Mozzate, confessa anche la complice: “L’ho aiutato ma non sapevo che volesse ucciderli”
MOZZATE – E’ stato convalidato l’arresto di Monica Sanchi la cameriera 36enne di Riccione accusata di concorso in omicidio premediatato per aver aiutato il compagno Dritan Demiraj ad attirare nella sua rete Lidia Nusdorfi, ex compagna di Demiraj e il suo ultimo amore Silvio Mannina uccisi in meno di 24 ore, tra il 28 febbraio e il primo marzo, lui in una cava a Rimini e lei nel sottopassaggio della stazione di Mozzate .
Monica Sanchi, davanti al gip Luciano Storaci, ha confermato la versione già fornita al pm durante il lungo interrogatorio che mercoledì sera l’ha portata in carcere.
Ha confermato che su richiesta di Dritan Demiraj, col quale aveva iniziato una relazione da un mese e mezzo, aveva tentato di approcciare via Facebook Lidia ma quando ha realizzato che la donna non sarebbe caduta nella trappola si era rivolta a Silvio Mannina, un uomo che aveva avuto una relazione con Nusdorfi.
Aveva iniziato uno scambio di messaggi che era durato per due settimane e che era culminato nell’arrivo, per un incontro con Monica, a Rimini di Silvio Mannina. Qui l’uomo è stato uccisoda Dritran e il corpo nascosto in una cava. Il movente del delitto era la gelosia ma anche la necessità di recuperare il telefonino di Mannina indispensabile per attirare Lidia, ex compagna rea di tradimento, nella trappola.
Così il primo marzo Monica inizia a scrivere con la futura vittima: lo deve fare lei perchè Dritan che pur capisce perfettamente la lingua non riesce a scrivere in un italiano perfettto come Silvio. Monica supera qualsiasi remora di Lidia: ad esempio quando lei le chiede di parlare dice che il microfono del telefono è rotto e che l’unico modo per comunicare è continuare con gli sms. Insiste per un incontro fino a convincerla mentre il compagno guida verso Mozzate.
Alla fine riesce ad attirare Lidia nel sottopassaggio nella stazione ed è lì che l’ex compagno compie la sua vendetta uccidendola con il coltelo acquistato apposta per il delitto che teneva nel cruscotto dell’auto.
Nella sua confessione, Monica Sanchi ha sostenuto di non essere a conoscenza dell’intenzione del compagno di uccidere Mannina. Dopo quel primo delitto, ha sostenuto di aver continuato a fare la sua parte perchè temeva per la propria incolumità.
03052014