Casa della solidarietà: 400 firme per la nuova petizione
SARONNO – Quasi trecento saronnesi hanno partecipato ieri sera alla riunione organizzata all’auditorium Aldo Moro per fornire alla città, e in particolare ai residenti del quartiere Aquilone, i dettagli sui progetti per la futura Casa della solidarietà.
La serata si è aperta proprio con la presentazione di Enzo Volontè che a nome della fondazione proprietaria dello stabile, l’ex sede Bnl tra via Petrarca e via Piave, ha presentato il progetto parlando delle realtà intenzionate ad entrare nello spazio (dalla Croce Rossa all’Unitalsi) dei servizi che vi saranno attivati (dalla mensa dei poveri al dormitorio) senza dimenticare le modalità di funzionamento con la creazione di una seconda fondazione che si occuperà della gestione della palazzina. Nodo cruciale il fatto che la Casa della Solidarietà nascerà in itinere ossia valutando ed aggiungendo servizi e realtà in base agli spazi e agli esigenze della città. Non sono mancate le risposte ad alcune critiche avanzate contro il progetto.
Hanno quindi preso la parola i residenti del quartiere che hanno letto la seconda petizione, firmata da oltre 400 residenti, e consegnata ieri mattina in Municipio. Diverse le richieste dalla creazione di un tavolo con la fondazione in cui il quartiere venga coinvolto nelle scelte alla creazione di una serie di spazi comuni come la biblioteca, sala studio e spazi per il Tagesmutter. Ma soprattutto i residenti esprimono perplessità per le ricadute in termini di viabilità, sicurezza, decoro, traffico e inquinamento acustico (pensando alla presenza delle ambulanze del 118) dell’arrivo di servizi come la mensa e il dormitorio.
Se la fondazione ha rimarcato l’intenzione di creare anche uno spazio per la socializzazione del quartiere, per gli anziani ma anche per i giovani i residenti hanno tenuto a rimarcare la propria posizione. “Non vogliamo essere additati di egoismo anche nel nostro quartiere si fa solidarietà – ha spiegato un portavoce – ma non vogliamo che l’intera zona paghi il prezzo dell’accentramento in un unico punto di servizi che presentano delle criticità”.
Non solo diversi residenti hanno parlato dei problemi che vive già il quartiere: dagli ecuadoriani che nel fine settimana bivaccano nell’area verde del rione all’eliminazione del vigile di quartiere. Non sono mancati gli interventi di volontari ed attivisti dei servizi come la mensa dei poveri o del servizio docce che hanno stigmatizzato le paure “giudicate ingiustificate e dettate dalla non conoscenza” dei residenti.
A tirare le somme è stato Lucio Bergamaschi membro del comitato:”E’ stata una serata che ha fornito molte informazioni e dettagli sul progetto con un confronto quasi sempre civile. Siamo pronti a continuare su questa strada di collaborazione ma resta anche da chiarire il valore del progetto che non crea nulla di nuovo ma si limita ad accentrare in un uno spazio servizi che ci sono già in città”.
Presenti i vertici dell’Amministrazione: il moderatore della serata è stato il presidente del consiglio comunale Augusto Airoldi mentre il sindaco Luciano Porro, i suoi assessori (Giuseppe Nigro, Giuseppe Campilongo, Valeria Valioni, Mario Santo) e molti consiglieri di maggioranza e minoranza (soprattutto Pd e Lega Nord) sono rimasti nel pubblico
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Commenti
sono sempre commosso dalla sensibilità che anima i commenti di quelli che dovrebbero essere i miei concittadini
secondo me , da varie esperienze in passato , nessuno fa niente per niente , giusta l’idea del commissariato di polizia ( volendo il comune potrebbe trovare accordi con chi di dovere ) oppure invece di ( praticamente) demolire il vecchio macello per poi ristrutturare si poteva rilevare lo stabile ex bnl e magari utilizzarlo anche per vari uffici (asl , ufficio primo impego che il comune paga l’affitto , ecc. ecc. )
Come tutti sappiamo questo diventerà un nuovo centro di raccolta per balordi, spacciatori, vagabondi, ecc. ben vengano croce rossa ed associazioni, ma facciamo di tutto per impedirgli di fare mensa, docce e dormitorio, iniziativa privata o nò.
Una città come Saronno deve avere servizi e più ce ne saranno più varrà anche casa nostra.
Già perderemo il giudice di pace costringendo i saronnesi e non solo ad andare a Gallarate..Busto..
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Di sicuro “la casa della solidarietà” non aumenta i servizi a disposizione di Saronno, tantomeno il valore delle nostre case !
forse non avete capito che la Casa della Solidarietà è una iniziativa privata, e l’incontro tra i protestanti e la proprietà esula dalle competenze del comune. L’ing.Volontè, per quanto bravo, non può aprire un commissariato di Polizia.
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Benissimo, ma l’ing. Volonte può evitare di aprire una casa della solidarietà visti tutti i problemi che già abbiamo a Saronno.
Sono fin troppi così, non ne vogliamo altri. -
..si appunto privata!! Visto che dalla pubblica amministrazione (Porro e C.) non ci si può aspettare nulla di questo!
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Vai Saronnese, avanti così con questi commenti senza alcun senso!
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Perchè al posto della “casa della solidarietà” non facciamo un bel Commissariato di Polizia ?
Vista la situazione sarebbe più utile !
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Scherzi?
sirene continue = inquinamento acustico continuo
i frequentatori sono solo gente che ha bisogno oppure farabutti
i parcheggi per gli agenti e per i numerosi cittadini che andranno lì?
I recenti fatti di cronaca (tagliagomme, lanciabottiglie, risse varie, aggressione al bar di fronte alla stazione ecc) non bastano per capire che la priorità deve essere la sicurezza e che abbiamo già evidenti criticità su questo punto ?!?
ma è normale che il sindaco e la sua giunta siano tra il pubblico e non spiaccichino una parola ? – non è normale ma ormai i saronnesi ci hanno fatto il callo
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Caro er retico, questo era un incontro tra parti private (cittadini e eurojersey) per discutere di un intervento privato (di eurojersey). L’amministrazione ha assistito all’incontro perché ovviamente attenta al tema, ma quello che aveva da dire, lo ha già detto durante l’ultimo consiglio comunale (ricordiamoci che se questa amministrazione non avesse deciso di ascoltare i cittadini dell’aquilone a quest’ora il progetto sarebbe già stato attuato dalla fondazione senza alcun confronto) e ancora parlerà al prossimo consiglio.
Fortunatamente, i cittadini dell’Aquilone sono più informati di Lei, quindi hanno indirizzato le loro domande a chi doveva rispondere (il privato) e non all’amministrazione.
Questi sono i fatti, le chiacchere stanno a zero.
Poi, se Lei vuole continuare con ogni suo intervento su questo sito a criticare l’amministrazione sempre e comunque, faccia pure: così, però, ne va della Sua credibilità, mi creda. -
Beh, per lo meno, c’erano (non lo avrei dato per scontato)…
Detto questo, si potrà cominciare a parlare di solidarietà (dei cittadini, nella fattispecie, residenti del quartiere) quando, dall’altro verso, verrà offerta altrattanta sicurezza (in questo contesto ma, anche, in generale).
No vi prego no, anche questa no, se avete dubbi su cosa diventerà il quartiere vi prego fatevi un giro a Milano in orario pasti presso qualsiasi mensa della Caritas, a fronte di quattro persone veramente bisognose di aiuto, un esercito di balordi ubriachi che dorme e bivacca negli angoli per tutto il giorno, capace di prendere in ostaggio un intero quartiere.
Lasciamo perdere e rendiamoci conto finalmente che in Italia non siamo capaci di organizzare e poi soprattutto gestire questi interventi in modo decoroso per TUTTI e nel tutti è inclusa anche il resto della cittadinanza, non solo chi usa la mensa.