Omicidio: nessun riscontro dai controlli nei centri psicosociali
SARONNO – L’assassino di Maria Angela Granomelli, la titolare della gioielleria “Il dono di Tiffany” uccisa nella propria attività in corso Italia sabato 3 agosto, non sarebbe uno dei pazienti delle strutture psichiatriche della zona. E’ quanto emerso, secondo alcune indiscrezioni, dagli ultimi accertamenti degli inquirenti che stanno seguendo le indagini.
Il giorno dell’omicidio il volto del killer è stato immortalato dalle telecamere interne del negozio e visto che le impronte digitali lasciate dall’uomo non sono state utili per identificazione, evidentemente non si tratta di un pregiudicato, gli inquirenti hanno reso pubblici i fotogrammi in cui lo si vede entrare nella gioielleria.
Quelle stesse immagini, rese più nitide dagli esperti del Ris, sono state mostrate in questi giorni in tutti i centri psicosociali, ad iniziare da quello saronnese di via Bellavita fino a quelli delle province di Varese, Como, Milano e Monza. Nessuno degli operatori però ha riconosciuto quell’uomo sui trent’anni, stempiato e che con i suoi pantaloncini a quadretti e la maglietta verde sembra un normale cliente. Il fatto che solo dopo 45 minuti a parlare con la donna, apparentemente senza una minaccia o una motivazione, abbia deciso di colpirla con un astuccio rigido facendola cadere a terra ha aperto la porta alla possibilità che il killer soffra di problemi psichici e magari abbia agito per un raptus improvviso.
L’altra ipotesi è quella di una rapina anche se tanti elementi, dalla lunga permanenza nell’attività al misero bottino, 600 euro, la fanno apparire decisamente anomala.
22082013
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Commenti
Quindi si preannuncia un malato di mente, Kebobo 2 la vendetta?
Se sì, fossi i suoi parenti, metterei una taglia da capogiro.