D’Eramo: “A Saronno il XX settembre è ancora orfano”
SARONNO – “Anche quest’anno il XX Settembre è orfano a Saronno di un posto dove depositare un simbolo a ricordo di quella data così importante”. Inizia così l’appello di Antonio D’Eramo, cittadino Saronno, che riprende una richiesta inviata all’Amministrazione esattamente un anno fa.
Un anno è passato dal mio messaggio precedente e non c’è stata nessuna risposta né dal Sindaco, né dagli altri organi comunali; nessuna apertura alla discussione o alla valutazione della richiesta. Silenzio assoluto dalle istituzioni, timidi riscontri della stampa (che, peraltro, ringrazio sentitamente).
La laicità, a Saronno, è ancora orfana di un riconoscimento che, al crescere delle tensioni interreligiose, sempre più rappresenterebbe l’antidoto a derive fondamentaliste.
Mi permetto di rinnovare la riflessione sugli argomenti già più volte sollevati: la multiculturalità non è la stessa cosa dell’integrazione.
Multiculturalità vuol dire accettare società con regole diverse, con scuole religiose che, indicando valori diversi, educano alla segregazione, dividono e non uniscono; vuol dire accettare regole sociali diverse, nel (non) riconoscimento, per esempio, del ruolo della donna (ma anche, semplicemente, a pensare (noi uomini) per la donna (ma con quali pretese!) un ruolo diverso, come se la donna fosse di per sé un elemento di disturbo in un mondo in cui i maschi sono chiaramente superiori: mi sembra di sentire il grande Luigi Tenco). Nelle “faith schools” britanniche gli studenti imparano regole legate alle tradizioni islamiche; la “common law” ha permesso, addirittura, il costituirsi di tribunali dove si applica la legge del Corano e non quella dello Stato. Nella stessa nostra città le associazioni islamiche si preoccupano che i bambini non dimentichino l’arabo (studiandolo sul Corano, ça va sans dire), ma non si preoccupano del fatto che gli stessi bambini non conoscono l’italiano a sufficienza per poter seguire con profitto le lezioni a scuola.
Integrazione vuol dire, invece, stabilire un insieme di regole comuni e condivise da tutti, regole sulla base delle quali stabilire una convivenza civile. Queste regole sono quelle che fanno parte della nostra Costituzione, delle nostre regole libertarie e basate sul diritto, figlie della Rivoluzione Francese. La donna e l’uomo hanno pari dignità e nessuno, in nome di nessuna religione, può arrogarsi il diritto di stabilire le regole di comportamento delle persone dell’altro sesso. La libertà di pensiero e di parola sono la base della convivenza democratica e nessuno può impedirmi di dire che l’Assunzione di Maria in cielo ha le stesse probabilità di (non) essere vera del viaggio del Profeta sul suo cavalo alato. Integrazione vuole anche dire difendere il diritto di chi vuole crederci, ovviamente, ma non di imporre il proprio credo, né ai propri “cuccioli” né ai propri compagni di strada, quali siamo noi tutti.
La religione è una scelta personale che deve essere rispettata e difesa, ma nessuno deve imporre la propria religione agli altri e i crocifissi appesi negli uffici pubblici non aiutano l’integrazione. Stimolano, invece, a una rivincita, rivincita che, se adesso cova sotto la cenere, considerando un andamento demografico fin troppo chiaro, troverà prima o poi un prepotente sfogo.
Se non sarà definitivamente stabilito che lo Stato è laico non potremo, domani, difenderci da chi oggi è minoranza; il Sindaco che oggi, con la fascia tricolore, va alla processione (signor Sindaco: nulla da eccepire sul suo credo personale, ci mancherebbe, ma la fascia tricolore che lei indossa è anche mia che sono ateo e lo Stato è laico anche se su questo lei non dovesse essere d’accordo!), domani potrebbe essere chiamato ad andare, con la stessa fascia tricolore (perché lo Stato non può e non deve fare differenze tra le religioni visto che nessuna di esse può pretendere di essere l’unica vera), alle cerimonie del Ramadhan oppure dello Yom Kippur (e, perché no, del “Talk Like a Pirat Day”). In quell’occasione la “mia” fascia tricolore stringerebbe le mani di chi, per motivi religiosi, costringe le donne a vivere segregate, costringe le bambine a non frequentare le lezioni di musica a scuola, costringe i bambini alla circoncisione con un atto violento e lesivo dell’integrità fisica personale, punto cardinale della nostra cultura. Multiculturalismo e integrazione non sono la stessa cosa!
Il XX Settembre del 1870 è stata una data fondamentale nella nostra storia: merita che non cada nell’oblio, merita, anzi, che ne venga rinnovato il valore e l’importanza, non contro la CCAR né contro le altre religioni, ma a favore della laicità. Abbiamo ancora 6 anni prima del 2020 quando saranno 150 anni giusti, giusti: ce la faremo?
Antonio D’Eramo
Cittadino di Saronno
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Commenti
Pienamente condivisibile.
http://it.wikipedia.org/wiki/Presa_di_Roma
Certo che l’ignoranza della nostra storia è notevole…
20 settembre, ma qual’è la ricorrenza di cui si parla?