Giudice di pace, Nigro: “Si chiude una storia plurisecolare, non è colpa di Porro”
2 Febbraio 2015
SARONNO – Chiamato ad esprimere la propria posizione sulla vicenda della chiusura del servizio del giudice di pace l’assessore alla Sicurezza Giuseppe Nigro parte da un excursus storico tentando, affrontando i temi della riforma, di dare un contesto più ampio alla chiusura del palazzo di Giustizia saronnese.
Nigro, rimarca l’assenza di responsabilità del sindaco Luciano Porro e della sua Amministrazione, ma va oltre parlando dell’aspetto migliore di questa vicenda “il tentativo di un nucleo di enti locali di fare fronte comune per mantenere un servizio sul territorio”. L’assessore ipotizza anche la creazione di un’unione comunale (come la legge consente) del Saronnese
Ecco il testo integrale
“E’ stata chiesta la mia opinione sulla vicenda giudice di pace. Volentieri rispondo. Con l’ultima seduta del giudice di pace di venerdì scorso termina la storia, durata quasi 200 anni, dell’amministrazione della giustizia in città, iniziata il 4 febbraio del 1818, quando durante la dominazione austriaca furono riorganizzati i distretti giudiziari del Lombardo – Veneto e in provincia di Milano, oltre alle due preture urbane, ne furono aperte 8 foresi, fra cui per l’appunto quella di Saronno. Si chiude una storia plurisecolare, non per responsabilità del Sindaco Porro, come si è voluto far credere, ma perché siamo in presenza di una riforma della giustizia in Italia con la chiusura di molti tribunali e gli annessi uffici del giudice di pace di cui si era in attesa da tempo. La vicenda saronnese va inserita in questo contesto, altrimenti si perdono di vista i veri contorni del problema e le ingiurie del “leghismo” di ritorno non servono a capire quanto accaduto.
E’ una buona riforma della giustizia quella che ha voluto rivedere la presenza delle sedi territoriali dei tribunali e dei giudici di pace? L’accentramento amministrativo della giustizia in Lombardia è stato fatto con razionalità? I cittadini da questa riforma vedranno diminuire i tempi di attesa dei processi? Ci sarà una “giustizia più giusta”? I servizi del tribunale di Busto Arsizio e il nuovo ufficio centrale del giudice di pace saranno più efficienti o meno efficienti? Ebbene, queste domande mi pare siano comparse poco nel dibattito.
La partita sulla sede del giudice di pace, non poteva che finire com’è finita. Man mano che il Ministero di Grazia e Giustizia ha chiarito (e originariamente non lo aveva fatto) che le spese di gestione e di personale dell’ufficio del giudice di pace sarebbero state tutte a carico dell’ente locale, senza alcun trasferimento di risorse dello stato, la generosa decisione iniziale dell’Amministrazione di Saronno e di alcune vicine (Caronno P., Cislago, Gerenzano) si è rivelata economicamente non sostenibile. Pochi sono e saranno i comuni in Italia, stante la situazione attuale di ripartizione delle risorse fra centro e periferia che potranno farsi carico di funzioni non proprie. Questo è quanto accaduto! Tutto il resto è polemica politica inevitabile, ma priva di un fondamento reale.
Una riflessione mi pare valga la pena fare sulla vicenda. Come amministratore ritengo che il tentativo di un nucleo di enti locali di fare fronte comune per mantenere un servizio sul territorio è stata la parte migliore di questa esperienza. È un esempio di quello che i comuni dovrebbero fare in futuro. Se i comuni del Saronnese vorranno garantire servizi adeguati ai cittadini, e nel contempo utilizzare al meglio le risorse (economiche e professionali) di cui dispongono, dovranno mettere in comune le loro esperienze. Sono convinto che nel rispetto delle autonomie municipali, bisognerà arrivare alla costituzione di una Unione comunale (come la legge consente) del Saronnese. Soltanto quando gli enti locali del Saronnese avranno una voce comune e si saranno dotati di uno strumento formale come l’Unione comunale che possa rappresentarli ci sarà uno strumento con massa critica adeguata per competere con territori vicini. Se prevarrà il campanilismo della classe dirigente locale, il Saronnese diventerà ostaggio delle decisioni centrali e ininfluente nell’ambito dei processi di riforma in corso. Il Saronnese è uno dei territori maggiormente antropizzato d’Italia e d’Europa e i suoi problemi si risolvono in una visione territoriale, non su scala municipale.
02022015
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Commenti
responsabilità ? questo mai ! siamo d’accordo !
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Responsabilità? sia mai…