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Alex MaggioSARONNO – La scorsa settimana la procura di Busto Arsizio e quella generale hanno depositato il ricorso in Cassazione contro Alex Maggio, il 33enne che uccise a calci e pugni il 3 agosto 2014 la commerciante saronnese Maria Angela Granomelli.

Lo scorso 3 giugno i giudici di secondo grado avevano ridotto l’ergastolo inflitto dal gup Alessandro Chionna ad una pena di trent’anni: una decisione che aveva scatenato l’indignazione dei familiari e dell’intera città.

La vicenda è scolpita nella memoria di tutti i saronnesi: Alex Maggio era entrato nel negozio in un caldo pomeriggio d’estate fingendosi un distinto cliente a caccia di un regalo per la fidanzata. Dopo venti minuti di chiacchiere aveva preso un pesante portagioie aveva colpito la donna che era stramazzata a terra. Seguirono due minuti di calci e pugni. Prima di uscire dal negozio Maggio si era ripulito i vestiti ed aveva preso un po’ di gioielli. Con il bottino aveva pagato il noleggio dell’auto e era subito partito per una vacanza con la fidanzata. Arrivato in Puglia aveva vissuto dal mondo per tre settimane. Già perchè nel frattempo il suo volto ripreso dalle immagini della videoosrveglianza rimbalzava su giornali e tv e persino sui maxi camion vela che l’imprenditore Mirko Rosa faceva circolare nel Saronnese con la promessa di una ricompensa a chi fornisse informazioni utili alla cattura dell’assassino. Le indagini dei carabinieri però in meno di un mese arrivarono al termine ed il 28 agosto a Bollate Alex Maggio venne arrestato. Lui confessò subito ogni responsabilità pur parlando di un gesto improvviso che non si sa spiegare. Diversa la tesi dell’accusa che legge nella dinamica del delitto lucidità e determinazione che mal si accordano con la tesi di un raptus improvviso.

Per quanto riguarda l’iter giudiziario Alex Maggio ha scelto di avvalersi del rito abbreviato. In primo grado il gup Alessandro Chionna l’ha condannato all’ergastolo ma l’estate scorsa, parlando di una scorretta applicazione della recidiva, in secondo grado la pena è stata ridotta a trent’anni. Pur condividendo l’impianto accusatorio la corte d’appello arrivò ad un diverso conteggio della pena perchè i precedenti dell’imputato, uso illecito di carte di credito e appropriazione indebita, non avevano a che fare con con l’aggressione alla commerciante.

29092015