x
x
SARONNO – “Cosa sta succedendo sulla ex Cantoni?” Da questa domanda semplice parte il lungo appello firmato da Attac Saronno, Comitato per l’Acqua Bene Comune e Partito della Rifondazione Comunista per una maggior trasparenza in tema di bonifica dell’area industriale alle porte della Cassina Ferrara.
Già una settimana fa i sodalizi avevano avanzato una prima richiesta al Comune e, non avendo avuto risposta, tornano alla carica:”Purtroppo ai cittadini nulla è dato a sapere, visto che le riunioni della Commissione Acqua comunale (seppure siano pubbliche, come da regolamento) non sono pubblicizzate, né i suoi verbali. La Commissione Acqua (mista consiliare) sta decidendo in questi giorni quale posizione prendere rispetto al Piano di Caratterizzazione (preliminare alla bonifica dell’area) presentato i primi di novembre dalla proprietà che ha un interesse urbanistico sull’area (del cui piano nulla è dato a sapere)”.
Duro il giudizio dei sodalizi sul quanto trapelato sul piano di caratterizzazione “secondo le nostre informazioni la proprietà – prosegue la nota – non ha voluto recepire le (pur tardive) richieste del Comune di andare a cercare gli inquinanti che sarebbero stati la causa del superamento dei valori di legge del tetracloroetilene ovvero il percloro-pce(sostanza cancerogena) nel pozzo di via Parini che serve la scuola elementare Pizzigoni, pozzo che infatti è stato chiuso fino al suo “incamiciamento””. Secondo gli attivisti che, hanno ascoltato le testimonianze di diversi ex lavoratori, “la sostanza sarebbe stata usata nel processo produttivo della Cantoni”.
Ci sono poi richieste specifiche: “Siamo tuttora in attesa che venga presentata in Commissione la relazione Arpa sull’esito dei campionamenti, ma da quanto ci risulta si conferma quanto si poteva già sapere: la falda è inquinata e ci sarebbero delle precise responsabilità”.
L’appello non si ferma all’acqua ma riguarda anche il terreno:” Oltre all’inquinamento della falda che riveste carattere di immediata urgenza, chiediamo che anche i terreni siano oggetto di approfondite indagini preliminari al piano di bonifica secondo le migliori tecniche condivise dalla comunità scientifica. Per il principio di legge che “chi inquina paga” (o, qualora ci sia stato un cambio di proprietà, l’attuale proprietario) l’intero costo delle bonifiche dovrà essere a carico della proprietà e il Comune non dovrà chiedere “sconti” o “scambi” con il pagamento di oneri di urbanizzazione”.
Durissima l’analisi della situazione che porta a precise richieste: “E’ dunque indispensabile che un tema così importante venga trattato con la massima trasparenza e coinvolgimento della cittadinanza!
Il Comitato del Saronnese per l’Acqua Bene Comune ha già dai primi di dicembre chiesto copia della documentazione in possesso del Comune, nonché che le sedute della Commissione Acqua vengano realmente rese pubbliche, informando la cittadinanza delle sue convocazioni e pubblicando i suoi verbali. Ha inoltre richiesto la partecipazione alla Conferenza dei Servizi, che dovrebbe svolgersi entro la fine di febbraio, dove tutti gli enti preposti (Comune, Provincia, Arpa, Asl) dovranno pronunciarsi sul Piano di Caratterizzazione e sulla procedura di bonifica. Il PRC si sta muovendo anche a livello provinciale per il principio della trasparenza dell’attività delle amministrazioni pubbliche per avere la documentazione”.
Forte l’appello all’Amministrazione e quindi al primo cittadino Luciano Porro:”Chiediamo pertanto che l’Amministrazione Comunale si faccia garante, per tutto il percorso di accertamento e di bonifica dell’area, della più totale trasparenza degli atti e delle decisioni, con il coinvolgimento attivo della cittadinanza. La salute dei cittadini non si baratta“.
I sodalizi invitano poi i saronnesi a scendere in campo: “Invitiamo le cittadine ed i cittadini interessati alla trasparenza degli atti che riguardano la propria salute a presenziare personalmente alla seduta pubblica della commissione mista sull’acqua che si terrà giovedì 6 febbraio dalle 18 in Municipio“.
04022014
Il comune di Saronno ha molto da dire sulle aree industriali dismesse, altro che la proprieta’ privata e’ sacra punto e basta.
La proprieta’ privata e’ sacra se e solo se non inquini l’acqua, metti tutto a norma (vedi amianto e cisterne di carbuante inutilizzate), togli l’ambrosia e le piante infestanti, etc, etc, etc.
Beh ci pensera’ la Saronno Servizi, azienda che si occupa della fornitura idrica del Comune di Saronno e che e’ di proprieta dello stesso comune per il 97 per cento. O forse no, dato che ha appena speso 400 mila euro per destinare i fondi ad un opera che poco c’entra con lo statuto della stessa azienda: che siano stati spesi per un brutto personalismo (ragioni di campagna elettorale!) dell’onestissimo sindaco Porro? Magari fingendo che il problema della citta'(e da li’ la priorita’) fosse di quattro ragazzi occupanti senzatetto e non gia’ la salute della stessa cittadinanza? Beh, se ci pensate le cose potrebbero proprio stare in questo modo. E’ cosa nota, difatti, che quando gli stessi occupanti fecero uscire un volantino ed un comunicato per denunciare il fatto si scateno, all’interno della giunta, un putiferio senza eguali poiche’ non si voleva fosse reso pubblico che i soldi venivano proprio dalla Saronno Servizi e si cercava, dunque, da dove fosse partita la “fufa di notizie”. Vergogna.
Comments are closed.