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CARONNO PERTUSELLA – L’europarlamentare saronnese del Pdl, Lara Comi, sta con gli operai della Riva Acciai di Caronno Pertusella:”Un durissimo colpo per tutta l’Italia”.
La vicenda Ilva-Riva presenta aspetti drammatici per una lunga serie di motivi, primo tra tutti quello che riguarda il futuro di migliaia di lavoratori. Ci sarà tempo per analizzare e riflettere sulle cause che hanno provocato tale tragico passaggio, sulle responsabilità e sui danni che derivano da atti ostili di certa magistratura, ora infatti la priorità è ricercare presto una soluzione per salvare le aziende, l’occupazione, la produzione. Certo è che quanto è successo rappresenta per l’industria italiana un altro durissimo colpo, che avrà inevitabili conseguenze e riflessi negativi pesantissimi anche a livello di immagine e affidabilità in Europa. Questo perché, incredibilmente, e per noi incomprensibilmente, c’è sempre chi rema contro il suo stesso paese, contro il bene dei suoi cittadini e delle sue imprese.
140913
ottimo … concordo perfettamente
E’ assurdo che si fermi un’attività produttiva come quella dell’acciaio che costituisce un asset decisivo nel nostro sistema paese. Gli esuberi sono a seguito del sequestro da 916 milioni di euro effettuato dalla Guardia di Finanza di Taranto.
Mentre la magistratura fa la suo dovere non potrebbe in contemporanea permettere di garantire il proseguimento dell’attività salvaguardare l’occupazione e mantenere gli impegni assunti con l’indotto e altri Paesi?
La chiusura delle acciaierie Riva è un problema serio che va affrontato con buonsenso .1500 posti che si perdono sono un altro colpo drammatico per 1.500 famiglie
COPIO INCOLLO
Gli stabilimenti fermati. Verona: 429 dipendenti (317 operai). Produce vergella, tondo per cemento armato e rete elettrosaldata. Lesegno (Cuneo): 257 dipendenti (172 operai). Produce billette laminate, barre a caldo, tondo per cemento armato. Sellero (Brescia): 232 dipendenti (189 operai). Produce barre piatte a caldo, tonde a caldo, travi e ferri a ‘U’. Caronno Pertusella (Varese): 162 dipendenti (107 operai). Produce blumi e billette da colata continua. Cerveno (Brescia): 137 dipendenti (98 operai). Produce billette laminate, barre tonde a caldo. Malegno (Brescia): 65 dipendenti (49 operai). Produce barre trafilate piatte, quadre e tonde, tonde pelate, tonde rettificate da pelato, tonde rettificate da trafilato. Annone Brianza (Lecco): 41 dipendenti (27 operai). Produce tondo per cemento armato.
sempre sul pezzo : bravisssssssima
Tanto vale chiuderla, l’Italia. Stop. Fermiamo tutto. Ma già i romani insegnavano: Summum ius, summa iniuria: il massimo del diritto può rivelarsi il massimo dell’ingiustizia.
Sul piazzale dell’ILVA ci sono prodotti per circa un miliardo di euro. che i magistrati, per la terza volta, si sono di fatto opposti alla loro vendita. Nonostante una leggina ad hoc fatta dal governo Monti alla vigilia di Natale, i giudici di Taranto non hanno tolto i sigilli.
La più importante azienda siderurgica italiana è praticamente morta: 6 miliardi di fatturato realizzati in Italia che vanno in fumo, 50mila dipendenti a spasso.
C’è da piangere, ma piangere per davvero. Il caso Ilva è un simbolo. Quante imprese in Italia, che non fanno notizia, sono trattate con il metodo Taranto? Un pugliese, ho letto. ha subito un sequestro cautelare per una partita di olio extravergine. Ha perso la sua esportazione in America. Dopo poco è stato liberato (l’olio) perché erroneamente coinvolto. Nessuno ovviamente paga gli errori commessi.
Scappare da Taranto ma anche da Varese o Trento. Le nostre mini multinazionali danno da lavorare all’estero a circa un milione di persone, per un fatturato da 220 miliardi di euro. Un gruppetto di piccoli imprenditori veneti capeggiati da un giovane artigiano di Vicenza hanno preso un pullman e sono andati nella vicina Carinzia per impiantare le proprie fabbriche.
L’Italia è chiusa. Se ne è andata.
Grazie grazie di cuore d’essere stata tra noi con conctreezza e semplicità nel rispetto della nostra tragedia. Altri vengono da noi asolo a tiro di telelcamera sbandierando comunicati per farsi immortalare , manco fossimo animali da circo !!!!!!!! Grazie
concordo con Mirko , grazie per essere stata uno di noi prima che un politico , grazie per aver dato una risposta importante . Non ci serve il coro dei “quanto mi dispiace” ma del “cosa posso fare ora ” Grazie grazie
On Comi è venuta da noi; finalmente ho conosciuto un politico, serio , che va al cuore delle questione e che se ne frega ,dei flash anzi non ha proprio voluto farsi fotografare , per rispetto verso di noi. Grazie .
Non se ne può più , davvero dei quei politicanti da passerella ai quali poco importa se la scenografia è severa, grave e maledettamente complessa come quella dell’Ilva, importante che il loro viso sia illuminato . Ripetono più o meno frasi sulla falsariga del collega arrivato, accidenti, un minuto prima, con qualche piccola aggiunta, così tanto per personalizzare testi e interviste. Depistaggio mal riuscito dal vuoto e dall’ovvietà o . come dire , versare benzina sul fuoco…. Ma poi spegnere è compito di altri, ovviamente.!!!!!!!!!
Dunque,,venire, iniziativa giustissima e sacrosanta nei contenuti ma peggio che inopportuna nella lforma . Tornano a casa soddisfatti della propria buona coscienza, mentre i poveracci restano davanti alla fabbrica a gridare la loro disperazione .
Lo dica questo ai suoi colleghi: chissà sappiano vedere in lei un esempio da seguire.Grazie
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