Presidio e corteo per “riprendersi strade e piazze ora deserte”
SARONNO – Con una breve nota diffusa su internet alcuni partecipanti del corteo di sabato pomeriggio hanno voluto spiegare le motivazioni per cui sono scesi in piazza.
Oggi pomeriggio (29 giugno) si è tenuto un presidio in piazza Libertà per rispondere agli arresti di 7 compagni accusati di resistenza allo sgombero della libreria autogestita Ex-Cuem all’Università Statale di Milano.
Il presidio si è in seguito trasformato in un corteo spontaneo per le vie di Saronno partecipato da oltre cento persone. Con una presenza sentita e determinata abbiamo dimostrato che non riusciranno ad intimidirci e a fermarci con la repressione.
Il corteo è stato anche un modo per amplificare quelle che sono le situazioni di lotta e di tensione nel nostro territorio: più volte si è ribadito al megafono la vicinanza ai lavoratori e ai solidali processati per le lotte ai magazzini Bennet di Origgio, con slogan e cori si è espressa la massima solidarietà ai migranti, e a chi subisce la violenza del mattone e degli speculatori edilizi con sfratti e sgomberi. Non sono mancati riferimenti alle recenti ordinanze liberticide che a Saronno vogliono limitare la nostra libertà e socialità proibendo di bere una birra in strada. Si è ricordato alla città e ai diretti responsabili della questura di Varese l’assassinio di Giuseppe Uva, prelevato vivo dai carabinieri di Varese e rilasciato morto dopo diversi pestaggi.
Abbiamo ribadito a gran voce che se lottare e resistere sono un reato continueremo a essere recidivi.Contro il sistema che ci vuole docili, addomesticati e passivi, non abbiamo altra scelta che resistere e lottare, è quello che stiamo facendo e continueremo a fare.
Riprendendo le strade e le piazze al deserto che hanno creato con controlli asfissianti e con telecamere ovunque, non rinchiudendoci in quattro mura isolati e anestetizzati da computer e televisioni.
Occupando le case per vivere una vita non dettata dallo strozzinaggio di affitti proibitivi.
Organizzandoci insieme per decidere noi stessi quali siano i nostri bisogni e cosa sia meglio fare per la nostra vita, e come vivere nei nostri quartieri e nelle nostre città. Per sostenerci l’un l’altro contro una società di consumo che svaluta la vita stessa degli individui in favore del profitto e dell’economia.
Per fare tutto ciò oggi più che mai è necessario liberarsi dalla polizia e da ogni autorità che ci impone di delegare la soddisfazione dei nostri bisogni, la nostra sicurezza e, in definitiva, ogni aspetto della nostra vita.
Resistiamo a questo attacco, liberiamoci da ciò che ci opprime.
Alcuni partecipanti del corteo