L’ultimo congedo del reduce Felice Ferrario salvato dalla Beata Vergine dei Miracoli
SARONNO – Si è spento lunedì Felice Ferrario 92enne saronnese reduce della campagna di Russia che ha raccontato quegli 11 mesi nel freddo e nella neve in un diario che è stato pubblicato in diverse edizioni l’ultima volta nel 2008 dalla rivista Focus.
I funerali del saronnese, quando intorno alla famiglia, la moglie, i tre figli e dei sette nipoti si sono radunati quasi duecento saronnesi, sono stati celebrati mercoledì pomeriggio in Prepositurale da don Federico Bareggi che ha rimarcato come “la tristezza per la scomparsa di un uomo dalla vita tanto intensa e lunga” sia dovuta al fatto che ci abbia “dato molto con il suo amore e con il suo esempio per questo è giusto essergli grati e riconoscenti”.
Classe 1922 Ferrario fu arruolato nell’estate del 1942, quando non aveva ancora compiuto 20 anni e la sua intera esistenza fu segnata, “nel corpo, nello spirito e nel cuore” come dichiarò lui stesso in un’intervista da quei 11 mesi in Russia. Raccontò il lungo viaggio attraverso l’Europa, i pensieri rivolti a casa e con il passare dei mesi, le battaglie, la crudeltà della guerra, la fame, la stanchezza e gli assalti falliti, la ritirata, i lunghi mesi senza lavarsi, i pidocchi, i turni di guardia a 43 gradi sotto zero e il tentativo di farsi congelare il dito di un piede per fare ritorno in Italia in un diario che riuscì a portare a casa quando tornò a Saronno. Ferrario ha sempre rimarcato di “esserne uscito vivo” grazie al voto che la madre aveva fatto alla Beata Vergine dei Miracoli del Santuario cittadino.
Dopo la guerra ha lavorato con i fratelli nell’azienda tipografica di famiglia ed ha condiviso quella sua drammatica esperienza pubblicando i propri scritti, l’ultima volta durante un’indagine della rivista Focus su input del nipote Stefano.
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29082014