Convegno a Gerenzano: “Celiachia, mettere a punto un vaccino”
GERENZANO – La nuova frontiera della ricerca sulla celiachia è arrivare a mettere a punto un vaccino o comunque soluzioni diverse rispetto alla dieta senza glutine, che ancor oggi rappresenta il rimedio più efficace. La malattia celiaca, gli studi fatti, il punto della situazione sulla ricerca, sulle cure e le prospettive delle terapie alternative alla dieta senza glutine. Sono questi i temi affrontati nel convegno “Celiachia oggi Giornata sulla celiachia”, tenutosi ieri mattina al bioparco di via Lepetit a Gerenzano.
In apertura di lavori il presidente della fondazione Istituto insubrico di ricerca per la vita, Angelo Carenzi, ha ricordato che i laboratori del centro di Gerenzano, gestito appunto dalla fondazione, rappresentano un punto di riferimento nazionale e internazionale per quanto riguarda il morbo celiaco:”È bene ricordare che da anni il nostro centro ha intrapreso un programma di ricerca di un enzima in grado di metabolizzare gli spezzoni tossici del glutine e rendere possibile l’introduzione nella dita di un paziente celiaco anche cibi quali la pizza o il pane. Il convegno rientra tra i nostri compiti di promozione e diffusione della cultura medico scientifica. L’argomento poi è strettamente legato all’alimentazione, uno dei temi cardine di Expo”.
La giornata di studi ha fornito una visione aggiornata sugli aspetti clinici, patogenitici e diagnostici della malattia celiaca e grazie agli interventi dei relatori si è potuto delineare un quadro prospettico delle possibili terapie alternative alla dieta senza glutine. E proprio sulle nuove terapie e prospettive anche in campo pediatrico si è concentrata la seconda parte della mattinata. Umberto Volta, professore del Dipartimento scienze mediche e chirurgiche della Università di Bologna nel suo intervento ha spiegato che “in questo momento la dieta senza glutine resta la cura più efficace per contrastare il morbo celiaco. È però vero che la scienza sta portando avanti una serie di tentativi per trovare un’alternativa. Penso alla pillola in grado di ridurre il glutine in piccoli fermenti così da renderlo non tossico per lo stomaco del paziente, o a un farmaco in grado di bloccare l’azione nociva del glutine a livello intestinale. La grande speranza poi è quella di mettere a punto un vaccino, che potrebbe rappresentare la soluzione definitiva. Per arrivare a questo però occorrono ancora anni di ricerca”.
La Celiachia e le patologie correlate sono in costante aumento a livello mondiale. Si sta, infatti, assistendo a un allargamento del problema anche nei paesi emergenti, come ad esempio Cina e India, dove i regimi alimentari si stanno velocemente modificando. Una crescita questa che interessa anche soggetti in età pediatrica: “Un bambino celiaco può e deve condurre una vita normale, può mangiare nelle mense scolastiche e condividere momenti di festa con i propri coetanei – ha spiegato Silvia Salvatore, ricercatore all’Università dell’Insubria – Certo deve fare un po’ di attenzione a tavola, in quanto la dieta senza glutine resta la soluzione cardine. È anche vero però che abbiamo tecniche diagnostiche molto precise e che ci permettono di riconoscere e individuare molto presto la malattia”. La giornata di studio è stata promossa e organizzata dalla fondazione, con il patrocinio di Regione Lombardia e Università degli Studi dell’Insubria.
(foto archivio)
13112014