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SARONNO – In attesa dell’interrogatorio di domani mattina del Gip Alessandro Ghionna emergono nuovi particolari sul delitto della 62enne Maria Grazia Granomelli avvenuto lo scorso 3 agosto nel negozio “Il dono di Tiffany” in corso Italia. Alex Maggio, il disoccupato 32enne che identificato e fermato dai carabinieri ha confessato di aver ucciso la commerciante, ha fornito agli inquirenti un dettagliato resoconto dell’accaduto che ora i militari stanno verificando.
E’ arrivato a Saronno per un colloquio di lavoro e per ritirare un’auto presa a noleggio per andare in vacanza in Puglia. Aveva circa un’ora di attesa e così si è messo a gironzolare per il centro. Casualmente è arrivato davanti alla gioielleria e ha pensato di cercare un regalo per la fidanzata. E’ entrato nel negozio e ha iniziato a guardare i monili che gli proponeva la commerciante. A questo punto uno degli aspetti più difficili da accettare: Maggio non sa spiegare perchè abbia colpito la titolare con un pesante portagioie di ferro. Ha dichiarato, durante la sua confessione agli inquirenti, di aver continuato a colpirla perchè la donna gridava ma non ha saputo dire cosa l’abbia spinto ad aggredirla.
Subito dopo il delitto ha preso qualche gioiello e chiudendosi la porta a chiave alle spalle si è allontanato tornando alla sua vita. Ha preso l’auto e con la fidanzata è andato in vacanza in Puglia. Mentre il corpo di Maria Angela Granomelli veniva ritrovato dal marito in un lago di sangue dietro al bancone della gioielleria Maggio era già in viaggio verso la sua terra d’origine.
Senza televisione e senza leggere i giornali il 32enne non è mai stato cosciente della caccia all’uomo che si era scatenata intorno a lui. Non ha raccontato nulla alla fidanzata che fino a mercoledì sera ignorava cosa fosse accaduto al convivente a Saronno. La drammatica realtà da cui è scappato per due settimane gli è ripiombata addosso al ritorno a Bollate.
La segnalazione di una vicina di casa unitamente ai risultati delle indagini dei carabinieri sulle celle telefoniche hanno stretto un cerchio intorno a lui. Maggio forse ne era consapevole tanto che non si è mostrato sorpreso quando si è ritrovato davanti i carabinieri mercoledì sera mentre vedeva la partita del Milan. Ha confessato praticamente subito. Aveva pensato più volte di costituirsi ma gli era sempre mancato il coraggio. Il suo avvocato, Carlo Alberto Cova, lo descrive come una persona distrutta dal senso di colpa e dall’incapacità di spiegare agli altri e di capire cosa abbia scatenato la sua violenza.
30082013
Lui è distrutto? Lui???? Poverino…
E la famiglia della vittima allora?
Avrà modo di pentirsi, ma in GALERA signori miei!
GIUSTIZIA!
Distrutto dal senso di colpa dopo due settimane di vacanza… della coscienza,suppongo… Mah,difficile credere a ció.
Ecco perché in Grecia al porto sono tutti con mani amputate.
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