Librandi sfida… il Giappone
SARONNO – Neo deputato per la Scelta civica di Monti, il saronnese Gianfranco Librandi subito prima di recarsi a Roma per assumere l’incarico ha… sfidato il Giappone.
In qualità di responsabile e amministratore della Tci, una delle più importanti aziende del Saronnese per quanto concerne fatturati e numero di dipendenti, Librandi si è infatti recato nel Paese del sol levante per valutare nuove possibilità che quei mercati offrono, in un momento di crisi per le economie occidentali.
Ecco – in sintesi – il suo diario di viaggio, come pubblicato dal sito del suo partito, Unione italiana.
“Crisi in Europa, mercati fermi, preoccupazioni, anche se la nostra azienda da anni riconferma una crescita continua. Meglio non fidarsi, meglio non adagiarsi sugli allori, in giro si vedono solo facce preoccupate, anzi di più. Abbiamo già affrontato tanti mercati emergenti, ma ce ne è uno che non abbiamo mai osato sfidare : il Giappone, così lontano, così diverso.
Eccoci sull’aereo per Tokyo, andiamo là, nel Paese delle novità elettroniche, del design tecnico e dell’attenzione profonda per l’ambiente e per la qualità. Un Paese con tante contraddizioni, un debito pubblico più che doppio rispetto al Prodotto interno lordo, anche se saldamente trattenuto nelle mani dei residenti. Gli interessi sui Jgb ( Japanese Government Bond) sono lo 0,65 per cento, il tasso medio di disoccupazione è il 4.5 per cento e, incredibile a credersi, il tasso è più alto fra gli uomini che fra le donne. Benessere generale evidente, impossibile cenare fuori il venerdì sera senza prenotazione.
Reddito pro capite alto, quasi 35 mila dollari statunitensi, 130 milioni di persone che producono più di 5700 miliardi di dollari.
Però, che strano, è quasi impossibile comunicare in inglese con il popolo giapponese ed il 30 per cento dei giapponesi porta mascherine antimicrobiche.
Tanti capelli neri, continui inchini, nomi fantastici : Sakamoto, Kondo, Takinaki, Sakai.
L’Exhibition Center che ho visitato è futuristico. Lo raggiungiamo dall’hotel con un metro esterno; la cosa che più mi colpisce è la pulizia del treno, ma anche delle strade e dei binari. Ma come fanno, non c’è un pezzo di carta, una pietra fuori posto! Bravi, ordinati, educati, rispettosi del bene pubblico. Visitiamo i padiglioni della fiera e dopo un’ora abbiamo capito tutto: questi sono tosti nel nostro settore, l’illuminazione.
Hanno introdotto una grande novità, “l’Organic Led”, risparmio energetico e design minimal. Cosa possiamo vendere, allora, del lavoro italiano? La loro reazione è fantastica, appena gli dici di essere italiano si illuminano e ti fanno accomodare. Si, vogliono venire in Italia a visitare la nostra azienda e vedere i nostri musei.
Gli italiani sono speciali per i giapponesi, compreso quello attualmente più famoso: l’ex allenatore Zaccheroni, una stella qui. Mi chiedono del nostro Paese.
Dovremo attivarci per ottenere il marchio di qualità giapponese Pse per i nostri prodotti e faticare per trovare la chiave giusta di approccio al mercato, ma le premesse sono fantastiche.
130 milioni di persone serie e simpatiche, niente concorrenza europea, e la Cina sembra lontana per i parametri giapponesi. Ed alla fine arriva il primo ordine, un po’ di fortuna ci vuole, la bandiera l’abbiamo issata. Mi ritrovo addirittura a fare tre inchini, ma che vergogna, cosa non potrei fare per un ordine! Viva l’Italia!”
200313