FdI: “Serve un sindaco coraggioso che eviti a Saronno di diventare come Milano”
SARONNO – E’ Alfonso Indelicato, il coordinatore cittadino, a rispondere alle domande dello speciale de IlSaronno per Fratelli d’Italia.
Abbiamo fatto tre domande, semplici e molto aperte, a tutti i gruppi consiliare per fare un bilancio dell’anno appena passato e iniziare a guardare a quello che arriverà.
1. bilancio dell’anno appena trascorso e degli ultimi 5 anni di Amministrazione ed opposizione
2. identikit del candidato sindaco ideale
3. le tre priorità della città di Saronno
1. Sono stato testimone soltanto degli ultimi due anni e mezzo della vita saronnese, essendomi trasferito qui dal marzo 2012.
Venivo da Milano, cioè dalle cure amorose dell’Amministrazione Pisapia: quanto di più ideologizzato esista nelle amministrazioni delle grandi città italiane. E’ chiaro che mi sono messo subito a fare dei confronti, e così, pur trovando la qualità della vita qui a Saronno migliore di quella milanese (ci voleva poco…), mi sono reso conto assai presto che Milano, in qualche modo, esercitava un’attrazione, o quanto meno faceva da modello. Ora, a parte il fatto che Saronno ha una sua specificità storica e culturale che va salvaguardata e valorizzata, il fatto è che Milano è una città oramai fuori controllo. Provate a viverci, infatti, se non siete una persona molto ricca trincerata in un quartiere “bene” o se non siete un soggetto che vive di espedienti. Tasse sulla casa, fra le più alte d’Italia; servizi, idem (biglietto ATM aumentato da subito del 50 % e a breve, per festeggiare EXPO, del 70); sicurezza come di seguito: interi quartieri abbandonati alla delinquenza che elegge i suoi fortilizi nei caseggiati Aler e nei campi nomadi che si sono moltiplicati esponenzialmente, accattoni molesti dappertutto, un’immigrazione illegale che si accampa e occupa manu militari strade e piazze (caso più recente: piazza delle Rimembranze di Lambrate, dove gli anziani pagano il pizzo ai rom per potersi sedere sulle panchine), centri sociali che occupano stabili interi e, quando la Polizia li caccia (se ci riesce), ne occupano subito un altro, legati all’amministrazione da un vincolo ambiguo fatto di strizzatine d’occhio, coccole, mugugni e recriminazioni da innamorati delusi; una viabilità che è contrassegnata da una serie di trappole micidiali (rilevatori di velocità collocati apposta sulle vie di grande scorrimento e autorità preposte che stabiliscono le “quote” delle contravvenzioni da staccare zona per zona, zone a traffico limitato sempre più estese con conseguente danno del commercio e chiusura multipla di imprese, parcheggi a pagamento anche nelle zone più periferiche).
Ma, penserà il cortese lettore, ti si chiede di parlare di Saronno, e tu parli di Milano? Io parlo di Milano, ma se il cortese lettore di sopra mi ha seguito con un po’ di attenzione, avrà intravisto in filigrana nella mia descrizione il profilo del nostro simbolo cittadino, l’austero e bellissimo Santuario. E’ Saronno, già ora, una piccola Milano? Forse ancora no (per fortuna), forse la metamorfosi non è ancora avvenuta del tutto. Però se a questa Amministrazione di sinistra ne seguirà un‘ altra dello stesso colore, temo che la differenza fra Saronno e il capoluogo lombardo risiederà solo nelle dimensioni: la strada, ahimè, è già tracciata. Ma confido che la Ciocchina vegliante dalla sua colonna di granito, e che alle ultime elezioni si era un po’ distratta, questa volta non lo permetterà.
2. Scriveva un poeta greco vissuto nel VI secolo: “Non amo un condottiero alto, che se ne sta a gambe larghe/fiero dei suoi riccioli e ben rasato./Uno basso ne voglio, con le gambe storte/ ma ben saldo sui piedi, e pieno di coraggio.
Cosa possono suggerirci queste parole, per rispondere alla domanda de: ilSaronno? Evidentemente, il nostro sindaco non dovrà essere un vanesio taglia-nastri, un decorativo presenzialista (alla De Magistris per capirci). Non dovranno avere importanza né l’aspetto (ma questo era scontato) né l’età. La diatriba fra la saggezza dell’anziano e l’entusiasmo del giovane mi è indifferente: ci sono sindaci giovani bravi e stimati (come il veronese Flavio Tosi) e sindaci altrettanto bravi ma attempati (come il salernitano De Luca in pista verso i Settanta). Dunque lasciamo da parte presenza e anagrafe e veniamo al coraggio di cui parla il poeta. E’ chiaro che ci vorrà fermezza per invertire la tendenza che si è fin qui delineata. Non mi interessa e non intendo attribuire responsabilità a persone, ma è chiaro che Saronno ha vissuto una deriva di un certo tipo. Il perpetuo bivacco di certi personaggi in zone ben note della città, i quali chiaramente non provvedono a se stessi in modo onesto, è stato reso possibile dall’acquiescenza delle autorità cittadine, dall’indisponibilità a predisporre ed attuare quella serie continuativa di controlli che avrebbe reso loro difficile perpetuare attività illecite, suggerendogli di trasferirsi (e trasferirle) altrove. Nei confronti del centro sociale cittadino l’atteggiamento non è stato fermo e non è stato uniforme: dalla maggioranza partivano segnali contrastanti, e mi fermo qui. Il commercio è in grave difficoltà, e non si è tentata neppure in via sperimentale una cura ricostituente che doveva necessariamente comporsi di uno snellimento delle procedure burocratiche connesse all’attività e, soprattutto, di una rivisitazione delle zone a traffico limitato, da rendere percorribili almeno in certe aree e in certi orari per favorire l’accesso ai negozi. Ora a Saronno, dopo le 20, c’è il coprifuoco: se la nostra città non fosse infinitamente più bella, sembrerebbe di trovarsi a Phnom Penh all’epoca del “socialismo agrario” dei Khmer rossi, quando la popolazione era stata evacuata nelle campagne.
Ora, è chiaro che tutto questo non nasce per caso. C’è un’ideologia, c’è un disegno, c’è quanto meno quello che con odioso anglicismo si chiama trend: saprà, il nuovo sindaco, opporsi a tutto questo? Ben sostenuto da una maggioranza compatta, Invertire la tendenza? Sfidare, col coraggio di cui parlava Archiloco, i luoghi comuni politicamente corretti? Resistere alle critiche, che verosimilmente si trasformeranno in attacchi personali, quando non in calunnie? O preferirà dedicarsi al pavido cerchiobottismo, navigare a vista, esitare e battere in ritirata ad ogni digrignare di denti in consiglio e ad ogni schiamazzo di piazza, inseguendo il compromesso con l’opposizione? In questo caso – alzo la voce solo per un momento, poi torno ai miei toni abituali – egli non sarà o non sarà più il sindaco di FdI, anche se lo fosse stato in prima battuta.
3. Le questioni principali sul tappeto le ho indicate di sopra, pur nell’ambito di un discorso generale. Quello che vorrei aggiungere è che non sono tanto dei “punti” separati l’uno dall’altro, ma ambiti che si implicano a vicenda, in un rapporto di circolarità.
Mi spiego. La sicurezza in città è un valore in se stessa, ma si riflette poi anche su tutte le attività lavorative, prevalentemente su quelle affacciate sulla strada. Queste ultime, a loro volta, richiamano persone, che sono un deterrente della criminalità, la quale preferisce agire in una città desertificata. Una viabilità agile e comoda e favorita da opportuni parcheggi, che non penalizzi gli automobilisti in nome del fondamentalismo ecologististico-biciclettaro, favorisce il commercio, quindi la sicurezza, quindi tutto il sistema urbano (anche, naturalmente, negli altri settori: servizi sociali, cultura). E’ insomma un circolo virtuoso che bisogna attivare, in luogo di quello vizioso che sta accompagnando Saronno in una sempre più evidente decadenza ammantata di belle parole. Lo attiveremo, se i saronnesi ci daranno il consenso, dopo le elezioni di maggio.
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Commenti
Comunque chi c’è come amministrazione a Milano??? Quanto ancora dobbiamo farci prendere in giro! E perché?
Serve un sindaco coraggioso si… Ma che non sia di destra né di sinistra e nemmeno lega nord. Anno già dato questi partiti e fatto diventare Saronno come oggi la vediamo… Giudicate voi.
Sono pienamente d’accordo, perché credetemi, milano, fa veramente schifo.
Dare consenso a FDI è alquanto improbabile
magari facendo diventare saronno come roma ai tempi di alemanno