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SARONNO – Sabato 9 novembre dalle 14.30 alle 17.30 la Lega Nord allestirà un gazebo in piazza Volontari del aangue per sensibilizzare la cittadinanza sui diritti e sui doveri di cittadinanza.
“Diventare cittadino per uno straniero vuol dire entrare a far parte a pieno titolo della comunità ospitante, per cui significa condividere le responsabilità, i doveri e i diritti della democrazia – ricorda il capogruppo leghista, Angelo Veronesi – Se i diritti democratici possono venire concessi anche agli stranieri, come in Italia viene fatto, la responsabilità ed i doveri della democrazia non possono essere acquisiti senza vivere all’interno della comunità e condividendone almeno parte i valori. La naturalizzazione dello straniero è una questione di democrazia e non deve essere legata solo al suolo di nascita”.
Il gazebo nasce – dopo le polemiche cittadine su ius soli e ius sanguinis – dall’intenzione del segretario cittadino leghista Alessandro Fagioli per informare nei modi dovuti la cittadinanza.
“Come apprendo dal Ministero dell’Interno “lo “ius soli” fa riferimento alla nascita sul “suolo”, sul territorio dello Stato e si contrappone, nel novero dei mezzi di acquisto del diritto di cittadinanza, allo “ius sanguinis”, imperniato invece sull’elemento della discendenza o della filiazione. Per i paesi che applicano lo ius soli è cittadino originario chi nasce sul territorio dello Stato, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta dai genitori. La legge 91 del 1992 indica il principio dello ius sanguinis come unico mezzo di acquisto della cittadinanza a seguito della nascita, mentre l’acquisto automatico della cittadinanza iure soli continua a rimanere limitato ai figli di ignoti, di apolidi, o ai figli che non seguono la cittadinanza dei genitori. Altri modi per acquistare la cittadinanza sono la “iure communicatio”, ossia la trasmissione all´interno della famiglia da un componente all´altro (matrimonio, riconoscimento o dichiarazione giudiziale di filiazione, adozione), il “beneficio di legge”, allorché, in presenza di determinati presupposti, la concessione avvenga in modo automatico, senza necessità di specifica richiesta, e, infine, la “naturalizzazione”. Questa comporta non una concessione automatica del nuovo status ma una valutazione discrezionale da parte degli organi e degli uffici statali competenti” fa presente Veronesi. Che conclude:”La cittadinanza è una questione di democrazia, che sia un organo democraticamente eletto come ad esempio il consiglio comunale a poter decidere caso per caso chi naturalizzare e non la prefettura, come avviene oggi. E’ giusto sia per il cittadino che chiede la naturalizzazione, dato che deve dimostrare di essere parte integrante della comunità ospitante dimostrando senso di responsabilità e dovere civico. D’altro canto è giusto che la naturalizzazione avvenga per mandato popolare tramite gli eletti dei cittadini, dato che è una questione strettamente legata alla continuità della democrazia”.
Per Angelo Veronesi “lo ius soli non dà certezza dell’avvenuto processo di naturalizzazione, ovvero di condivisione sia dei doveri, sia dei diritti di cittadinanza, dato che non garantisce ad esempio che l’individuo sia rimasto a vivere nella nostra comunità in maniera continuativa. Potrebbe benissimo succedere che chi nasce su territorio dello Stato, decida di vivere per buona parte della propria vita in un’altro Stato diverso in cui valori e cultura sono completamente diversi, tali da essere in alcuni casi incompatibili non solo con i modi di vita, ma anche con il Diritto della Repubblica. Come sarebbe possibile avere cittadini che non condividono ad esempio l’uguaglianza tra individui, il diritto della famiglia, il diritto al lavoro, il diritto alla propria individualità e alla vita, tutte cose che la maggior parte dei nostri concittadini ritengono scontate in Italia e in Padania, ma che non sono scontate in altri Stati. E’ giusto che la naturalizzazione avvenga al compimento del 18esimo anno d’età del cittadino, in modo che sia l’individuo stesso a decidere in piena coscienza e con la dovuta maturità se vuole partecipare a pieno titolo alle responsabilità, ai doveri e ai diritti della cittadinanza della nostra Repubblica”.
051113
Apro la pagina, scorro velocemente l’articolo con l’intenzione di leggerlo, mi cade l’occhio su “…in Italia e in Padania”, sorrido, rinuncio alla lettura, scrivo questo commento, sorrido ancora, passo ad altro.
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