Il sindaco di Uboldo: “No alla cittadinanza per chi non sa neppure l’italiano”
UBOLDO – “Voglio ringraziare i tanti amici e cittadini che mi hanno fatto presente che quanto accaduto a Cairate tra sindaco e una cittadina straniera che doveva giurare per la cittadinanza italiana ha un precedente avvenuto ad Uboldo che è quello che vi ho raccontato qualche settimana fa attraverso i giornali. Non mi interessa avere il primato. Mi interessa che il messaggio sia passato”. A parlare Lorenzo Guzzetti, sindaco uboldese, riguardo alla scelta sua e del collega cairatese di non concedere la cittadinanza a stranieri che neppure sapevano l’italiano, come invece prevede la legge.
Magari il collega manco lo sapeva o magari lo aveva letto da qualche parte e ha trovato la forza e il coraggio di fare lo stesso gesto. Ma non è questo che mi interessa. Anzi, ho avuto il piacere di chattare con lui e devo dire che è una persona davvero in gamba con la quale ci siamo subito trovati in sintonia. Non è razzismo, questo. Non è voglia di esibizionismo. E’ semplicemente rispetto per lo Stato che rappresentiamo. E da questa cosa non retrocedo nemmeno un centimetro. L’ho fatto una volta e non è detto che non lo rifarò una seconda, una terza e tutte le volte che il mio essere in quel momento rappresentante dello Stato non mi richiederà di intervenire in tal senso. Avvocati o no. Moralizzatori o no.
03032015
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Commenti
Sono pienamente d’accordo con il sindaco di Uboldo. Complimenti.
Egr. Sig. Sindaco.
Io , anche se di ideologia politica diversa, la rispetto e la stimo per il suo operato e pa sua palesata voglia di “FACERE”. detto questo aggiungo che, indipendentemente dalle leggi italiane che rispetto ma che a volte non condivido, tropo lecito e logico che coloro i ai quali viene data la nostra cittadinanza debbano perlomeno sapesi relazonare con la lingua italiana.
Per aspera sic itur ad astra.
Guzzetti è pericoloso,litiga con tutti. Ora anche col Prefetto.
Se il problema è delle donne in stato di sottomissione sono certo che possano essere più tutelate una volta acquisita la cittadinanza italiana
Ci si scandalizza per la richiesta , giustissima, di dimostrare di sapere almeno la lingua del Paese dove si richiede la cittadinanza e nessun fiato sul vero problema , cioè che ci sono donne che non solo non parlano l’italiano pur essendo in Italia da anni, ma non hanno nessuna relazione sociale con italiani, non possono frequentare da sole luoghi pubblici, sono di fatto isolate e recluse nella loro casa e anche per prendere un appuntamento in ospedale sono costrette ad essere accompagnate dai mariti. Stiamo facendo grandi passi indietro ed è un’enorme e insopportabile vergogna per un Paese in cui le donne hanno conquistato a fatica
( e recentemente se si pensa che il reato di adulterio per le donne è stato cancellato nel 1965! ) i più elementari diritti .
Se questa presa di posizione di un Sindaco , ripeto assolutamente condivisibile, servisse almeno a farci aprire gli occhi , ben venga!grazie Guzzetti !
sono recluse qui come sono recluse nei rispettivi paesi di origine. e’ una questione di mentalita’ o arretratezza culturale, scelga Lei.
non c’entra nulla il diritto (?) alla cittadinanza.
Dal quel che so la legge prevede che l’ interessato sappia recitare il giuramento di fedeltà alla repubblica e alla costituzione non che sappia parlare italiano. Non che io sia più o meno d’accordo ma se si vuole fare un’analisi sulla legittimità e non sulla valenza politica del gesto da li bisognerebbe partire.
Beh, sarebbe utile che capisse cosa sta recitando…
Concordo sul fatto che sia necessario dimostrare la conoscenza della lingua del paese di cui si chiede la cittadinanza, cosa normalissima in tutto il mondo. Ma non concordo con queste continue e reiterate polemiche.
Buongiorno
Sindaco Guzzetti,
desidero esprimerLe la mia considerazione e stima per aver applicato la legittima legge che prevede , ovunque ,
che un individuo abbia diritto di chiedere la cittadinanza o la residenza solo dopo aver sostenuto un esame che provi che egli conosce abbastanza la lingua locale per poter vivere nel Paese che lo ospita , senza avere o creare difficoltà
È’ successo a me in Inghilterra ed a mio padre negli USA
Almeno questo, per cominciare , poi si dovrebbe far firmare un documento col quale egli si atterra’ alle leggi vigenti e secondo lo stile di vita consolidato , diversamente non può vivere con noi , in altre parole espulsione automatica .
Grazie
parla parla Guzzetti, ma non sa neppure le regole dle gioco, dilettante allo sbaraglio: pronto a essere richiamato dal Prefetto come il Sindaco di Cairate??? dilettanteeeeee