Condanna Costa, la studentessa saronnese naufraga: “Pena troppo lieve”
SARONNO – “Non sono riuscita a seguire la lettura della sentenza perché sono molto impegnata tra tirocinio e università ma ho saputo della condanna. Penso che siano pochi gli anni che gli sono stati assegnati perché a differenza mia, c’è chi in questo momento, a causa sua, non può più parlare, c’è chi soffre ancora per le perdite causate da un suo stupido errore“.
E’ il commento a caldo di Sara Bassani, la studentessa che era presente sulla Costa Concordia il giorno del naufragio. Il 13 gennaio 2012 Sara, allora 16 enne iscritta al liceo Legnani, era sulla nave da crociera con una decina di famigliari tra cui la cugina 17enne Claudia Caimi.
Ecco il suo racconto della sua odissea fatto a caldo appena rientrata a Cogliate
“La crociera era un regalo di compleanno: è stato tutto bellissimo fino all’ultima sera quando è avvenuto l’urto con lo scoglio. Noi eravamo al ristorante: abbiamo sentito un botto e poi la nave si è inclinata, il cameriere ci ha detto di stare tranquilli ma hanno incominciato a volare piatti, bicchieri e sedie”. Facendosi strada tra i cocci Sara e la cugina Claudia arrivarono al ponte con le scialuppe dove indossarono i salvagente: “Ci ripetevano di stare tranquilli, che presto tutto si sarebbe risolto”. La situazione però era presto peggiorata ed era iniziata l’evacuazione: “Sulla scialuppa hanno fatto salire prima noi ragazzi. Il momento più preoccupante è stato quando hanno iniziato a calarla. Hanno avuto molti problemi tanto che la scialuppa ha oscillato parecchio prima di toccare l’acqua e abbiamo anche rischiato di essere colpiti da una carrucola”. Per la ragazza sono stati attimi tremendi: “Mi sono morsa le labbra fino a ferirmi ma non ho pianto, avevo paura di morire ma capivo che non aveva senso piangere, avrebbe solo peggiorato la situazione”. Nel suo racconto Sara, che oggi frequenta l’università, aveva sottolineato anche la attenzione dimostrato dai residenti dell’isola: “Sono stati gentilissimi ci hanno accolto dandoci giacche e lenzuola per coprirci. C’è stata tanta solidarietà ma non solo mancati atti di egoismo e di vero panico come le persone che si sono lanciate dalla nave in acqua o quelle che saltavano sulle scialuppe anche se in realtà erano già piene”.
Ecco alcune immagini della vacanza e del naufragio scattate dalla ragazza
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11022015
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Commenti
di crociere ne ho fatte 4 tutte con Costa….non posso parlare male di questa compqagnia, ma schettino (in minuscolo perchè non vale niente) dopo l’abbandono della nave e dopo aver causato trentadue vittime, parecchi disagi, avrenìbbe meritato qualcosa in piu di un Corona che non ha ammazzato nessuno.
Forse perchè l’arroganza napoletana vince sempre? è sempre piu una vergogna la giustizia italiana…..che schifo…..
si, i croceristi che navigano e vogliono l’inchino (a Capri, all’Elba, a Venezia) non si sentono minimamente responsabili neppure un pochino dal punto di vista morale.Molti salgono sulle navi aspettandosi tale manovra.Poi piangiamo sul latte versato
Ironia triste della sorte, io non sapevo neppure cosa fosse l’inchino, prima di questa tragedia…
considerando che in Italia, la pena di morte non c’e’, come minimo, dovevano farlo marcire in galera, per tutto il resto della sua vita. VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA