Oblazione di 5000 euro per i gatti randagi
ORIGGIO – Rischia di finire a processo e se vuole evitarlo deve ora pagare una oblazione di 5000 euro: è la donna di Origgio che, al termine delle indagini iniziate nel marzo scorso, è stata denunciata a piede libero dal Nucleo operativo varesino del Sita, il Servizio interprovinciale tutela animali, guidato da Francesco Faragò.
Il tutto dopo che gli agenti avevano trovato, in una locale all’interno di un cascinale, in spazi nella disponibilità della signora, 25 gatti randagi, detenuti in condizioni di assoluta precarietà igienico-sanitaria.
La donna li aveva raccolti dalla strada e li tratteneva all’interno del locale, nel timore che fuori potessero morire di stenti oppure venire investiti dalle auto. Insomma, le intenzioni erano senz’altro buone ma l’interessata non si rendeva conto che in questo modo stava costringendo gli animali, selvatici e dunque abituati a vivere liberi, in un contesto di sofferenza fisica e psicologica, come accertato anche dai veterinari al seguito degli ispettori del Servizio interprovinciale, intervenuti con i carabinieri.
Nel dettaglio la origgese deve adesso rispondere della violazione dell’articolo 727 del codice penale, ovvero della detenzione di animali in condizioni incompatibili con la propria natura e produttiva di gravi sofferenze, e per questo è stata deferita alla procura di Busto Arsizio.
Proprio in questi giorni il Comune di Origgio ha affidato alla sezione Enpa di Saronno, l’Ente protezione animali, la “gestione” dei felini, che sono stati liberati in loco, ossia nel loro habitat, e contestualmente il pubblico ministero titolare del procedimento, Francesca Parola, visto il buon esito delle operazioni, ha chiuso le indagini offrendo all’indagata (che è incensurata) la possibilità di estinguere il reato mediante l’oblazione dell’ammenda pari a 5000 euro.