Guzzetti: “Lavorerò per chi mi avete affidato e non mi ricandiderò”
UBOLDO – Pubblichiamo la versione integrale del discorso del sindaco Lorenzo Guzzetti prima del suo giuramento
“Siamo tutti strumenti imperfetti della Provvidenza, la quale si serve di noi per realizzare grandi progetti. Tale convinzione ci obbliga ad una estrema modestia, ma ci infonde anche la dose di fiducia necessaria per portare a termine il compito affidatoci.”1
Con queste parole di Robert Schuman, padre fondatore della Comunità Europea, mi piace inaugurare questa terza avventura da Sindaco di Uboldo insieme agli amici di Uboldo al Centro, di nuovo scelti dai nostri concittadini a guidare il paese nelle elezioni di domenica 25 maggio.
Saluto i Consiglieri Comunali, il Segretario Comunale, i rappresentanti delle associazioni uboldesi e tutti voi che questa sera avete accettato l’invito ad assistere a questo primo consiglio comunale.
Sono ben consapevole di quello che molti di voi si aspettano questa sera dal sottoscritto.
Lo so in forza delle tante parole ascoltate in questa settimana che ci ha separato dal momento del voto dove, oltre agli attestati di stima e di congratulazione, sono prevalsi anche sentimenti di disagio e finanche di disgusto per tanti tristi episodi a cui abbiamo dovuto assistere nella recente “campagna elettorale”. Quanti tra di voi mi hanno detto: “adesso togliti qualche sassolino dalla scarpa”.
Stasera invece di tutto questo non parlerò. Non parlerò di ciò che ho sentito su di me e sul mio conto, sui miei candidati, sulla mia squadra di Uboldo al Centro o, e questo permettetemelo di dirlo con un po’ di amaro in bocca, sui miei amici personali che nulla avevano a che vedere con queste elezioni. Non parlerò delle dicerie completamente inventate, delle chiacchiere sfociate spesso in pettegolezzo o delazione, non parlerò di chi a corto evidentemente di argomenti ha ben pensato di commentare e porre all’attenzione dell’elettorato anche la mia vita privata e affettiva, della quale il mio rammarico non è il poco rispetto avuto nei miei confronti, quanto per chi comunque ne è direttamente coinvolto. Non parlerò di tutto questo.
Vorrei parlarvi invece questa sera delle cose belle, vorrei parlarvi dell’amore.
L’amore che mi ha portato fin qui, l’affetto che io e la mia squadra abbiamo sentito dimostrato nei nostri confronti durante la campagna elettorale dalla nostra gente, la commozione sincera di qualche presidente di associazione nei giorni che precedevano le elezioni quando siamo passati a salutare semplicemente per ringraziare di quei meravigliosi cinque anni vissuti insieme, vorrei raccontarvi della stima e degli abbracci che abbiamo ricevuto ai seggi domenica scorsa che ci dicevano una cosa: qualsiasi fosse stato il risultato elettorale, i nostri concittadini avevano riconosciuto in noi UOMINI e DONNE interessati alla nostra comunità, innamorati di questo paese e del suo popolo.
Voglio dirvi e rammentarvi che il Consiglio Comunale E’ la MASSIMA ESPRESSIONE della società civile, della nostra comunità, che ci guarda, minoranza e maggioranza, con la voglia e il desiderio di essere rappresentati al meglio.
Per questo motivo il mio primo augurio, che rivolgo innanzitutto a coloro che questa sera siedono qui e lo faranno per i prossimi cinque anni, è che questo luogo, questi tavoli, queste ore che spenderemo insieme vengano utilizzate per il bene del nostro paese, affinchè il Consiglio Comunale torni a essere la casa naturale della politica, parola spesso fin troppo bistrattata ma che resta una delle “forme più alte di carità.”2 Chi questa sera è seduto qui non lo deve a un capriccio o a un calcolo. Tutti voi siete stati scelti dai nostri cittadini e a loro, e solo a loro, dovremo rispondere del nostro impegno. Lavoriamo per unire, nel rispetto ciascuno dei ruoli, certi che comunque quello che ci divide è solo il pensiero politico, un’idea di società diversa, non la stima che tra di noi non deve mai mancare. Impegniamoci tutti a unire, sanando così delle fratture sterili all’interno della nostra comunità. Questo sia il nostro impegno più grande.
Da questi banchi non dobbiamo avere il timore di alimentare per la nostra comunità il DESIDERIO, che è come la scintilla con cui si accende il motore. Tutte le mosse umane nascono da questo fenomeno, da questo dinamismo costitutivo dell’uomo. Il desiderio accende il motore dell’uomo. E allora si mette a cercare il lavoro, a cercare la donna, si mette a cercare una poltrona più comoda e un alloggio più decente, si interessa a come mai taluni hanno e altri non hanno, si interessa come mai certi sono trattati in un modo e lui no, proprio in forza dell’ingrandirsi, del dilatarsi, del maturarsi di questi stimoli che ha dentro e che possiamo chiamare globalmente “cuore”.3
Il secondo augurio che voglio fare è a questo popolo, a questa comunità che ci viene affidata e che siamo chiamati tutti a servire con il massimo impegno, la massima dedizione e passione possibile. Tutti questi “ingredienti” non vengono solo chiesti al Sindaco, ma anche agli Assessori, ai Delegati, ai Consiglieri Comunali di maggioranza e anche a quelli di minoranza. Chi questa sera è seduto qui non lo deve a un capriccio o a un calcolo. Tutti voi siete stati scelti dai nostri cittadini e a loro, e solo a loro, dovremo rispondere del nostro impegno.
Stare seduti qui non è frutto di giochi di potere, perchè il potere rende l’uomo schiavo di chi, anche in maniera fortuita o casuale, esprime il momento culminante, ma passeggero ed effimero, del flusso storico. E per togliere ogni dubbio su questa affermazione comprendo anche me stesso che rinnovo qui davanti a voi il mio proposito già espresso all’inizio della campagna elettorale: questo sarà il mio ultimo mandato da sindaco e nel 2019 io non mi candiderò proprio perchè siamo strumenti nelle mani della Provvidenza e dobbiamo semplicemente obbedire al compito che ci viene chiesto di svolgere. E poi, permettetemi questo breve inciso, il motivo per cui chiuderò l’esperienza attiva con la politica locale è perchè di grandi ex, politicanti o pubblici dipendenti, che conservano e sbandierano a ogni scadenza elettorale la loro triste bandiera del loro triste potere ormai sbiadito negli anni ne abbiamo già una buona compagnia, così buona e così numerosa che non sento il bisogno di stringervi amicizia e di far crescere il numero. Preferisco i miei amici.
Tutti siamo chiamati a costruire una comunità migliore nella certezza che tutto parte dal cuore dell’uomo e lì vi ritorna. Come nel 2007 e nel 2009, ripeto quale sarà l’impegno di questa Amministrazione.
Anzi, vi dico prima quello che non sarà.
Il nostro impegno non saranno le asfaltature, i tombini, i marciapiedi, le grandi opere. Certo, arriveranno anche quelle, come sono arrivate nel recente passato. Il nostro impegno più importante sarà quello di non lasciare indietro nessuno di coloro che ci sono affidati. Le famiglie, i bambini, gli anziani, gli ammalati, le persone in particolare situazione di difficoltà delle quali magari la maggior parte ignora anche l’esistenza e che sono invece sempre al primo posto nel cuore e nella mente di chi guida questa comunità.
L’ultimo augurio lo faccio ai miei amici di Uboldo al Centro. Abbiamo una grande responsabilità: proseguire sulla strada iniziata nei cinque anni appena trascorsi e continuare a dare il meglio a Uboldo.
Lo dobbiamo per la fiducia che tanta gente ci ha riconosciuto, lo dobbiamo alle generazioni future a cui vogliamo lasciare un posto più bello dove vivere. Abbiamo promesso che “il meglio deve ancora venire” e ora questo “meglio” lo dobbiamo far arrivare. A tutti i costi. Mettendoci il nostro massimo impegno che però deve sempre avere una certezza di fondo: questa occasione ci è data in ragione di un mandato elettorale affidatoci dagli elettori, ma anche e soprattutto della Provvidenza che nonostante le nostre grandi imperfezioni ci darà una mano a servire al meglio questo popolo. Questa certezza ci infonda grande umiltà e modestia, ma allo stesso tempo ci dia la fiducia che quello che stiamo facendo non lo stiamo facendo per noi ma per portare a termine un compito che ci viene affidato, dimostrando così ancora una volta che la nostra speranza non è nella politica, che è solo uno strumento, il mezzo, “l’impegno imprescindibile”4 per giungere al bene comune.
Dimostriamo l’amore che abbiamo per questo paese.
Dimostriamo che “omnia vincit amor”, l’amore vince davvero sopra ogni cosa.
Facciamo recuperare a questa nostra comunità un po’ di serenità, di amicizia, di armonia.
Solo in questo modo, davvero, il meglio arriverà.
Solo in questo modo dimostreremo ancora una volta che “al centro delle istituzioni per una volta ci sono persone che vivono la politica come vivono la famiglia, il desiderio, la vita sociale, la fede”.
E che Dio benedica sempre Uboldo e gli uboldesi.
Lorenzo Guzzetti
Sindaco di Uboldo
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Commenti
Ti e’ andata male. La polvere che hai nascosto sotto lo zerbino te la ritrovi tutta tu, non sei riuscito a passare la patata bollente ad altri!!!
Guffetti brafo brafo
“E che Dio benedica sempre Uboldo e gli uboldesi”: il sindaco di Uboldo come il presidente degli Stati Uniti !!!