Giudice di pace, Fontana: “Quanti cambi d’idea ma si sa fa’ e disfà l’è tut laurà”
27 Ottobre 2014

SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata dall’ex assessore ai Lavori Pubblici Agostino Fontana in merito alla decisione del Comune di Saronno, affiancato da quello di Caronno Pertusella, Cislago e Gerenzano di rinunciare al servizio del giudice di pace.
Apprendo dalla stampa che il Comune di Saronno ha rinunciato al Giudice di Pace: finalmente!
Una spesa che era prevista aggirarsi sui centomila e più Euro l’anno e che era assurdo fosse sostenuta dai cittadini di Saronno anche per alcuni comuni limitrofi.
Ricordo che nel mese di marzo, del corrente anno, il Ministero, visto il perdurare della crisi economica e le difficoltà per gli Enti locali di far quadrare i bilanci, aveva concesso di recedere dalla decisione dell’anno precedente, di mantenere detto servizio, con costi totalmente a carico del Comune.
Nel mio intervento, pubblicato a luglio da wordpress-426764-1358032.cloudwaysapps.com, lamentavo due fatti e cioè che qualche comune era già ritornato sulle proprie decisioni e che a Saronno non c’era stata partecipazione della città nella scelta dell’Amministrazione.
Legittime le opinioni discordanti dei vari cittadini se mantenere o meno il servizio.
Tuttavia le opinioni vano coniugate con i fatti, con la dura realtà della situazione economica e sicuramente una consultazione della cittadinanza avrebbe aiutato ad arrivare ad una decisione più saggia poiché ritengo che i cittadini, nelle cose pratiche, siano più realisti della politica.
Discutibile poi la decisione di Saronno di mantenere il Giudice di Pace prima ancora di ottenere un impegno concreto, con un atto ufficiale, degli altri comuni alla suddivisione dei costi di gestione.
Nonostante l’esempio di Legnano e Gallarate, che erano tornati sui loro passi ed avevano successivamente deciso di rinunciare, il Sindaco di Saronno, con somma determinazione, proseguì nel suo percorso e, con decreto Sindacale no. 9 del 04/06/2014 nominò il dott. Mauro Gelmini, dirigente dell’ente, Responsabile dell’Ufficio di supporto amministrativo alle funzioni del GdP.
Il passo successivo è del 29 agosto u.s. quando con una determina il dirigente competente assegna due dipendenti del Comune all’ufficio del GdP.
Assegnare due persone a questo servizio significa toglierle dalla disponibilità dei normali servizi del comune e perdere la possibilità di poter rinunciare alla loro sostituzione nel caso di dimissioni o pensionamenti futuri di altri dipendenti. Niente più possibilità di riduzione dei costi anzi conferma del livello degli esistenti.
Il 6 ottobre Il Saronno riporta la seguente dichiarazione rilasciata dal Sindaco Porro:“Il progetto da parte dell’Amministrazione è ormai chiaro e definito – ha esordito il primo cittadino – la Guardia di finanza ci ha fatto sapere che sta aspettando le autorizzazioni per i lavori di ristrutturazione del primo piano dell’edificio quello che occuperà la tenenza, e che sarà a suo carico ristrutturare.
In attesa di avviare la ristrutturazione dell’edificio, che in passato ha ospitato il tribunale e che nei piani dell’Amministrazione dovrebbe diventare la sede della Guardia di Finanza e della polizia locale, il Comune ha deciso di trasferire, prima della metà di ottobre l’ufficio del giudice di pace: “Riscaldare il tribunale costa 40 mila euro all’anno e così prima che si accendano i riscaldamenti vogliamo spostare il servizio in un’altra sede comunale in modo da risparmiare sulle spese vive”.
Luogo indicato come sede del GdP è la Villa Gianetti: lasciamo perdere le considerazioni su questa scelta.
Ed ora veniamo ad oggi: neanche due mesi dopo la situazione si è capovolta ed è necessario rinunciare al progetto tanto voluto e decantato.
Sembra che la decisione sia stata presa congiuntamente con altri comuni del saronnese ma, in effetti, non c’è mai stato un documento ufficiale che sancisse questo accordo per cui sembra più una chiamata alla corresponsabilità per giustificare la propria incapacità di gestire un processo che richiede una visione del futuro (lo aveva già capito a marzo u.s. il Ministero quando aveva dato la possibilità ai comuni di rinunciare alle loro precedenti scelte) oppure il volere, a tutti i costi, darsi visibilità politica e non scontentare coloro che sostenevano il sì per il GdP anche e soprattutto all’interno della stessa maggioranza.
Un’amministrazione deve avere il coraggio di rinunciare a scelte populistiche alla luce di necessità con più alta priorità inoltre deve essere efficiente ed efficace nel proprio processo gestionale cosa che non ci pare sia avvenuta in questo caso visto l’impiego di tempo e risorse per riunioni, conferenze stampa, decreti e determine dirigenziali. Diversi atti che dovranno essere revocati.
Si parla di “responsabilità dei magistrati” ma nessuno parla di “responsabilità della politica” che non paga mai come nel caso eclatante della recente alluvione di Genova anche se il paragone non è proponibile considerata la sproporzione dei casi.
E per concludere, speriamo che sia possibile rinunciare, a questo punto, al servizio con effetto immediato poiché sarebbe il colmo se il ministero rispondesse che la legge non prevede la rinuncia ora e che non può effettuare cambiamenti organizzativi della Giustizia perché taluni Comuni non sono in grado di gestire le loro scelte. Dopo il danno sarebbe la beffa. Speriamo di no.
25102014
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Commenti
cronistoria ed analisi ineccepibili nello stile Fontana ma dato che gli attori della sceneggiata , la Premiata ( 30km/h ) Giunta Porro , sono sempre gli stessi, nulla di particolarmente sorprendente – deja vu ! – grazie comunque ma l’ultima parola spetterà al PD saronnese in veste elettorale e saranno risate
Grande Fonty!!!
caro Fontana, il populismo è un pessimo consigliere e quest’ultimo episodio del GdP conferma che siamo in mano ad un’Amministrazione in balia di chi tira di più la giacchetta, del ” si può fare,ma anche no ”
Ci vogliono amministratori capaci di una visione un poco più lungimirante….
Lei , per esempio, che impegni ha per i prossimi anni?
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Gentile Marina,
la mia esperienza politica è terminata tuttavia non manderò al macero ciò che ho appreso in questi impegnativi anni per cui continuerò il mio impegno come cittadino grazie ad una bellissima legge sulla trasparenza (il dl 33 del 2013 del governo Letta) che fornisce al cittadino un potente grimaldello per controllare l’operato dell’amministrazione.
La sezione “Amministrazione trasparente”, del sito di Saronno, non rispetta i dettami della legge in vari punti per cui mi sono attivato mediante mail protocollate affinché ciò che non è corretto, o mancante, venga sistemato.
Auspico che un’amministrazione onesta, che sia questa o la futura non ha importanza, organizzi incontri con la cittadinanza per illustrare quali potenti strumenti i saronnesi hanno ora a disposizione.
Se non lo facesse l’amministrazione dovrebbero organizzarsi i cittadini.
Il re è nudo.
Un cordiale saluto
Tino Fontana