempi la cronaca nazionale.
a Saronno di atti sicuramente fascisti -ma starebbe meglio ‘totalitaristi’- ci sono stati un blocco dei treni, alcuni blocchi della circolazione (tutto ovviamente al di fuori delle regole) e varie occupazioni.
non una parola da SEL. come mai?
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E’ populista dare del fascista a chi rompe la vetrina della sede del PSI, ma non lo è dare del fascista a chi manifesta per le strade ed occupa stabili abbandonati e vuoti da anni?
Caro Francesco, non capisco la tua logica.
Se per fascista intendi tutto ciò che non è legale allora hai un’idea tanto fantasiosa del fascismo. Inoltre disconosci tutti i movimenti di opposizione allo stato di cose vigenti (da gandhi, ai comunisti, agli anarchici, ai comitati che in giro per tutto il mondo manifestano per la difesa del loro territorio).
Tutto fascista il movimento dal ’68 ad oggi. Fascisti i NOTAV. Fascisti gli studenti. Fascisti gli anarchici. Tutti fascisti (e i politici corrotti? E i poliziotti corrotti? Boh, saranno fascisti anche loro?).
Gli unici che non son fascisti qui sono i fascisti di casapound che manifestano rispettando la legalità…
Ah, beato qualunquismo del terzo millennio…-
Egregio ‘Indigesto’,
in primo luogo ci sarebbe da dire che Gandhi non viveva in democrazia nè in un paese libero, ma oppresso da una dominazione straniera (inglese) e la novità da lui introdotta fu proprio l’utilizzo della celeberrima ‘non violenza’ come sistema di resistenza all’oppressione; in ciò si inseriscono le forme scelte per manifestare: azioni pacifiche per non degenerare nella guerra civile che miete l’altrui diritto. Una differenza sostanziale da quanto avviene normalmente in paesi privi di democrazia, direi.
In secondo luogo non parlo solo di ‘fascismo’, ma di ‘totalitarismo’ ossia, per intenderci, di tutte quelle ideologie -di destra o di sinistra- che schiacciano il singolo individuo e i suoi diritti; l’ideologia comunista, al pari di quella fascista e nazista, si inserisce tra i totalitarismi; lascio dunque intuire dove colloco le proteste comuniste *per i metodi ademocratici* e non per i contenuti (differenza sostanziale).
L’anarchico, come certamente saprà, Indigesto, è ademocratico per principio: è dunque una delle ideologie contro cui SEL stessa nel presente comunicato dice di muoversi (SEL, infatti, promuove la vita democratica, leggo).
Noi viviamo in democrazia, ricordiamocelo.Nelle sue parole, Indigesto, tra l’altro leggo un’immagine: la perfetta e completa fusione tra ciò che si intende manifestare e il modo in cui lo si manifesta; infatti se io, ad esempio, dico no alle azioni del ‘Movimento NO TAV’ volte all’aggressione di agenti e quant’altro, automaticamente per lei mi colloco contro il Movimento e contro le ragioni della manifestazione. In realtà, però, se dico di no all’aggressione a qualcun altro (sia esso agente o sede di partito (per estensione della persona)) dico no ad un mezzo scelto; stessa cosa vale per l’occupazione dei binari. Incredibilmente non mi sono nemmeno addentrato nelle motivazioni.
Allo stesso modo non è che siccome si è politicamente avversi ad una certa connotazione allora ogni cosa negativa appartiene ad essa: il tifo lasciamolo allo stadio, dove già si esagera, mi pare.Su Casapound, tra l’altro, non mi pare di aver nemmeno scritto qualcosa ^^””” Ma posso sempre sbagliarmi: d’altra parte quello che prende qualunque cosa e ‘fa di tutta l’erba un fascio’ sono io, a quanto pare 😀
Ah: termini come ‘fascista’, ‘populismo’ o, peggio ancora, ‘qualunquismo’ spesso nascondono dei principi ‘di pochezza’ estremi.
Le auguro una buona giornata, Indigesto, affinchè essa non sia indigesta 🙂-
Caro Francesco
mi sembra tu faccia della gran confusione, con discorsi molto superficiali, per essere generoso.
Senza addentrarsi nel merito di gandhi e del gandhismo, quello che volevo far notare è come una protesta si mette spesso contro, se non oltre, la legalità. La protesta afferma un concetto di giustizia, mentre lo stato pone spesso quello della legalità (salvo poi disattenderlo quando allo stato stesso torna comodo. Di esempi posso fartene a migliaia, ma ti basta aprire un libro di storia ad una pagina a caso per accorgertene da te). Ma cosa è questa legalità? E’ davvero qualcosa che rende libere le persone, e soprattutto che decide quanto le persone possono essere libere una volta per tutte? Le leggi cambiano, e spesso cambiano perchè qualcuno ci si oppone.
Se in particolare mettiamo sotto la lente d’ingrandimento questo “diritto di manifestare” che la democrazia riconosce ai suoi cittadini, ci accorgiamo di come questo diritto sia in verità una limitazione della forza che i cittadini si danno organizzandosi e manifestando. La manifestazione, così come lo sciopero, il blocco delle stazioni o delle strade, il blocco delle merci, ecc, hanno come intento quello di forzare lo stato di cose attuale, per cambiarlo. Sono il piede di porco che le persone comuni possono usare per scardinare le porte che il potere erge qua e là, per rinchiudere quegli stessi cittadini che poi si affretta in ogni momento a definire liberi. Scardinare queste porte vuol dire spingere la libertà più in là, se vuoi. Oppure difendersi, quando la propria libertà viene eccessivamente rinchiusa. Se pensi alla classe operaia tutto diventa palese: i padroni cercano di spennare sempre più gli operai, per aumentare i guadagni. Gli operai cercano dei mezzi per evitare questo, e anzi per aumentare i propri diritti, il proprio salario, ecc. La stessa cosa avviene in tutte le lotte.
Qui si tratta di un braccio di ferro, se vuoi. Da una parte i padroni, protetti dalla polizia, protetti dalla legge, protetti dai media, dall’esercito, e da tutto ciò che ben sappiamo. Dall’altra chi vuole accrescere, difendere, rivendicare i propri diritti, libertà, dignità. E’ sempre uno scontro di forze, e come puoi vedere in questi anni il capitale, in apparente difficoltà, cerca di riversare sui più poveri il costo e la fatica di questa “crisi”. I poveri provano a difendersi. Chiaro che le forze in campo sono molto dispari.
Tutto ciò col fascismo e col totalitarismo nulla ha a che fare, ovviamente.
Tu parli e vedi l’atto di occupare i binari come un atto di forza, di privazione di libertà. Ma perchè non allarghi lo sguardo? Allora vedrai che questa libertà che viene soppressa, quella di andare a lavorare, di continuare la vita come si è sempre vissuta, non è altro che la libertà di impedire agli ultimi di non essere più gli ultimi.
Io sono dalla parte degli ultimi e degli sfruttati, di chi vuole combattere contro l’ingiustizia di un mondo di morti di fame governati e sottomessi da un manipolo di ingordi sfruttatori assassini (perchè, non nmascondiamoci dietro un dito: le democrazie che tu tanto ami fanno querre ovunque, in nome del profitto e in difesa del loro diritto di rimanere le padrone del mondo. E allora tutto questa che libertà lede?)
Ora, tornando al discoro legalità nel manifestare, se tu ti informi un poco, e magari già sei informato, saprai che nel corso degli anni quella che era stata una conquista, il diritto a manifestare, a scioperare ecc, è diventata la condanna a non poter più utilizzare in modo utile questi mezzi di lotta. Questi strumenti non sono nati, e non sono mai stati veramente, dei modi per manifestare (a chi poi? ai padroni, ai politici, alla polizia) il proprio sdegno. Il loro senso sta nel danneggiare, il padrone, o chi si pensa di dover danneggiare, per poter così avere un potere di contrattazione. Le leggi che di anno in anno limitano e limano il potere di questi strumenti non sono altro che modi di impedire a chi non ha forza di darsene. Oggi gli scioperi non servono a nulla, se legali, proprio perchè legalizzati.
La legge è da sempre al servizio dei potenti. Noi poveracci abbiamo le armi che noi poveracci di volta in volta decidiamo e riusciamo a darci. Per ora, purtroppo, non ne abbiamo, e quindi non facciamo altro che subire.
Speriamo però che in molti seguano l’indirizzo di questi ragazzi, e che presti si torni a lottare davvero, e non solo a subire passivamente, indignarsi e piangersi addosso.
Saluit-
Gentile Indigesto,
non mi pare proprio di fare ‘confusione’ o di affrontare con superficialità le questioni; il punto è molto semplice: usando determinati metodi di manifestazione la questione si sposta dal motivo del manifestare all’atto; esempio: gli studenti manifestano per X e occupano i binari –> la questione per chiunque è al di fuori dell’universo ‘studente’ diviene l’occupazione dei binari (con il danno arrecato, esempio, il ritardo cagionato etc.).
Sono due punti differenti: si è persa un’occasione per far davvero capire la protesta.
I libri di storia li apro, ma molto spesso non trovo fatti risalenti in condizioni di democrazia o di società democratica: è questo il punto.
Non si può parlarmi di Gandhi come se fosse ispiratore di un movimento in uno stato democratico: non era così. Ciò non significa che le sue idee, basate sulla non violenza, non siano principi ispiratori tout court, ma che ogni ‘fatto’ per poter essere letto va sempre ricondotto alle sue coordinate storiche, politiche e sociali.In Italia siamo in democrazia: la forza sta nelle idee e nel modo in cui esse viene veicolato sta la non violenza che non significa solo un epidermico ‘non ho dato pugni’, ma si avvale del dialogo,delle aperture, della spiegazione, della progettualità, ma anche dell’altrui rispetto, cardine della vita democratica. Occupando dei binari non si rispettano tutta quella galassia di individui che necessitano del mezzo di trasporto.
La legalità sta nel muoversi entro la legge, cioè le regole, necessarie per poter vivere insieme ad altri. E le regole, in democrazia, ce le diamo noi. Non le riteniamo giuste? C’è un modo di agire ‘da dentro’ e uno ‘da fuori’ per cambiare: quello da dentro costruisce, promuove ponti tra le persone, si muove in positivo; quello da fuori è volto al danneggiamento, alla lotta, alla distruzione, in ottica negativa.
Gandhi si muoveva nella prima area, per intenderci, e la sua novità -per il suo tempo e la sua società- sta proprio lì.
Onestamente mi preoccupa non poco leggere tra le sue parole, Indignato, un richiamo alle armi e, neppur troppo velato, mi pare, in una loro ‘necessarietà’.La vera sfida del nostro tempo, la vera rivoluzione, sta nel trovare vie legali e democratiche per sostenere le nostre idee: non è un caso se ancora siamo ancorati a idee/culture quali ‘comunista/fascista’ (con accezione sia positiva che negativa, intendo) e se scopriamo che le cose non funzionano. Il problema sono i totalitarismi che ancora lasciano i propri semi.
Io, al suo contrario, mi auguro un riscatto di novità e non la blanda e forse un po’ romantica riproposizione di vecchie idee che hanno già dimostrato i propri limiti.
Nuovamente auguro una buona giornata 🙂ps: ci tengo a far notare come dal commento al comunicato di SEL -che comunque inneggia alla democrazia… almeno a parole- stiamo discutendo dei mezzi attaccando la democrazia stesa. Ma è una riflessione a richiamo per quanto espresso da SEL,anche a titolo personale (e ora risponderò anche a quello) 🙂
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x francesco:
SEL, non si è espressa, si è impegnata con la maggioranza a sostenere le posizioni che l’ammiistrazione ha espresso riguardo all’occupazione degli stabili avvenute ultimamente.
Avremmo altri distinguo da fare ma non ci sembra il caso vista la delicatezza della situazione.Comunque crediamo che sia segno di un reale disaggio giovanile e denuncia di una condizione di precarietà oltre che di un problema reale: la presenza di migliaia di alloggi sfitti a fronte di un crescere degl costo degli affitti.
Il movimento degli studenti e insegnanti che ha manifestato in tutte le piazze in questi giorni esprime istanze precise di salvaguardia della scuola pubblica contro i tagli di questo governo e in presenza al finanziamento delle scuole private. Posizioni che noi condividamo totalmente. Le modalità scelte dal movimento o da una sua parte, rientrano nella normale azione politica, come la storia del movimento operaio ci insegna. Il blocco temporaneo dei binari, come fu dei caselli autostradali in altre occasioni è un’azione politica, estrema ma che non ci scandalizza, se gestito pacificamente, siamo invece contrari ad ogni forma di violenza sia protestataria che repressiva.
Comunque i due episodi, a differenza dll’aggressione a una sede di un partito (PSI) rientrano in ua dialettica politica, esprimono istanze e bisogni di cui la politica si deve fare carico.
L’aggressione è semplice atto “anti-politica” colpisce tutti oltre il PSI, per questa sua valnza eversiva. Noi non vogliamo sostituirci agli investigatori, non sappiamo chi ha commesso per due volte l’atto vandalico
Se leggi con attenzione il comunicato abbiamo cercato di sottolineare quale sia il clima, oggi, che rende possibile in pieno giorno un’ aggressione alla sede di uno storico partito della sinistra.Per gli altri commenti, una frase li definisce da sola:
“Quanto all’antifascismo qualcuno disse che non c’è forma peggiore di fascismo che l’antifascismo….saluti!!!”
Roba da “maggioranza silenziosa…” se non peggio, con la quale prefeisco non interloquire.Cordialmente
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Gentile Dario, innanzitutto grazie per la risposta.
Però: dire di essere d’accordo con i motivi della protesta di un intero movimento o una sua parte è legittimo, ma i mezzi scelti per portare in essere detta contrarietà non sono legittimi poichè fuori dalle regole e, come tali, sono lesivi dell’altrui diritto ed è in questa maniera che si ‘logora il clima di rispetto e democrazia e aizzano i sentimenti più irrazionali’ (cito).
Anche sostenere che qualcosa sia fatto dal movimento operaio è un falso punto di partenza: in primo luogo gli studenti non sono operai; in seconda battuta, invece, la storia insegna come in epoca fascista (ma in realtà sotto ogni totalitarismo) fossero ‘normali’ le prevaricazioni degli altrui diritti che venivano sdoganate come ‘usuali’, ‘necessarie’, fino farle giungere ad essere parte integrante di una cultura. Oggi, nelle Sue parole, per certi versi rileggo lo stesso identico principio: è giusto in quanto cultura.
Ecco, in questo e a questo, personalmente posso solo dire ‘no’ esattamente come dico ‘no’ ai danni arrecati alla sede del PSI.
E’ tutto qualcosa che si muove al di fuori della democrazia e del rispetto dell’altra persona.
Mi permetto ancora di citare il Vostro comunicato:
“SEL invita tutte le forze democratiche saronnesi a unirsi nella vigilanza antifascista a sviluppare insieme una politica di consenso e adesione ai valori Costituzionali, unica garanzia di una civile e democratica convivenza”.Fatelo. Ma davvero.
Ma sempre, non solo quando torna più ‘politicamente’ favorevole.-
Innanzitutto, bisognerebbe leggere con atenzione ciò che si scrive, non le titolazioni del redattore.
1) Al clima “politico” e al senso dell’atto si attribuisce una matrice culturale fascista, non agli autori materiali di cui, come specificato succesivamente nulla sappiamo.
A questo clima oggi concorrono “matrici culturali diverse”, l’antipolitica, il neofascismo organizzato (per informazione: Sinistra Nazionale è una sigla utilizzata dagli attuzli Nazi-maoisti, provate a fare una ricerca in rete) , che non si presenta sempre come esatta riproduzione storica, braccio alzato, camicia nera e olio di ricino, ma con lo stesso carattere anticostituzionale ed eversivo; posizioni politiche che da un punto di forza istituzionale da almeno un decennio continuano compiere “strappi” per delegittimare o distruggere parti del nostro sistema costituzionale o renderne inapplicabili alcuni principi fondanti.
2) Nessun giudizio ho espresso sull’ opportunità, efficacia politica delle occupazioni dei binari, sulla quale posso avere come francesco molte riserve. Ho discusso sul principio di legalità, sul suo fondamento (che per me non può essere altro che “storcico”, quindi mutabile nel tempo e a seconda del contesto ) e sul come, dato per me esenziale, sono spesso gli ultimi, i soggetti con minor potere, politico economico e di status sociale a dover forzare tale principio per garantire interessi collettivi che spesso la legge o il diritto non garantiscono. (anche delle democrazie occidentali, che non vanno mitizzate).
Non mi dilungo oltre, per non invadere il blog… Su cosa promuovere, non ho dubbi la partecipazione alle lotte per lì emancipazione e la difesa dei valori costituzionali… anche se qualche volta dovesse comportare per mnecessità, la violazione collettiva di legatità, almeno per come sempre ha fatto il movimento operaio nella sua storia.-
Sig. Francesco, a me piace chiaccherare soprattutto di queste cose, alle quali dò discreta importanza ma mi piace anche che non si forzi il mio pensiero in una direzione piuttosto che in un’ altra e in generale, come cerco di rispettare l’ interlocutore così chiedo rispetto.
Le occupazioni, di binari come di qualsiasi stabile non sono un atto di per sè fascista. Anzi come ho cercato di spiegare non sono di per se estranei alla lotta del movimento operaio e alla sua storia, anche quella post Costituzione.
Il che ovviamente non vuol dire che possano essere sempre giustificati o giusti.Cosa diversa è l’aggressione ad un partito, il fatto che poi sia un partito “costituzionale” di grande tradizione antifascita, il fatto che l’atto sia reiterato a distanza di pochi mesi mi pare identifichi se non l’ autore materiale almeo la matrice culturale del gesto, soprattutto in un clima di antipolitica per me non molto distante da alcune istanze tipiche del fascismo-rivoluzionario.
Del resto non sono molto distanti l’esperienza prima “dell’uomo qualunque”, poi della “maggioranza silenziosa” o dell’ eversione di Avanguardia Nazionale. Tutti movimenti, diversi tra loro che mantenevano alcuni tratti culturali comuni: cercare di modificare il quadro Costituzionale nato dopo la resistenza antifascista.
Per questo SEL ha richiamato l’attuale humus culturale.Lei scrive:
“… e che sono ammissibili anche qualora si muovessero contro la Costituzione e la democrazia stessa… che però in precedenza si vorrebbe tutelare.”
Non distorca il mio pensiero e rilegga se non ha capito.
Lei compie una semplificazione fuori luogo:
princpi e valori Costituzionali non sempre coincidono con la “legalità” per come essa è esercitata.
Come già detto, spesso, quando gli operai occupano una fabbrica violano la legalità ma chiedono l’applicazione letterale di un principio costituzionale: “il diritto al lavoro”. Il diritto all’organizzazione collettiva e al manifestare la stessa anche, alcune volte, violando la legalità (per esempio una manifestazione non concordata con la prefettura) è da sempre una necessità per tutti quei soggetti deboli che hanno come unico punto di forza la loro unità e possibilità di manifestare i propri interessi.Nel ’60 La Democrazicristiana, partito di maggioranza relativa, decise per una legge truffa, (legge Tambroni) sindacati e forze di sinistra chamarano alla mobilitazione, le Prefetture negarono la possibilità di manifestare in quasi tutte le piazze di Italia, nonostante questo divieto la sniistra scese in piazza in tutto il paese, la polizia reaggi con estrema violenza uccidendo in solo giorno 25 persone nelle città del Nord come al SUD.
Be quella fu una evidente violazione della legalità ma a difesa del diritto di manifestare e a difesa della democrazia Costituzionale.
La legge non passo e il governo cadde.Dopo questo scambio mi pare chei suoi interventi sia stati pretesto per sventolare spauracchi e ripropoporre, sotto sotto, la qualunquistica quanto nefasta teoria degli opposti estremismi…
Foglia di fico per difendere da sempre nel nostro paese i poteri forti…
ma mi sbaglierò. -
Mi perdoni, Dario, ma se ci si rifà al clima politico etc. attuali, anche atti quali occupazioni (di case come di binari) avvengono entro esso.
Ciò nonostante nel comunicato di SEL si taccia di fascismo solo un atto specifico, quello contro la sede del PSI.
Avevo chiesto come mai non anche gli altri atti e mi è stato risposto che il movimento operaio (o qualunque collettivo) si avvale da sempre di certi modi… e che sono ammissibili anche qualora si muovessero contro la Costituzione e la democrazia stessa… che però in precedenza si vorrebbe tutelare.
Insomma, si dice tutto e l’esatto contrario ^^”
Quasi parrebbe di intuire che se a sfasciare la vetrina fosse stato un collettivo che ha visto quella sola azione come forma di protesta allora sarebbe ammissibile…C’è molto che ‘non mi torna’ 🙂
Dopo questo scambio mi pare che tutto sia stato pretesto per sventolare spauracchi come ‘fascisti’ in qualcosa in cui potenzialmente c’entrano nulla (che poi: fascisti a Saronno? dove e quando? °_°) esattamente come altri sventolano ‘comunisti’, ‘complotti franco-tedeschi’, ‘massoni’, ‘P2’, ‘mafia’…
ma mi sbaglierò.Ad ogni modo, grazie della ‘chiacchierata’ 🙂
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Sig. Francesco, condivido poco quanto da lei espresso, perchè estraneo alla mia cultura politica, le parlo in questo caso a titolo puramente personale .
Non perchèio sia liberticida nel confronto dei singoli ma semplicemente perchè “storicista”. Non mi piace assolutizzare concetti o valori rendendoli astrtti se non mistificatori.I diritti, e soprattutto il diritto del singolo in relazione ai diritti della collettività è considerato, in ogni cultura politica, liberale, socialista o cattolica, comunque frutto di un compromesso. Sia che per tale compromesso ci si appelli al “contratto tra cittadini” sia ci si appelli a valori “etici” o a quelli di “classe”.
Per cui spesso, nella realtà pratica che trasforma il diritto stesso in “convivenza sociale”, il rapporto tra diritto del singolo e diritti colettivi trova declinazioni diverse, per altro quasi mai sclerotizzate ma in continuo divenire. Per essere più diretti e concreti: il blocco temporaneo dei binari, se identificato come necessità di manifestare la difesa di un diritto collettivo o di una comunità, sta al diritto del singolo, come il picchetto operaio di fronte ai cancelli della fabrica, fatto per garantire la riuscita dello sciopero, sta al diritto del crumiro di entrare in fabbrica.
Non è un caso che in questi giorni, i ferrovieri siano tornati a bloccare la stazione di Saronno proprio in difesa di diritti del lavoro minacciati. E anche in questo caso non mi sognerei di mettere in discussione il loro diritto a manifestare occupando temporaneamente la Stazione o il diritto degli operai di Caronno che da mesi stanno occupando l’azienda chiusa dal padronato.
Da qui il mio precedente riferimento alla storia del movimento operaio.Se osserva con attenzione nella storia, chi si è trovato spesso nella necessità di esprimere i propri diritti COLLETTIVI anche violando la “legalità data” sono sempre stati gli ultimi, quelli senza strumenti di difesa se non la propria lotta collettiva, l’essere uniti e il poter insieme rendersi visibili: I braccianti che occuparono le terre del sud nel dopoguerra (contro il diritto di propretà di pochi)
fino ad ottenere una riforma agraria nel ’56. Gli operai che occuparono le fabbriche prima nel ’43 impedendo ai tedeschi di smatellarle e poi nel ’69 ottenendo poi lo Statuto dei Lavoratori nel ’72; gli studenti che occuparono le Università nel ’68/69 ottenendo la definitiva liberalizzazione degli accessi universitari e i corsi per i lavoratori studenti serali.Tra questo immediato e “concreto” scontro sui diritti, io sto in difesa del diritto collettivo, purchè possibilmente si manifesti nella non – violenza fisica e nella garanzia di integrità individuale di tutti i soggetti.
Dopodicchè ho rispetto, quando parlo come forza politica, dell’autonomia delle associazioni e dei movimenti per cui non mi sogno di giudicare dal di fuori le loro dialettiche interne.
Per questo ho espresso solo una generica solidarietà sui contenuti espressi dal movimeno degli studenti e non sulle modalità che hanno scelto per manifestarle, per altro diverse.Quindi nessun riferimento ad una “cultura” superiore o ineluttabile, stia attento a distribuire patenti di fascismo a chi non conosce, tanto meno ad una formazione politica che ha tutt’altra ispirazione. Riferimento solo alla materialità delle leggi e del loro manifestarsi nei conflitti.
Dopodichè la democrazia è senz’ altro rispetto delle regole ma anche partecipazione, organizzazione sul territorio e nella società civile di istanze e interessi collettivi… E’ diritto di manifestare e rendere visibili questi diritti. Non perchè lo dico io, ma la Costituzione.
Senz’altro in questi giorni il manifestare degli studenti per le strade, come degli operai sulle gru dei cantieri (occupazione delle stesse) viola, in linea di principio, altri diritti individuali (alla mobilità o di proprietà) ma, come la Costituzione garantisce, il diritto collettivo di manifestare è prevalente in questo caso sui diritti individuali.
Anche perchè quando alcuni principi fondanti della Costituzione stessa: il diritto alla scuola pubblica e all’ istruzione e quello al lavoro sono messi nella realtà concreta in discussione manifestare, anche occupando i binari di una stazione, la scuola nella quale si studia o la fabbrica dove si vorrebbe continuare a lavorare… E’ non un diritto ma un dovere,Da qui il mio richiamo ai valori Costituzionali come unica garanzia di una civile e dmocratica convivenza.
Cordialmente
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Ah, dimenticavo lo spunto sui ferrovieri… le cose stanno un po’ diversamente da come detto ieri, probabilmente ‘a caldo’: nessuna occupazione di binari, manifestazione ‘con fischietti’ (vista l’abbondante presenza politica all’inaugurazione) per il nuovo contratto, ritardi dovuti all’incapacità gestionale nella formulazione delle turnazioni del personale, saronno-seregno affetta da problemi ‘di gelo’ (ancora da capire il motivo). Così parrebbe essere ora 🙂
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Stimato Dario,
prendo atto che ora sta scrivendo come singolo e non come rappresentante di SEL.
Mi focalizzo, prima di tutto, su una frase da lei riportata:“Non mi piace assolutizzare concetti o valori rendendoli astrtti se non mistificatori”
e qui sarebbe da riflettere su uno spunto fornito e scritto da chi si firma ‘Sinistra nazionale’: come si fa a dire che a sfasciare la vetrina del PSI son stati ‘i fascisti’?
Parliamoci chiaro: non si sa.
Non c’è qualcuno che ha visto un tizio o un gruppo col volto di mussolini tatuato sulla spalla sfasciare la vetrina.
Però nel comunicato si taccia già ‘i fascisti’ come responsabili.
E’ un concetto assoluto, astratto, potenzialmente mistificatore… a meno di non indicare come ‘fascista’ l’atto di forza, di intolleranza, di avversione al pluralismo di pensiero e alla libertà di espressione: è in questo che si inserisce il mio iniziale quesito (perchè questo sarebbe fascista e l’occupazione dei binari no?) e non mi si può rispondere con ‘alcune cose vanno bene perchè fatte da un collettivo di persone’ come a dire che se a sfasciare la vetrina fosse stato un collettivo di persone non politicamente rappresentato (siano essi ‘fascisti’ piuttosto che i ‘gruppi antagonisti’) allora sarebbe un gesto lecito? non credo -e francamente non spero-, ma la logica è la stessa.
Cosa sarebbe, poi, se si scoprisse che a spaccare la vetrina fossero stati… non so, i venditori abusivi di carciofi cui un esponente del PSI ha dato vita difficile piuttosto che i ragazzi del TeloS che non gradiscono i pareri espressi dal PSI sul ‘Saronno Sette’ di qualche settimana fa? Passerebbero automaticamente come ‘fascisti’?
(sia chiaro che non sto dicendo ‘sono stati loro’, ma apporto solo esempi per la riflessione)Sul diritto di manifestare, non ho minimamente espresso un ‘no’, ma ho detto che ‘i modi del manifestare’ possono essere oggetto di un ‘no’; la Costituzione italiana garantisce il diritto di manifestare, ma anche il diritto alla libertà di movimento (art. 16 contiene anche la frase ‘Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche’ e il trasporto pubblico è un’estensione della libertà di circolazione): ne va da sè che bloccare i binari è metodo ademocratico e, in più, danneggia le ragioni stesse della manifestazione in quanto sbilancia la riflessione dell’opinione pubblica sull’atto compiuto (e danno recato) e non sulle ragioni della protesta. Come dire che ti fai nemici e resti senza alleati. E’ qualcosa di privo di logica *in democrazia*.
Alcuni degli esempi storici che ha riportato si riferiscono a momenti del post-guerra in cui si andava ordinando l’intero stato italiano dal ‘Regno d’Italia’ e suo residui ad una forma democratica… oggi siamo in democrazia: c’entra nulla.
Il periodo di fine anni 60 e anni 70 che lei cita, invece, è piena democrazia: sono esempi utilizzabili. Ma non vanno letti in assoluto come ‘positività’ punto e fine nè come negatività assoluta: va cercato cosa c’è di bene e cosa no. Perchè c’è tanto di bene e tanto di male: da lì nascono correnti antidemocratiche.
Oggi sta noi scegliere cosa promuovere e cosa no… e se si sostiene che un atto è ‘negativo’ quello stesso atto è tale anche se perpetrato da ‘chi sostengo’, da ‘chi mi è politicamente vicino’, da ‘chi osteggio’… etc. Perchè ad essere negativo e ademocratico è l’atto in sè e non le ragioni.
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eh allora mi sa che o non siamo in linea con il concetto di maggioranza silenziosa o proprio non ha afferrato il senso della risposta…buone primarie di coalizione (lombarde) con gli amici del gruppo bilderberg!!! 🙂
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