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luciano porro sindaco (1)SARONNO – Arriva a stretto giro di posta la replica del sindaco Luciano Porro in merito alla vicenda della benedizione “contesa” all’asilo nido Gianetti sollevata dal capogruppo della Lega Nord Angelo Veronesi e dal consigliere del Carroccio Raffaele Fagioli. “Non sono contrario, e non solo come cattolico, all’intervento del prevosto don Armando Cattaneo alla ricorrenza anche per la sua benedizione. Credo sia giusto difendere tale gesto, sempre che il prevosto non decida diversamente”. Il sindaco non dimentica i piccoli che hanno altre fedi religiose: “Ritengo che i bambini e le famiglie di credo diverso dal cristianesimo debbano accettare che in un Paese come il nostro sia ancora consentita una benedizione. Questa è la mia opinione ma sono certo che il prevosto saprà decidere per il meglio. La laicità e senz’altro positiva ma deve significare dare spazio a tutti e non negare la presenza a qualcuno, che è una ricchezza e non una battaglia di religione!”.

26092013

24 Commenti

  1. Bravo Porro, un discorso di buon senso, buon senso che ogni tanto manca ad alcune persone che governano con te la citta’ di Saronno.

  2. La lettera di invito al Prevosto riporta la richiesta esplicita di impartire la benedizione.
    Dubito che don Armando, per non rischiare di offendere gli eventuali partecipanti non-cristiani alla Festa, possa pensare di non benedire…
    In questa vicenda non è emersa la differenza sostanziale tra l’essere iscritti, dunque frequentare il nido, e partecipare alla festa del 50°.
    Non è detto che il 5/10 al Nido di Via Tommaseo ci siano bambini e famiglie di religioni differenti dalla cattolica.
    Religione cattolica che ad oggi è professata da oltre l’85% della popolazione residente in Italia, contro il 2% di fedeli musulmani [fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Religioni_in_Italia%5D.

    Cordialità
    Raffaele Fagioli

    • “Secondo il 46/o rapporto annuale CENSIS si considererebbe cattolico il 63,8% degli italiani.[12], ma se vogliamo far riferimento a chi effettivamente frequenta costantemente i riti e le assemblee religiose, i Cattolici praticanti sono sicuramente meno del 20% degli italiani.”

      cito dalla tua stessa fonte.

    • Non è nè una questione di numero, nè una questione di “mussulmani”:
      – Io sono agnostico è ho lasciato libera scelta a mia figlia fin da piccola. Da genitore non capisco perchè deve essere la scuola, di uno stato laico e non confessionale, a condizionarla, con il crocefisso in classe, con la preghiera prima della mensa, con lo spettacolino di natale, puntualmente sulla natività ecc.
      – I Valdesi gli evangelici pur cristiani non sono cattolici e pure fanno parte della comunità saronnese al pari dei mussulmani o dei buddisti o degli atei.
      La scuola è bene che abbia lo stesso rispetto verso tutti questi cittadini.
      – Non è questione di numeri ma di “principi costituzionali”. Fosserò anche meno di una decina o anche uno avrebbero lo stesso diritto, hanno diritto di sentire loro l’istituzione scolastica, come ogni altra istituzione dello stato; hanno il diritto che questo “stato democratico” non li faccia sentire neanche per un attimo deifferenti dalla maggioranza… Perchè hanno un credo diverso.

  3. ovvio: decidano sempre gli altri. magari dopo opportune pressioni, chissà.
    tanto un eletto mica è stato votato perchè decida al posto di coloro che han messo la X sul suo nome: è stato eletto il prevosto che ha facoltà di scegliere che fare (chissà la ‘lacissima’ Stamerra come la prenderà: “la Chiesa viene invitata ed è lei a decidere che fare”). ma pensa.

  4. Non concordo per nulla con questa dichiarazione per diversi ordini di ragione: la scuola e la nostra repubblica dovrebbero essere laiche, rispettando il credo di tutti ma non facendo proprio nessun credo.

    Ufficializzando la benedizione “cattolica” si discrimina nei fatti quegli alunni, pochi o molti non importa, che hanno altre fedi (casomai sempre cristiane, signor sindaco ! I cristiani non sono solo cttolici) o chi è semplicemente agnostico o ateo. Che ciò avvenga in una scuola o istituto pubblico, di questa repubblica che recita che ogni cittadino è uguale all’altro per credo religioso o politico è sbagliato se non grave.

    E’ certo che una benedizione debba essere conentita nel nostro paese, benedizione di qualsiasi sacerdote di qualsiasi religione, ma non si capisce perchè in un istituto pubblico e laico…
    E perchè debba esserne consetita “una”, quella cattolica, e non un’altra…. O forse purtroppo si capisce troppo bene.

  5. Fagioli confonde l’essere cristiano praticante con l’avere ricevuto per abitudine un sacramento: si giri attorno,anche nella sua cerchia e faccia il censimento di chi effettivamente pratica la religione (che incidentalmente, non basta andare a messa la domenica per essere a posto..)

    • Mi permetta di dissentire: mi si mettono in bocca troppo spesso cose che non ho detto (in questo caso scritto!).
      Ho scritto “professata” ovvero “dichiarata apertamente” [cfr. http://www.treccani.it/vocabolario/professare/%5D che è ben diverso da “praticare attivamente”.
      I sacramenti si ricevono, ai nostri giorni, per scelta dei propri genitori (Battesimo, Comunione, Cresima) e per scelta personale (Matrimonio). Per inciso mi piacerebbe sapere quanti oggi adulti si dichiarano atei hanno provveduto a “sbattezzarsi” ufficialmente.

      Il fatto di essere assidui o ferventi della vita della comunità cristiana esula dall’argomento in oggetto.
      Che poi il 100% dei credenti di altre religioni pratichi in modo assiduo e fervente, al contrario dei cattolici italiani, può apparire vero (anche se non sono in possesso di numeri certi, ma si tratta piuttosto di una sensazione, quindi di una percezione soggettiva).

      Cordialità
      Raffaele Fagioli

  6. Ho letto sia quanto sopra sia la presa di posizione di Veronesi e di Fagioli contro la proposta del consigliere comunale del Pd Oriella Stamerra di evitare la benedizione della scuola durante la festa per i cinquant’anni dell’asilo nido Gianetti.
    Ma dove sta scritto, a quale codice etico e morale fa riferimento , la consigliera ?Da docente di scuola elementare/primaria (quale è stata ) dovrebbe avere acquisito almeno quella “sensibilità” professionale , garanzia per un’approfondita conoscenza del principio di laicità che , come correttamente citato « non è indifferenza dello Stato dinnanzi alle religioni ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale»
    ll fattore religioso, infatti, compare nel piano di studi sotto diverse forme: esso entra tra i saperi negli insegnamenti storico-umanistici o socio-geografici, ma anche nel corso di morale non confessionale.. Il “religioso” dunque è parte del patrimonio storico-culturale di una società, si incarna storicamente e costituisce una delle possibili e varie identità collettive.l’appartenenza religiosa resta, infatti, un fattore identitario di primaria importanza anche in una società laica e plurale.
    Sensibilità almeno professionale che permette di far propri nell’accezione più profonda e “democratica” e agiti il rispetto, e il diritto della persona , di ogni persona .Per diritto e per rispetto vanno considerati i bambini e le famiglie , in maggioranza , di fede cattolica , come quelli di diversi credi .

    Chi professa la fede cattolica ha meno diritto al rispetto di chi quelli di altre religioni?? Negando un gesto cristiano si fa torto ai primi come a coloro che praticano altre confessioni ,ponendoli nella condizione di “diversità” nei confronti dei compagni , sovente in situazione di disagio.
    In aggiunta. Non sono pochi i genitori di bimbi di fede diversa che permettono ai loro figli di frequentare l’ora di religione, impostata su principi trasversali, come pure d’essere partecipi, nella dimensione più spiccatamente identitaria, alle iniziative natalizie o pasquali,per favorire l’integrazione nel gruppo, pur mantenendo in famiglia le loro “tradizioni” . Gli stessi alunni, ad esempio, aggiungono nel presepio bimbi di colore, bimbi di ogni nazionalità. Per chi è cattolico ha un connotato in più per chi non lo è una festa dell’amicizia , dell’amore , della fratellanza…. valori trasversali!!!!!! Sotto il “mantello” del rispetto che dovrebbe essere di tutti , per tutti t , ma si preferisce rivolgerlo ad una parte , c’è la presa di posizione di certi docenti che in nome di ideologie personali he dovrebbero essere avulse dal contesto educativo, ignorano o sottovalutano il buonsenso di molti estracomunitari che intendono vivere e convivere nel nostro Paese , nel rispetto delle nostre come delle loro tradizioni .
    Il rispetto come i diritti non si insegnano , si praticano e non sono a senso unico !!!!!!!
    Pertanto è giusto che si apra un dibattito in merito e la stessa consigliera del PD ai divieti opponga proposte concrete per favorire un corretto dialogo interreligioso foriero d’ integrazione attiva e positiva , nel RISPETTO DI TUTTI,.In caso contrario è solo una squisita imposizione politica che interferisce incautamente in contesti di carattere morale , religioso e scolastico .

    • Tante parole ma la realtà rimane una: una repubblica laica, non confessionale è la casa di tutti i cittadini di qualsiasi fede e credo. Negli istituti pubblici e nelle scuole di questo stato tutti devono sentirsi UGUALMENTE A CASA LORO… Chi ha una fede può esprimerla, che si organizzi una manifestazione di culto, come la benedizione, nella scuola immediatamente rende i cittadini che non aderiscono a quella fede, cittadini di serie B,

      : la scuola e la nostra repubblica dovrebbero essere laiche, rispettando il credo di tutti ma non facendo proprio nessun credo.

      Ufficializzando la benedizione “cattolica” si discrimina nei fatti quegli alunni, pochi o molti non importa, che hanno altre fedi o chi è semplicemente agnostico o ateo. Che ciò avvenga in una scuola o istituto pubblico, di questa repubblica che recita che ogni cittadino è uguale all’altro per credo religioso o politico è sbagliato se non grave.

      • Mah Sig. Dario, ha provato ad andare nel loro paese e far togliere dalle aule quello che per loro è sacro?…ecco poi ne riparliamo!!

        La religione cattolica è una tradizione della Nostra Repubblica e quindi è una parte della nostra identità.

        Non capisco perchè ora, che siamo stati invasi da persone straniere, devo rinunciare alle tradizioni del Nostro Paese per rispetto loro. Eh il mio invece chi lo rispetta?

        Gente!! stiamo perdendo la nostra identità, la nostra storia…
        Chi viene nella Nostra Repubblica deve rispettare le nostre leggi e abitudine come noi rispettiamo le loro quando andiamo nel loro Paese.

        Qualcuno di voi a mai provato a non rispettare le loro regole nel loro Stato? bhè domanda stupida perchè non sareste più tornati.

        Integrazione non vuol dire che io a Casa mia devo rinunciare alle mie abitudini per far stare bene chi ha usanze diverse, ma stiamo scherzando!!!

        Con quanto detto, non si tratta di essere razzisti o macare di rispetto verso la gente straniera ma soltanto di rispettare le leggi, gli usi e costumi di ogni Stato…da noi si usa così.

        • Uno, nessuno… lei dice molte inesattezze, parla di uno stato e di una nazione la nostra che non conosce.
          Il nostro stato è a-confessionale, non obbliga nessuno ad essere cattolico per legge anzi considera chiunque credente o non credente UGUALE…
          Lei a casa sua non deve rinunciare alle sue abitudini, lo stato, che non è casa sua, deve rispettare non le abitudini… Ma le convinzioni di tutti in egual modo.
          La religione cattolica è tradizione culturale di molti paesei europei… Ma non religione di stato… Tra questi paesei anche la Francia dove si guardano bene di permettere che il rito di una qualsiasi religione avvenga in un luogo istituzionale.. Per quelli ci sono chiese, moschee o luoghi di culto che ognuno può liberamente scegliere o non scegliere. Io sono italiano quanto lei e non soo cattolico la scuola è per me per i miei figli quanto per i suoi perchè mai io debbo vedermi imposta la sua religione ?

        • La tradizione della “nostra” Repubblica?
          Sarà tradizione della sua, con tutto il rispetto. Della nostra, proprio no.

          • Credo si riferisse alla Repubblica Italiana.
            Pedrito Lei vive in un’altra Repubblica?

            A me piacerebbe tantissimo vivere nella Repubblica Federale Padana!

            Al momento, purtroppo, non posso negare di vivere all’interno dei confini della Repubblica Italiana ed è innegabile che affonda le sue radici in una tradizione culturale fortemente cattolica e religiosa (specialmente al sud). Basta studiare la storia dall’anno zero ad oggi. Negarlo è antistorico e forse anche grottesco.

            A proposito, vorreste forse utilizzare una numerazione degli anni differente da quella in uso? Sapete che sono passati 2013 anni dalla nascita di Gesù Cristo?
            Non è che il 2013 è conteggiato da quando Ponzio Pilato ha fatto massacrare tutti i neonati per paura della nascita del Salvatore…

          • Fagioli la sua risposta è priva di logica… Ciò che si contesta è che si possa imporre per tradizione un credo religioso ad altri. Ma soprattutto si chiede il rispetto dei principi costituzionali…. Almeno finchè per fortuna non si vive in fantasilandia in paperopoli o nella repubblica padana (che più o meno è dire lo stesso).

  7. Due pesi …due misure.
    Perchè all’atto dell’inaugurazione dell’ostello è stata effettuata la benedizione, mentre qui la si osteggia o la si lascia alla discrezionalità di Santa Romaba Chiesa?
    Edifici pubblici entrambi, entrambi destinati all’accoglienza di persone di diversa professione religiosa. Ne consegue che il consigliere Stamerra ha voluto strumentalizzare l’evento!

    • Mi dica quale “diavolo” è il senso di benedire un ostello. Nel 2013. In un paese laico. Ma per favore.

      • Se lo chiedi a me, certamente non ho risposta, se lo chiedi al Luciano, sicuramente ce l’ha, così come pure sa benissimo perch’è la Stamerra s’è opposta fermamente a quella dell’asilo Gianetti.
        Due pesi, due misure …il tutto condizionato dalla partecipazione dei cittadini, in questo caso, dalle autorità non solo locali, sempre in questo caso o solo dagli astanti e autorità comunali nell’altro.
        Luciano naviga ormai a vista o a seconda di dove tira il vento, oppure non sa perché fuori Saronno!

  8. Concordo col Sindaco Luciano Porro.

    La questione religiosa centra marginalmente.
    E’ una logica dettata dalla ragione.
    Benedizione = “dire bene”
    Perché qualcuno dovrebbe scandalizzarsi che venga una persona a “dire bene” di noi?

    Se poi questa persona è un chierico e prega che anche Dio “dica bene” di noi… che male c’è?
    Per i credenti è un gesto confortante, per gli atei o agnostici un’occasione in più per mostrarsi tolleranti e rispettosi delle culture altrui.

    Perché la benedizione con un sacerdote cattolico?
    Perché la stragrande maggioranza dei saronnesi e degli italiani sono cattolici.

    Se vi fosse un rappresentante di altre confessioni, io umile cattolico e grande peccatore, non rifiuterei che egli mi benedica davanti a Dio. Anzi, gliene sarei grato!

    Qualche volta ho pranzato con amici musulmani; abbiamo “benedetto” la mensa a rotazione, ciascuno con la propria preghiera.

    E’ facile trovare armonia fra chi ha un briciolo di fede e chi ha buona volontà.
    Perché ciò diventa complicato per i politici?
    Forse per strumentalizzare la religione/laicismo per secondi fini?

    Carlo A. Mazzola

    • Sig.Mazzola, ognuno è libero di benedire secondo il proprio credo, ognuno è libero di farlo a rotazione… a casa sua. Perchè ogni benedizione è anche un “rito” religioso e uno stato volutamente a-confessionale ne è, o dovrebbe essere estraneo, proprio per un principio di “non discriminazione” tra i suoi cittadini, proprio pechè non compete, o non dovrebbe competere, allo stato una “scelta” religiosa, o una educazione religiosa. La scuola è un’istituzione dello stato, pubblica…. Che i preti diano le loro benedizioni nelle case che le richiedono o meglio nei luoghi di culto… Poi ciò che purtroppo viene dietro alle sue giustificazioni è il finanziamento, da perte delle Istituzioni delle cuole private cattoliche, l’ora di religione e le piccole quotidiane discriminazioni che chi non è cattolico subisce quotidianamente nella nostra scuola.

  9. se qualche islamico si dovesse offendere che si offenda pure, chi se ne frega. se non gli sta bene torni da dove è venuto. da noi è uso far benedire dai preti, a me non piace, ma si usa così, ma non siamo noi a doverci adeguare a chi arriva da fuori, è il contrario.

  10. Ed infine la benedizione ci fu.
    Musulmani presenti alla festa che si sono lamentati e/o offesi? Nessuno.
    Musulmani presenti alla festa? Nessuno.
    Quindi chi voleva polemizzare e chi voleva strumentalizzare?

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