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SARONNO – La Lega Nord contesta il Piano di governo del territorio, documento urbanistico recentemente varato dall’Amministrazione civica di Centrosinistra.
Ecco, integralmente, il comunicato a firma di Angelo Veronesi, capogruppo leghista in consiglio comunale.
Il Pgt vede finalmente la luce dopo quasi tre anni dall’insediamento di questa Amministrazione. Un Pgt per il quale avevano promesso una rapida approvazione, dato che avevano garantito di avere le idee chiare. Prima di mandare a casa il sindaco Luciano Porro, esponenti del Pd ci avevano fatto ventilare l’ipotesi di un nostro sostegno esterno fino all’approvazione del Pgt, visto che secondo loro, la loro idea di urbanistica era simile alla nostra.
Meno male che non abbiamo creduto loro, visto che il Pgt si è trasformato in una Tela di Penelope costruita di giorno in pubblico e disfata la notte nella stanza dei bottoni.
E’ un Pgt che non poteva sconfessare il Prg che alcuni dell’Amministrazione hanno votato in passato. Un Pgt che ha voluto tradurre il Prg di vecchio stampo con il linguaggio nuovo del Pgt, peggiorandolo ulteriormente impostando un ragionamento per lotti e non per grandi aree, come avveniva con il pentapartito anni ’80.
Non ci stupiamo di questo e ci dispiace che anche tra le file dei supporters della maggioranza ci sia qualcuno che crede ancora a un Pgt diverso, migliore, oppure addirittura migliorabile strada facendo.
Gli scopi che avrebbero dovuto ispirare questo PgtT avrebbero dovuto essere di creare nuovi posti di lavoro con incubatori industriali e con il rilancio del centro commerciale naturale; pensare a nuovi servizi da dare ai cittadini e potenziare quelli esistenti; ragionare sulla crisi idrica; prevedere realmente nuovi parchi in città.
Invece si è pensato solo al mattone. La quantità di residenziale che si vuole attuare supera le capacità viabilistiche e dei servizi offerti dal nostro Comune. Rischiamo di diventare la periferia-banlieu di Milano. La popolazione aumenterà fino a circa 45 mila abitanti senza prevedere nuovi servizi, nuove scuole, nuovi asili nido, nuovi pozzi idrici, una nuova rete idrica.
Non hanno previsto nuove strutture aziendali per creare posti di lavoro. Non si difendono nemmeno le aree industriali a Saronno Nord, nè quelle a Sud dove erano previsti insediamenti industriali.
Le aree dismesse vengono viste da questo centro sinistra come aree di sviluppo urbanistico dove risolvere i problemi degli alloggi in città. Il problema è sentito, ma non è questa la soluzione e il centro sinistra lo sa benissimo.
Come sarà possibile farci stare un grande parco? Non ce lo dicono, ma tutti sanno invece che se si costruissero tutti questi alloggi non andrebbero certo ai saronnesi, dato che i costi delle case a Saronno sono destinati a rimanere alti, poichè siamo nella prima fascia milanese.
Non c’è nessun progetto per far stare a Saronno le giovani coppie saronnesi.
Non si risolve il problema della crisi idrica e della mancanza di acqua potabile in città. Si vogliono aumentare le case, ma non si parla di nuovi pozzi. Non c’è alcun piano in merito, nemmeno sulla carta. Era questa l’occasione per progettare.
Non avendo previsto un rilancio del centro commerciale naturale si andrà incontro a una crisi del commercio che porterà purtroppo a riempire Saronno di centri commerciali.
C’è una grande area dismessa nei pressi dell’ospedale: non si è pensato a prevedere un eventuale allargamento della struttura ad esempio con parcheggi. Se non c’è nemmeno la volontà politica da parte del Comune di Saronno per un potenziamento dell’ospedale, mi chiedo come farà la Regione a credere alle parole del sindaco Luciano Porro.
180613
Buon giorno Veronesi. Prendo atto che anche la Lega Nord si accorge della crisi idrica, già in atto a Saronno e certificata dalla documentazione del Pgt, segnalata da noi di Attac Saronno sin dallo scorso 22 ottobre in apposita serata pubblica, nonché facente parte delle nostre osservazioni al Pgt, ovviamente con risposta altamente insoddisfacente da parte della maggioranza. Le preciso, inoltre, che i quartieri periferici parigini si chiamano “banlieue” (al singolare), con una “e” finale”. Ma forse il troncamento da lei operato va di pari passo con quel “Saron” che apre l’articolo, giusto?
Banlieue parigine?
In effetti da anni cerco di evitare Parigi, pur avendo ancora un certo fascino.
Preferisco la più elegante, ordinata e originale Londra.
Carlo A. Mazzola
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