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enzo volontè2SARONNO – Pubblichiamo il commento di Enzo Volontè consigliere comunale in merito al caso della sospensione della produzione alla Riva Acciaio.

“Senza voler esprimere giudizi definitivi sulle motivazioni che hanno portato la famiglia Riva a voler chiudere alcuni stabilimenti, ritengo sia assolutamente doveroso, nella immediatezza delle circostanze, deprecare un sistema che, in un panorama economico di obiettiva grande difficoltà, impedisce di far lavorare persone in una azienda che invece sembrerebbe piena di ordini e ricca di lavoro.

E’ evidente che esprimere comprensione e solidarietà ai lavoratori è fondamentale sì, ma oggi non basta

Credo siamo al paradosso della situazione italiana, uno dei tanti che impedisce alle aziende straniere di venire nel nostro Paese. E credo sia il momento di porre finalmente dei paletti fondamentali affinchè la magistratura del lavoro possa perseguire i suoi obiettivi avendo a cura però di salvaguardare alcuni diritti fondamentali. E il diritto al lavoro è sicuramente uno dei principi fondamentali della vita di ogni uomo.

E’ impensabile che tante persone possano trovarsi senza il loro lavoro a seguito di una decisione della magistratura non strettamente legata al lavoro che essi svolgono, per quanto magari anche nei limiti delle sue possibilità.

Lo Stato deve intervenire con estrema tempestività e con tutti i mezzi possibili perchè le fabbriche che oggi sono state chiuse possano lunedì essere immediatamente riaperte. E non solo per il bene delle persone che ora sono senza lavoro, ma per il bene anche di quelle che operano nell’indotto delle acciaierie che potrebbero essere le prossime vittime della situazione, ma soprattutto per il bene dell’Italia perchè nessuno possa permettersi di creare un danno d’immagine così disastroso per il Paese.

Ma poi qualcuna delle persone coinvolte in questa situazione, si è mai posta il problema di cosa significhi la chiusura di un altoforno?

Poi, con tutta la serenità necessaria, sarà opportuno procedere a valutare come sia possibile che semplici dipendenti dello stato (così sono i magistrati) che hanno superato un concorso magari decenni fa, possano continuare a mantenere un ruolo di arbitro della vita di tutti noi senza una verifica periodica delle loro capacità e del loro equilibrio psicologico: forse bisognerà cominciare a ipotizzare una magistratura che debba periodicamente confrontarsi con il giudizio della gente, abbattendo finalmente il concetto della esistenza di una casta che sta al di fuori di qualsiasi controllo (e non mi si venga a dire che il controllo viene operato dal CSM) che possa permettersi di agire sul destino delle persone con la garanzia perpetua della impunità.

Oggi però torniamo a pensare alla situazione delle persone che potrebbero avere un lavoro perchè nella loro azienda ci sono fortunatamente ordini da soddisfare e invece vengono impediti a lavorare. Se siamo in uno Stato di diritto, dobbiamo assolutamente garantire il diritto al lavoro quando esistono le condizioni perchè il lavoro possa essere fatto.

Alle Amministrazioni locali il dovere di allertare tempestivamente il Governo. Al Governo il compito di porre immediato rimedio a questa deprecabile situazione”.

14092013

9 Commenti

  1. la valutazione delle capacità e degli equilibri psicologici vale per qualunque persona, ingegneri inclusi….soprattutto se liberi professionisti,chi garantisce per loro???
    Poi se un disastro ambientale può essere trascurato non saprei, vorrei capire cosa direbbero alcuni se al posto di abitare in una comoda villa distante un migliaio di chilometri, vedessero dalla loro finestra le ciminiere di Taranto.
    Come al solito i politici, cui è da addebitare gran parte della situazione del disastro della siderurgia, e altri affini, non perdono tempo a celebrare i loro riti (a Roma come a Saronno),e a non fare il loro mestiere di governare

  2. Giustissimo, forse è arrivato il momento di parlare poco e dimostrare che la politica è una cosa seria. Di pagliacciate se ne sono fatte troppe !!! Il futuro fa tremendamente paura a tutti !!!

  3. Volonte ha assolutamente ragione.
    Forse bisognerebbe spiegare al “cittadino” che i liberi professionisti, se sbagliano, pagano di persona fino alla cancellazione dall’Albo professionale. Inoltre la scelta del professionista e’ fatta dal cliente. Il magistrato invece se sbaglia continua imperterrito a fare il suo lavoro. È non si è’ mai sentito che un imputato possa scegliere il magistrato giudicante.
    La parte pseudo politica dell’intervento del “cittadino” non merita alcun commento.

    • io non sono a conoscenza di cancellazioni dagli albi, e in tutti i casi dovrebbe essere preventiva e nessun ordine lo prevede. Siccome fa comodo parlare di presunte insanità dei magistrati sappiamo bene perchè (o facciamo finta di niente): comunque in nessun paese l’imputato può scegliersi il giudice,chissà perchè?? anche se a qualcuno piacerebbe assai.
      Del comunicato della procura sul fatto che poco sarebbe stato sequestrato nessuno parla. Apprezzo e sottoscrivo l’intervento di alegalli

      ps: aspetto la conta delle firme sui referendum per vedere cosa interessa

  4. Be’, non mi sorprende questa visione, soprattutto quando Volontè scrive: “Credo siamo al paradosso della situazione italiana, uno dei tanti che impedisce alle aziende straniere di venire nel nostro Paese”.

    Se le condizioni sono quelle con cui l’Ilva opera a Taranto non so se il nostro la vorrebbe sotto casa. Io senz’altro no. Eppure questo – industrie integrate nel territorio e a impatto ambientale il più prossimo possibile allo zero – è l’obiettivo che dobbiamo raggiungere se non si vuole tornare alle coketown inglesi della I rivoluzione industriale.

    A Taranto, se non lo sapete, c’è un malato di cancro conclamato ogni venti abitanti.

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/09/01/Ilva-Peacelink-Taranto-8-916-malati-cancro_9228605.html

    Allora, cosa facciamo? Cosa accettiamo? Quali sono le condizioni per cui ci sta bene che in questo paese si lavori? Ci va bene che si entri in un’azienda e che a trenta/quaranta/cinquant’anni ci si ammali e si muoia perché è così che va il lavoro? Perché questo è quello succede a Taranto, e dobbiamo chiedercelo se ci sta bene.

    Oppure, siccome capita lì e – forse – non a Caronno, allora non è un nostro problema.

    Rispetto molto la lotta degli operai della Riva, che in questa vicenda sono vittime incolpevoli tra incudine e martello, ma credo che oltre che il diritto al lavoro lo Stato debba cercare di garantire anche il diritto alla vita.

    E in tutta sincerità, anziché preoccuparsi delle condizioni psicologiche dei magistrati, forse sarebbe il caso che chi sta al governo – e non da ieri – si occupasse dei temi di cui sopra, se vogliamo un paese del XXI secolo e non del XIX.

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