Appropriazione indebita ai danni dei Concezionisti: arrestato un religioso
SARONNO – Arresti domiciliari per padre Franco Decaminada, religioso della Congregazione dei Figli della immacolata concezione, che fa base in città all’istituto Monti di via Legnani e che in questa vicenda è “parte lesa”.
L’operazione della Guardia di Finanza si è sviluppata stamane, giovedì, interamente a Roma dove i Concezionisti gestiscono parecchie strutture sanitarie: padre Decaminada è stato “Consigliere delegato” dal 2004 al dicembre 2011 per la gestione del comparto Idi-Sanità. Idi sta per Istituto dermopatico dell’Immacolata, che è di proprietà dei concezionisti, e le indagini delle Fiamme gialle fanno seguito proprio al dissesto finanziario di tale istituto.
Le misure cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari hanno riguardato non solo padre Decaminada ma anche Domenico Temperini, che era amministratore delegato di Elea spa e Elea Scarl, fallita a febbraio 2013, società partecipate dalla “Provincia italiana della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione” e che operavano in ambito della formazione del personale, amministratore di Idi-Farmaceutici e direttore generale pro-tempore del comparto Idi-Sanità. Temperini è stato trasferito in carcere mentre ai domiciliari è finito Antonio Nicolella, che faceva parte del consiglio di amministrazione della società lussemburghese Ibos II S.A., era socio di una società congolese con lo stesso nome e componente del consiglio di amministrazione di una società partecipata dalla fallita Elea Scarl.
I tre sono chiamati a rispondere di vari reati: si parla di appropriazione indebita aggravata alla bancarotta patrimoniale fraudolenta, ma anche di emissione di fatture false e di occultamento di scritture contabili. Ci sono anche altre dieci persone denunciate e che, a vario titolo, debbono rispondere di riciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento delle scritture contabili ed appropriazione indebita.
I finanzieri hanno anche sequestro una palazzina in Toscana, per un valore di più di un milione di euro. All’appello, comunque, mancherebbero 14 milioni di euro. La spoliazione del comparto sanitario romano, che da tempo era in crisi e da sabato scorso è in amministrazione straordinaria per un passivo superiore ai 600 milioni di euro, sarebbe avvenuto anche tramite diretti prelievi di denaro dalla cassa, o tramite il pagamento di fatture per prestazioni – in Italia, India e America latina – che la Gdf ha giudicato fittizie.
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