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gianfranco librandiSARONNO – Imu, Iva e finanziamento per l’accesso alla locazione dei giovani, il parlamentare saronnese Gianfranco Librandi, di Scelta civica, ha presentato una serie di emendamenti.

Riguardo all’Imu sulla prima casa, la proposta di Librandi è di mantenerla per i redditi medio alti mentre per l’Iva di differire l’aumento al 1 gennaio 2014.

Si finanzia un ulteriore differimento dell’aumento dell’Iva al 22 per cento (in attesa di un provvedimento definitivo che scongiuri la cosa) con il mantenimento dell’Imu prima casa per i titolari di redditi Irpef superiori ai 55 mila euro, che rappresentano circa il 13 per cento del totale.

Poi c’è la proposta di un contributo straordinario a carico di titolari di immobili con redditi medio-alti per finanziare politiche per l’accesso alla locazione.
L’agevolazione del mercato delle locazioni, in particolari per i giovani lavoratori, è una misura di equità fondamentale per aumentare la mobilità del lavoro intra-regionale (un fattore di contrasto della crisi e di promozione di maggiore dinamismo nel mercato del lavoro italiano) e per ridurre la precarietà delle scelte di vita dei lavoratori atipici.

A tal fine, l’emendamento propone l’istituzione di un contributo straordinario – pari al 10 per cento della prima rata Imu sulla prima casa, abolita dal decreto – a carico dei contribuenti più abbienti, quelli con un reddito Irpef superiore ai 55 mila euro (si tratta circa del 13 per cento dei versamenti Imu prima casa del 2012, una minoranza). Le risorse reperite sono destinate al fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle abitazioni in locazione. In particolare, poi, i due terzi della nuova dotazione (40 milioni) sarebbero destinati proprio agli under 35 titolari di un contratto di lavoro atipico.

Infine, la promozione all’accesso alla prima casa per i giovani.

L’emendamento propone di spostare i 30 milioni di euro che il decreto mette a disposizione per il sostegno all’acquisto della prima casa da parte dei lavoratori precari sotto i 35 anni verso il Fondo nazionale di sostegno per l’accesso alle locazioni, il quale arriverebbe così a 60 milioni all’anno per ciascuno degli anni 2014 e 2014. In particolare, poi, i due terzi della nuova dotazione (40 milioni) sarebbero destinati proprio agli under 35 titolari di un contratto di lavoro atipico.

Nel caso di una politica statale a favore dei giovani, infatti, la scelta tra sostegno all’affitto e sostegno alla proprietà non può rispondere a opzioni ideologiche, ma deve ispirarsi a valutazioni di efficacia e considerare lo specifico contesto di finanza pubblica. Un programma il cui obiettivo fosse quello di aiutare i giovani nell’acquisto di un alloggio è condizionato alla disponibilità di un ammontare di risorse sufficienti per concedere un contributo unitario effettivamente incentivante, oscillante cioè tra il 20 e il 30 per cento del prezzo dell’abitazione. Con un prezzo medio della abitazioni di 200mila euro (importo da considerare per difetto nelle città medie e grandi), per aiutare 100mila giovani occorrono tra i 4 e i 6 miliardi di euro. Cifre difficili da trovare nel bilancio dello Stato.

L’ammontare di risorse necessarie è più contenuto nel caso dell’erogazione di un contributo per il pagamento dell’affitto. Con un importo medio dell’aiuto di 2 mila euro, per ogni 100mila contratti d’affitto occorrerebbero 200 milioni di euro all’anno: un “accompagnamento” all’autonomia abitativa per cinque anni costerebbe 1 miliardo di euro. E’ a queste cifre che, in prospettiva, bisognerebbe tendere.
Nella scelta del titolo di godimento da incentivare, oltre al fabbisogno finanziario, non dovrebbe essere trascurata la componente legata all’equità: una politica di sostegno al canone aiuta soprattutto i giovani economicamente meno forti appartenenti a famiglie non in grado di contribuire al pagamento del prezzo delle abitazioni o delle rate dei mutui. Nel contesto economico di questo nostro momento, non andrebbe, forse, trascurata neanche un’altra considerazione: i contribuiti per l’affitto è molto probabile alimentino la mobilità (incentivando i giovani a cercare occupazione dove questa si trova, anziché restare legati al proprio territorio d’origine, anche quando questo non offre opportunità di lavoro) e i consumi, mentre i giovani che acquistano una casa devono avere un’elevata propensione al risparmio.

011013

1 commento

  1. Non ne azzecca una perche’ il governo, da lui appoggiato, ha fatto l’esatto contrario: no IMU sulla prima casa per tutti e iva al 22% dal primo ottobre …

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