PezzellaSARONNO – Pubblichiamo integralmente l’intervento del consiglio comunale dell’Idv Bruno Pezzella durante il consiglio comunale del 19 dicembre scorso in cui la maggioranza ha approvato una delibera per l’assegnazione della cittadinanza italiana simbolica ai minori stranieri. “Mi sono espresso a titolo personale e pur essendo favorevole a qualsiasi iniziativa volta al benessere dei bambini, senza alcuna distinzione di sorta, sono convintamente contrario alla ratio che sottende tale delibera. Ho inteso astenermi e non votare contro, come avrei voluto, solo per il rispetto alle tesi espresse dalla maggioranza del partito che rappresento”

Ecco l’intervento

La delibera in questione comprende il patto di cittadinanza, che trovo sicuramente sostenibile in linea di principio, perché tendente a responsabilizzare il nucleo familiare del minore, anche se inutilmente discriminante verso quei neonati nati magari da pochi mesi all’estero, che non avrebbero quindi modo di beneficiare di un  patto “civico”, che dovrebbe essere inclusivo, la cosiddetta cittadinanza “onoraria”.

Ma perché quest’inutile discriminazione?

Perché la ratio che sottende questa delibera è pretestuosamente ideologica.

Questo documento prende a pretesto il patto di cittadinanza che dovrebbe essere usato come esempio di denizenship, vale a dire di estensione dei diritti degli immigrati a tutela soprattutto del diritto dei bambini, “usandolo” per creare, leggo testualmente, una “pressione sociale sul Legislatore” ed attaccare gli attuali concetti di nazionalità e nazione, considerati ormai neanche troppo velatamente come “anacronistici”.

Io non posso condividere questa forzatura  verso quello che credo sia il reale stato del nostro paese ormai di frontiera e famoso per l’ormai storica carenza di controllo del suo territorio.

L’argomento che la concessione della cittadinanza sia propedeutica ad una maggiore integrazione non è scontato: un conto è prestare una maggiore attenzione ai bambini, figli di immigrati che sono sicuramente discriminati  dalla legge vigente, visto che possono acquisire la cittadinanza dopo 18 anni di ininterrotta presenza nel paese, mentre un adulto può acquisire la stessa cosa dopo soli 10 anni. Altra cosa è conferire la cittadinanza per il fatto di essere nati in questo paese. Per fare un Italiano da una famiglia che Italiana non è, è necessaria una cosa fondamentale: il tempo.

I figli devono essere assorbiti dalla comunità italiana FACENDOLI italiani e NON DICHIARANDOLI italiani.

Non trovo giusto che  si persegua nel vecchio intento di demolire il concetto di nazione italiana; non trovo giusto che qualcuno si arroghi il diritto di disporre di un bene come la cittadinanza italiana.

Ritengo che il concetto di nazione, vale a dire di fratellanza basato sulla condivisione di un comune sostrato culturale dove lingua e tradizioni connotano un popolo e ne impediscano la propria omologazione e massificazione sia ancora un bene prezioso.

La differenza tra le nazioni all’interno della comune nazione Europa, al momento è una ricchezza e non un limite

Il concetto chiave deve essere quello delI’osmosi tra le varie culture dove la cultura maggioritaria si apra ed assimili il meglio di quanto apportato dai nuovi arrivati arricchendosi ed integrando gli immigrati attraverso un processo che permetterà anche a questi di diventare italiani. Il termine stesso di italianità andrebbe quindi a modificarsi mantenendo però un nocciolo duro che ne connota il termine.

Il tutto per evitare i conflitti tipici della società multiculturale già autorevolmente denunciati da tanti eminenti Sociologhi.

Ci viene fatto capire che la tutela dei minori e l’integrazione devono avvenire ex ante attraverso la concessione della cittadinanza italiana per il semplice fatto che si è nati in Italia e che lo IUS sanguinis è ormai superato.

La nazionalità italiana è una dei pochi “assets” che ci è rimasto, che è rimasto a quegli italiani poveri che giorno per giorno vengono spogliati di tutto ma evidentemente non abbastanza perché si sta decidendo che anche questa piccola ricchezza deve essere annacquata, deve contare poco insomma.

Per questo ritengo che un tema così importante non debba essere delegato al politico di turno ma debba comprendere la partecipazione più ampia possibile dei nostri attuali connazionali.

I messaggi di apertura unilaterali in ambito europeo creano disomogeneità e contribuiscono a modificare i flussi immigratori: questo è un regalo che credo gli Italiani non vogliono ricevere visto che siamo un paese di frontiera.

Se dovessi emigrare all’Estero per il solo fatto di non poter trovare lavoro in questo paese vorrei avere la libertà di essere ancora Italiano e che i miei figli lo possano essere ancora, visto che si tratta di una scelta dettata solo dal bisogno e visto che credo sia  importante mantenere la propria identità.

Pensiamo infine alle conseguenze di potenziali leggi che assimilino in modo meno restrittivo il concetto di IUS soli, senza essere buonisti sulle spalle dei nostri connazionali magari più poveri:

– i genitori irregolari di un Italiano che fossero giudicati colpevoli di reato non potrebbero probabilmente essere più espulsi e dovremmo farcene carico “senza se e senza ma”.

– In caso di mancata concertazione in ambito Europeo questi provvedimenti potrebbero aprire la strada ai “viaggi di nascita” magari gestiti da apposite organizzazioni, visto che su questo siamo bravi,  isolando ancor di più il ns. paese dal contesto europeo

– se viene concessa la cittadinanza per il semplice fatto di essere nati in Italia  dovremmo probabilmente riconoscere automaticamente il permesso di soggiorno regolare definitivo per i parenti fino al secondo Grado

Questi pochi punti già fanno comprendere l’impatto che questo tema può avere e ci fanno comprendere che in questo periodo non possiamo permetterci di essere buonisti e fare cose del genere.

Le soluzioni in conclusione possono essere diverse con efficacia simile e sicuramente di minore impatto come ad esempio:

–         l’abolizione della residenza ininterrotta (entro un ragionevole periodo) colmando i cosiddetti “vuoti anagrafici”,

–         la discussione sull’eventuale riduzione del periodo necessario per il conferimento della cittadinanza ai minorenni vista l’innegabile discrasia con quanto avviene per l’immigrato maggiorenne.

–         La riduzione di tutte le incombenze burocratiche che gravano sul minore non italiano.

La mia coscienza personale mi impone pertanto di esprimere tutte le mie riserve su questa delibera.

 

7 Commenti

  1. E’ più fortunato chi da generazioni è nato in Germania o in Francia o in Svezia o chi ha avuto la sfortuna di nascere in Congo o in Tanzania o in Messico? Chissà se si sentirà più fortunato il cittadino Europeo o quello Asiatico o quello Americano o quello Africano….Chissà chi ha voluto che ognuno di noi nascesse dove è nato! …..Ognuno di noi è cittadino del Mondo……chissà come ci vedono gli Extraterrestri!?

    • FRANCESCO : SI PARLA DI CITTADINANZA ONORARIA : nessun valore legale !!!!! La legge dice che potranno averla al compimento del 18 anno d’età Quindi …di che si parla

  2. Per coerenza di pensiero più che di appartenza politica avrebbe dovuto votare contro !!! la cittadinanza simbolica,non ha alcun riferimento giuridico, non ha il “consenso” del minore ma è solo una subdola e inqua trovata pubblicitari aatta ad occultare l’immibilismo sulle tematiche di sosotanza : LAVORO, LEGALITA’ E SICUREZZA …..

  3. In Italia la cittadinanza si acquisisce per nascita da almeno un genitore italiano, oltreché per matrimonio o dopo 10 anni di residenza. E’ il principio del cosiddetto ius sanguinis che si contrappone allo ius soli – il diritto del territorio – secondo cui si ha diritto di diventare cittadini dello stato in cui si nasce, indipendentemente dalla nazionalità dei genitori.

    La cittadinanza italiana deve essere data solo a chi dimostra di volerla davvero. Chi chiede di essere italiano deve farlo dopo un articolato processo che comprenda un adeguato tempo di residenza sul territorio, la conoscenza della lingua, della cultura del nostro Paese e un’adesione ai suoi valori di fondo, altrimenti non si produce integrazione ma disgregazione dell’identità nazionale.

  4. “Extraterrestre portami via
    voglio una stella che sia tutta mia
    extraterrestre vienimi a cercare
    voglio un pianeta su cui ricominciare

    chissà magari anch’io sono un extra….

  5. certo che è incredibile come tutti parlino di cittadinanza *onoraria* mentre in CC si sia discusso di cittadinanza *simbolica*; la parte incredibile, naturalmente, sta sempre nella confusione attorno al tema trattato, tipo ‘pensarci come bambini’ oppure ‘assolutamente impossibile pensare come bambini’ entrambe posizioni fuoriuscite da esponenti della Maggioranza.
    mah.

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