In fiamme il rifugio del Cai saronnese a Macugnaga
SARONNO – E’ stato il primo operaio della seggiovia ad entrare in servizio ad accorgersi del fumo e delle fiamme che salivano dal rifugio del Cai saronnese a Macugnaga e che, dando l’allarme, ha permesso di salvare la struttura.
Si tratta di una palazzina storica a 1.827 metri: la costruzione originaria risale al 1855 e per lungo tempo è stato il ristorante Belvedere per coloro che salivano ad ammirare la parete est del Monte Rosa. Nel 1975 il Cai di Saronno lo ha ristrutturato trasformandolo in un punto di riferimento per le uscite da quelle di escursionismo all’arrampicata su roccia. Anzi un gruppo di saronnesi aveva proprio ultimato la propria permanenza domenica sera.
L’allarme è scattato al mattino quando l’operatore della seggiovia, che passa proprio sopra il rifugio, ha visto il fumo e il fuoco che avvolgevano il retro della palazzina. In pochi minuti sono arrivati, muniti di estintori, anche alcuni rifugisti della zona. Sono intervenuti i pompieri volontari di Macugnaga e quelli di Domodossola che hanno dovuto lavorare non poco per domare completamente le fiamme.
Terminate le operazione di spegnimento sono stati svolti, in collaborazione con i carabinieri di Ponte Grande, anche i primi accertamenti per determinare le cause dell’incendio che secondo le prime indiscrezioni dovrebbe essere partito all’esterno della struttura.
“I danni sono consistenti – spiega il presidente del Cai Saronnese Antonio Renoldi che proprio ieri pomeriggio è andato a fare un sopralluogo – le fiamme hanno divelto due infissi, danneggiato il tetto e una camera da letto”. Al momento il rifugio è inagibile anche per i danni provocati dalle fiamme all’impianto elettrico. “Aspettiamo l’intervento del perito – conclude Renoldi – e poi speriamo di poterci mettere subito all’opera. Intanto vorremmo ringraziare quanti lunedì mattina si sono prodigati per spegnere le fiamme e salvare il rifugio”.
(foto d’archivio www.caisaronno.it)
07092014
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Commenti
Naturalmente, anche nei riguardi di tutti coloro che hanno contribuito al suo restauro, sia economicamente che fisicamente, portando pietra su pietra…
Porto la mia testimonianza.
Mio nonno Ambrogio, ex-presidente del CAI di Saronno, è stato il firmatario del contratto d’acquisto del Rifugio, da parte dell’associazione e si è sempre speso attivamente per la valorizzazione della struttura. Sicuramente, alla notizia, ora sarebbe molto dispiaciuto: confido che, in sua memoria, si provveda celermente al recupero dei danni.