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BUSTO ARSIZIO – Stamattina al tribunale di Busto Arsizio il procuratore capo Gianluigi Fontana, il sostituto procuratore Nadia Calcaterra con il comandante dei carabinieri di Varese colonnello Alessandro De Angelis e il maggiore Massimiliano Corsano del Nucleo investigativo di Varese hanno organizzato una conferenza stampa per “spiegare tutti gli elementi e le indagini che hanno portato all’arresto di Alex Maggio”, il 32enne disoccupato che ha confessato di essere il responsabile dell’omicidio di Maria Angela Granomelli, 62enne titolare del negozio “Il dono di Tiffany” di corso Italia uccisa a calci e pugni lo scorso 3 agosto.
UN’INDAGINE COMPLESSA
“E’ stata un’indagine molto complessa – ha spiegato Corsano – innanzitutto per le tante ore che sono passate dal delitto al rinvenimento del corpo e poi anche perchè, pur avendo il filmato della videosorveglianza, non avevamo un’immagine nitida dell’assassino ma solo una fisionomia. Avevamo anche le sue impronte digitali ma si sono rilevate inutile nella prima fase perchè l’uomo non era stato schedato”.
ANALISI SU OLTRE 100 MILA UTENZE
Elementi importanti sono arrivati dalle analisi delle telefonate: “Dal video ripreso dalle telecamere interne abbiamo visto che l’assassino ha preso per tre volte il telefono mentre parlava con la commerciante prima del delitto. E’ stato un elemento su cui abbiamo indagato molto, considerando però che quelle telefonate potevano essere anche delle simulazioni”. Sono state prese in considerazione oltre 100 mila utenze telefoniche. Tra queste oltre 200 che sono state ritenute essere di interesse investigativo sono state analizzate nel dettaglio.
MIGLIAIA DI SEGNALAZIONI
Da subito gli inquirenti sono convinti che l’assassino sia della zona: “Il video del delitto è stato diffuso a tutte le stazioni carabinieri del comprensorio ed è stato portato “porta a porta” le immagini in tutti i Sert e i Cps della zona”. A questo punto si decide di diffondere alcuni fotogrammi ritoccati dal Ris:”Proprio perchè le immagini delle telecamere interne non erano nitide ma fornivano solo una fisionomia, le segnalazione dopo la diffusione dei fotogrammi e l’apertura del numero verde sono state tantissime. Abbiamo anche avuto una segnalazione dall’estero su un viaggiatore presente su un treno tra la Svizzera e la Francia. Le abbiamo verificate tutte con tempestività con un lavoro enorme per l’Arma e la Procura”. Tra le migliaia di chiamate sono solo una quindicina si sono rivelate attendibili.
LA SVOLTA
Dall’analisi delle persone che avevano fatto delle chiamate dopo l’omicidio si è presto accesa l’attenzione su un’utenza che aveva registrato tre chiamate molto brevi ma fatte in rapida sequenza pochi istanti dopo l’ora del delitto: “Era un telefono che non aveva mai generato traffico in quella cella e che dopo queste chiamate scompare dalla zona”. Nel frattempo al comando carabinieri di Caronno Pertusella arriva una donna che segnala un proprio vicino come somigliante all’uomo ritratto nei fotogrammi. “E’ la prima volta che il nome di Alex Maggio entra nell’inchiesta ma è solo un sospettato come tanti anche perchè la foto del cartellino d’identità, risalente da cinque anni prima, non mostra una chiara somiglianza”.
LA DENUNCIA DELL’AUTONOLEGGIATORE
Il cerchio intorno a lui si stringe quando arriva la denuncia a suo carico per la mancata restituzione di una macchina presa a noleggio a Garbagnate Milanese il 3 agosto giorno dell’omicidio. “A questo punto osservando i tabulati telefonici scopriamo che proprio quel noleggiatore era stato chiamato dalla scena del delitto, poco dopo l’omicidio”. Immediata la convocazione del titolare dell’attività che spiega di aver ricevuto la chiamata di Maggio che gli chiedeva di andarlo a prendere alla stazione di Garbagnate Milanese perchè era caduto e non riusciva ad arrivare all’autonoleggio. “L’uomo lo trova con i pantaloncini rovinati (Maggio li ha strappati per eliminare una vistosa macchia di sangue ndr) e sporco di sangue. Lo accompagna a casa dove il 32enne si lava e si cambia. A questo punto impegna alcuni monili della refurtiva in un comproro a Bollate ottenendo 850 euro. Ne usa 400 per pagare l’auto”.
LA SECONDA SEGNALAZIONE
Mentre gli inquirenti attendono l’autorizzazione per intercettare il telefonino di Alex Maggio, che nel frattempo è partito per il Salento per una vacanza, arriva anche la segnalazione di un ristoratore di Saronno che riconosce nell’uomo dei fotogrammi della videosorveglianza uno dei suoi ex dipendenti.
LA RICERCA ANCHE SUI SOCIAL NETWORK
Si intensificano le indagini intorno al 32enne. Alex Maggio risulta ancora residente a Lecce e di lui non ci sono suoi recapiti utili: “Viene setacciato anche il social network Facebook. Qui troviamo una foto più recente dell’uomo con la convivente dove è viene riconosciuto a pieno” .Il cellulare è sempre spento e le ultime celle agganciate sono quelle di Bollate.
IL CAGNOLINO DELLA COMPAGNA SVELA IL NASCONDIGLIO
Analizzando il profilo Facebook della compagna i militari notano il particolarissimo cagnolino della donna: “Aveva delle orecchie molto grandi ed uniche e così sono stati predisposti dei controlli nelle aree verdi intorno alla zona dove risultava essere stato agganciato per l’ultima volta il cellulare di Maggio”. E’ il 27 agosto. Il 32enne è tornato dalla Puglia da un paio di giorni. La sera dopo i militari identificano il cane e la convivente che li conducono fino all’appartamento al settimo piano dove abita con l’assassino. I carabinieri lo fermano, le impronte lo inchiodano e lui confessa quasi subito alla caserma di Saronno dove viene portato prima di essere trasferito al carcere di Busto Arsizio.
IL BOTTINO
Parte dei gioielli presi dal negozio teatro del delitto sono stati ritrovati in un compro oro di Casarano, in provincia di Lecce, dove Maggio ha trascorso il periodo di vacanza dal 3 al 25 agosto in un casolare isolato senza televisione e televisione. All’attività ha ceduto refurtiva per un valore di 1930 euro gioielli che sono stati recuperati e sequestrati. I militari hanno recuperato anche l’auto che l’uomo ha noleggiato a Garbagnate Milanese lo scorso 3 agosto e che avrebbe dovuto restituire entro una decina di giorni. Era parcheggiata a Bollate a poca distanza dall’appartamento.
I protagonisti delle indagini
02092013
Un vivo ringraziamento alle forze dell’ordine, che hanno posto la parola “fine” a questa vicenda. E questo – l’arresto – è davvero l’unico aspetto positivo di un fatto tragico, inconsueto per Saronno, che ha saputo sollevare sia solidarietà ai familiari sia deprecabili tentativi di sciacallaggio. Ciascuno si sarà fatto la propria opinione in merito.
Un aspetto sul quale vale la pena di soffermarsi, dopo aver letto quanto sopra, è che sono ben due i “Compro Oro” che hanno pagato moneta sonante per gioielli provenienti da una rapina finita nel sangue.
Non so se e quali controlli esistano sulla merce accolta da queste attività, ma – nel caso – sono stati senz’altro insufficienti.
…e basta strumentalizzare!!! A quanti comproro ha dato l’autorizzazione all’apertura a Saronno il sindaco? …quanti controlli sono stati fatti? ..Insufficienti è di poco!
Saronno è diventata la nuova città del terziario avanzato: kebab, sale slot, comproro: mi sono fatto già la mia opinione in merito, poi basta strumentalizzare.
mi fai ridere, informati prima di parlare. 1° non è il sindaco ad autorizzare l’apertura dei compro oro ma la questura. 2° non è il sindaco ad autorizzare l’apertura delle sale slot ma l’agenzia delle entrate. e lo stesso vale per i kebab. l’ignoranza fa male.
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