L’intervista al lavoratore sul tetto: “Continuerò la mia lotta”
CARONNO PERTUSELLA – “Sono sceso perché mi hanno convinto i carabinieri: oggi andrò all’ispettorato del lavoro e spero si risolva la situazione. Ho bisogno di questo lavoro e sono disposto a lottare fino alla fine per avere quello che mi spetta ma soprattutto la dignità e il rispetto”.
Ha le idee chiare Giuseppe Di Vittorio il 45enne milanese che ieri sera è rimasto per 4 ore sul tetto di uno dei capannoni del deposito della Airpullman di via Trieste. “Ho deciso di lottare per me e anche per i miei colleghi che magari che non hanno la mia stessa determinazione e il mio stesso coraggio. Chi lavora va pagato e rispettato e purtroppo negli ultimi mesi questo non è successo”. Davanti alla moglie che segue ogni sua parola Di Vittorio riepiloga l’accaduto: “Avevo lavorato per quest’azienda due anni fa e me ne ero andato proprio per problemi di soldi. A luglio mi hanno contattato dicendo che c’era una nuova società e che c’era spazio per lavorare”. Così il 45enne ha firmato un nuovo contratto: “Da subito ci sono stati dei problemi: avrei dovuto lavorare 8 ore ed invece me ne facevano fare solo 5 e venivo anche pagato meno del pattuito”. I problemi sono iniziati quasi subito: “Lo stipendio è arrivato in ritardo, ma la situazione è ulteriormente degenerata. Sono andato a protestare e il risultato è stato la sospensione dal lavoro. Mi han detto che dovevo ricevere la lettera con le motivazioni ma non è mai arrivata”.
Cosi lunedì sera alle 16 l’uomo ha attaccato alcuni cartelli e striscioni ed è salito sul tetto: “Volevo che ascoltassero la nostra voce. Siamo lavoratori e ci meritiamo rispetto e correttezza. Sono sceso perché mi hanno convinto i carabinieri. Li ringrazio per questo. Oggi vado all’ispettorato del lavoro e spero he la vicenda si risolva. Sono pronto a continuare la lotta con altre iniziative ben più forti di questa”.
08102013
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Commenti
COME ON WORKING CLASS!!!
Ovviamente dalla parte del lavoratore!