Lega nord vs Pd per la benedizione contesa all’asilo nido
SARONNO – Dura presa di posizione del capogruppo dalla Lega Nord Angelo Veronesi e del consigliere comunale Raffaeli Fagioli contro la proposta del consigliere comunale del Pd Oriella Stamerra di evitare la benedizione della scuola durante la festa per i cinquant’anni dell’asilo nido Gianetti.
Ecco la ricostruzione della vicenda fatta dagli esponenti leghisti:”Alla Festa per i 50 anni dell’asilo nido Gianetti è stato invitato anche il parroco don Armando. Nel dibattito fra gli organizzatori è intervenuta anche la consigliera comunale Oriella Stamerra del Pd che, fuori tempo massimo forse per evitare il confronto con i rappresentanti del Comitato di Partecipazione, ha criticato il fatto di invitare il parroco per fare una benedizione.A dire della consigliere Oriella Stamerra: “Nell’invito a Don Armando benissimo un suo intervento di partecipazione, però eviterei di proporgli un atto liturgico fortemente connotato quale è la benedizione. Vista poi la grande presenza di famiglie il cui credo religioso presumibilmente è quello musulmano, estenderei l’invito a partecipare anche al capo di tale comunità”.
Da qui una richiesta al primocittadino:”Chiediamo al sindaco Luciano Porro, che è stato eletto anche coi voti dei cattolici, cosa ne pensa di questa presa di posizione della consigliera comunale. La consigliere Stamerra sta rovinando la festa per l’asilo, che comunque si farà con la benedizione di don Armando, come ha deciso il comitato di partecipazione. La consigliere comunale Stamerra è libera di credere o meno alle benedizioni, ma non c’è niente di male a lasciarle fare. Se da una parte è una semplice questione di tolleranza religiosa visto che una benedizione non ha mai fatto male a nessuno, perché volerla impedire?”.
E concludono: “Qualcuno dirà che abbiamo scatenato noi la solita polemica. È colpa della consigliera Stamerra che non sa perdere occasione per provocare e buttare in politica anche una semplice benedizione. Se ci sarà polemica sarà comunque un bene, perché talvolta è necessario alzare la voce per svegliare le coscienze assopite.
Il sindaco Luciano Porro non può rimanere silente. Si svegli e dica qualcosa sulla presa di posizione contro la libertà religiosa della sua consigliere comunale!”.
25092013
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Commenti
tra tante cose che andrebbero riformate nella costituzione ci sono proprio gli articoli citati da Gilli, che sono frutto di un’epoca storica tramontata e che potevano andare bene quando fu varata, ma sicuramente no oggi, dove la laicizzazione della società, le diverse religioni apportate dall’immigrazione e l’aumento degli atei/agnostici richiedono la sua revisione.Poi qualcuno difende l’attuale situazione per una questione di voto di scambio detto proprio brutalmente, senza nessun valore etico sottostante
Religioni e ateismo: il fondamentalismo porta sempre a guerre e disastri. Libertà di pensiero alla base della civiltà, insieme alla tolleranza.
Alla fine islam, religione cattolica (trinitaresimo) ecc, parlano delle stesse cose, in forma diversa, dall’interpretazione dei dieci comandamenti in poi…non a caso l’ultimo scomunicato della chiesa cattolica è un certo Francesco Saba Sardi per il libro Il Natale ha 5000 anni…la religione cattolica ne ha quasi 2000…penso che anche gli gnostici dovrebbero leggere questo libro…informarsi e capire è sempre utile…
Soprattutto il sigor Gilli non sa cosa vuol dire nel nostro paese, da agnostico crescere una figlia nella scuola Italiana, dovere chiedere ripetutamente, nell’asilo di Saronno che non fosse obligata a recitare una preghiera prima di mangiare, o che per na volta lo spettacolo di Natale non fosse fatto sempre sulla natività e ritrovarsi addirittura un anno con tre bambini, due mussulmani e sua figlia eclusi dalla recita perchè non cattolici… Le sue belle quanto fredde parole fanno un ulteriore torto a tutti i non cattolici che in una scuola della Repubblica italiana, laica subiscono costantemente atteggiamenti più o meno velatamente discriminatori,,, La religiosità o il cristianesimo non si affermano per “maggioranza”… La religione, quella mussulmana come quella cattolica spesso si e allora diventano integralismo… Di cui le raffinate disquisizioni del nostro ex sindaco danno qui bella dimostrazione.
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“per na volta lo spettacolo di Natale non fosse fatto sempre sulla natività”.
..se non fosse che il Natale è la natività…
Un Professore ordinario di diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino…ha dato esempio di cosa può essere la prolissa burocrazia italiana, corte costituzionale inclusa …lo stesso concetto si esprime in una riga!!!
il sig Pierluigi Gilli dovrebbe fornire un suo pensiero e non prendere atti burocratici…ovviamente a mio parere…esperienza diretta…pensiero diretto…
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Il mio pensiero coincide esattamente con quello della Corte Costituzionale, che applica la Costituzione della Repubblica. Diversamente che altrove (la Francia, p.es., dove vige dal 1905 un separatismo ostile), il sistema dei rapporti tra Stato e fenomeno religioso in Italia è disciplinato armonicamente dal complesso degli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione che, come ha bene individuato la giurisprudenza della Corte Costituzionale, modella la separazione tra Stato e Chiese (e anche “non Chiese”, a tutela di chi non abbia una fede religiosa) in modo collaborativo, poiché riconosce nel fenomeno religioso un valore non solo individuale, privato, ma anche collettivo ed aggregativo: sociologicamente parlando, non si può negare che le organizzazioni religiose, di qualsiasi culto, rappresentano un fenomeno comunitario che, insieme a tutte le altre forme di aggregazione sociale (la Costituzione riconosce la libertà di associazione), concorre con lo Stato alla formazione, all’educazione, al benessere della collettività.
D’altra parte, già nella sentenza del 22 settembre 1994 nel caso Otto Preminger contro Austria, anche la Corte europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo (CEDU) ha accordato una protezione speciale alla religione praticata dalla maggioranza della popolazione, che coincide con il retroterra culturale della società; concetto ripreso nella decisione del 18 marzo 2011 per decidere sulla nota questione dell’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche italiane. Il “sentire comune”, patrimonio collettivo che deriva dalla storia, dalla cultura, dalle tradizioni di un popolo, non può essere negato; il che non implica alcuna discriminazione nei confronti di chi, per propria libera scelta, adotti una forma di pensiero diversa da quella più diffusa e che, anche a mio avviso, non può pretendere che sia compresse le espressioni pubbliche del “sentire comune”.
L’Italia è uno Stato laico, ove “il rispetto dei principi di libertà e di eguaglianza è garantito non tanto in raffronto alle situazioni delle diverse confessioni religiose (fra l’altro sarebbe difficile negare la diversità di situazione della Chiesa cattolica), quanto in riferimento al medesimo diritto di tutti gli appartenenti alle diverse fedi e confessioni religiose di fruire delle eventuali facilitazioni disposte in via generale dalla disciplina comune dettata dallo Stato perché ciascuno possa in concreto più agevolmente esercitare il culto della propria fede religiosa” (sent. 195 del 1993 della Corte Costituzionale); anzi, la laicità dello Stato è assurta a principio supremo costituzionale: «i valori richiamati concorrono, con altri (artt. 7, 8 e 20 della Costituzione), a strutturare il principio supremo della laicità dello Stato, che è uno dei profili della forma di Stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica. Il principio di laicità, quale emerge dagli artt. 2, 3, 7, 8, 19 e 20 della Costituzione, implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della l-bertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale» (Corte Costituzionale, sentenza n. 203 del 1989)
Scrivevo, nel 2011: “Mentre, dunque, il nostro ordinamento, seppure tra tante contraddizioni e dispute, si è affrancato dalle tentazioni estreme del confessionismo e del laicismo, in omaggio ad una moderna e condivisa laicità, così come enucleata dalla Corte Costituzionale, un’altra Corte (la CEDU,in prima istanza sul cricifisso) ci spinge verso l’abbraccio mortale della negazione della nostra storia e cultura e dell’indifferenza totale rispetto al fenomeno religioso, sostituito da un’intollerante razionalità areligiosa, che tanto ricorda il radicalismo giacobino dei rivoluzionari francesi, (i quali, con un decreto del 7.5.1791, proclamarono la libertà religiosa nella Nazione francese, ma inneggiarono ad un’improbabile Dea Ragione, cui dedicarono una grottesca Festa, nel trionfo delle idee anticristiane).
Il crocifisso nelle aule, quindi, violerebbe la libertà di religione degli alunni; ma quale libertà? La libertà di ignorare i plurisecolari usi e costumi di un popolo?
I cristiani praticanti i cristiani tiepidi, i cristiani nominali – per il solo fatto di esistere e di rappresentare culturalmente prima che religiosamente il sostrato profondo e largamente diffuso dei popoli europei – sono allora confinati in un regime affievolito nell’esercizio del loro diritto inviolabile di libertà religiosa rispetto ai non cristiani, agli atei, agli indifferenti?
Quale fastidio può dare un’antica tradizione come il crocifisso [nella fattispecie, la benedizione], quando non è – come non è in alcuno Stato dell’Unione Europea – accompagnato dall’obbligatorietà di adesione ad una determinata confessione religiosa, insegnata forzatamente a tutti?”.
L’argomento è molto interessante e dev’essere affrontato, ritengo, con la massima attenzione per il bilanciamento dei diritti e degli interessi contrapposti, nel massimo rispetto reciproco, ma senza giungere a togliere di mezzo, di fatto, il fenomeno religioso-culturale in cambio di una presunta neutralità che, per contro, si convertirebbe nella limitazione, se non nella negazione del diritto di libertà religiosa (lo stesso vale per il diritto di libertà a-religiosa).
Il dibattito resta aperto e molto sentito, come avverto dai miei studenti di diritto ecclesiastico, con i quali si svolge un vivace e positivo confronto di posizioni: segno che non mancano occasioni, anche nella nostra società distratta, di riflettere sugli aspetti immateriali della persona umana.
Forse, prima di parlarne, conviene studiare la definizione di “laicità” che è stata elaborata dalla Corte Costituzionale, in applicazione dei principi della nostra Costituzione; si capirebbe che una benedizione (“bene dicere”, parlare del bene) è un atto dal valore universale ed umano, oltreché religioso:
“nella costruzione di quello che viene appunto definito come «uno dei profili della forma di Stato delineata dalla Carta costituzionale della Repubblica» la Corte, in particolare, prende le distanze da una concezione del fenomeno religioso come elemento strettamente correlato alla sfera del puro “privato”, non ponendosi quindi in una prospettiva di mera astensione/estraneità verso di esso, ma in una prospettiva di laicità “positiva”, da intendersi nel senso di una valutazione “favorevole”, non quindi distaccata/indifferente, rispetto al fenomeno religioso; cui segue l’ammissibilità (da precisare e perimetrare) di interventi “in positivo”, cioè a sostegno delle attività religiose, in quanto bisogno/interesse dei cittadini da tutelarsi nel nostro ordinamento. Ciò emerge dalla citatissima formulazione secondo la quale il principio di laicità «implica non indifferenza dello Stato dinnanzi alle religioni ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale»; infatti «l’attitudine laica dello Stato-comunità… risponde non a postulati ideologizzati ed astratti di estraneità, ostilità o confessione dello Stato persona, o dei suoi gruppi dirigenti, rispetto alla religione o ad un particolare credo, ma si pone a servizio di concrete istanze della coscienza civile e religiosa dei cittadini» (C. Cost., sent. n. 203/1989)”.
Fonte: Stefano Sicardi, Professore ordinario di diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, http://archivio.rivistaaic.it/materiali/convegni/200611foggia/sicardi1.html#_ftn5
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Amen, padre…ah no, avvocato, mi scusi.
Libertè, fraternitè, egalitè.
capogruppo dalla Lega Nord Angelo Veronesi e del consigliere comunale Raffaeli Fagioli:”…perché talvolta è necessario alzare la voce per svegliare le coscienze assopite.”
PENSO CHE SE LE COSCIENZE SI SVEGLIASSERO, NON CI SAREBBE BISOGNO NE DELLA CHIESA CATTOLICA, NE DELL’IPOCRISIA DEGLI ESPONENTI DEL PD, NE TANTO MENO DELLA MIOPIA DEGLI ESPONENTI DELLA LEGA NORD…
Ahi ahi, quanto è lontana la Francia…ahinoi…
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Per fortuna è lontana, Dio ce ne scampi del modello francese, a partire dalle banlieau!
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Sottotitolo: si parlava, ovviamente, di laicità.
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Il solito PDmenoL!!!
Don Armando: già che ci sei, una benedizione e una preghiera per questa amministrazione forse è il caso che tu la faccia. …ma dove siamo finiti!
La Sinistra e’ attenta ai centri sociali, ai mussulmani, va bene, ma qui si rischia il ridicolo: francamente poteva fare a meno di contestare la benedizione, chi ci crede bene, chi non crede non ascolta.
E’ lo stesso non problema del crocefisso in ospedale: preoccupatevi dello stato dell’ospedale invece (i tempi per le visite sono troppo lunghi) !!!
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cara consigliera del PDmenoL…..ma vada a farsi benedire