Scoperta una montagna di rifiuti al Parco Groane
CERIANO LAGHETTO – Una “montagna” di rifiuti nel Parco delle Groane: si tratta di materiale edile di scarto, che qualcuno non ha trovato di meglio che abbandonare nel bosco, sul territorio di Ceriano Laghetto.
Alla discarica abusiva, “scoperta” l’altro giorno, si è recato anche il sindaco cerianese, Dante Cattaneo, per un sopralluogo. Ora si procederà alle pulizie del caso. Amaro il commento del primo cittadino:”Il “regalo” del fine settimana di qualche farabutto: uno scarico di laterizi e macerie nei nostri boschi. Il peso di pochi imbecilli che ricade su tutta la comunità!” Proprio nei giorni scorsi nella vicina Cogliate c’era stata la mobilitazione di protezione civile e volontari per una iniziativa di pulizia straordinaria dell’area naturalistica, con il rinvenimento di ogni genere di rifiuto. E intanto, tornando al caso di Ceriano, sono in corso accertamenti per risalire ai responsabili dello scarico abusivo.
(foto: il sindaco Cattaneo alla discarica abusiva di laterizi)
03032016
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Commenti
Laudadio sei uno di quelli che a Introini la domenica mattina scorazza in mezzo ai campi?
Adoro gli interventi degli avvocatucoli da strapazzo che amano insinuare torbidi atteggiamenti e fare la morale agli altri. Ma io pago tutte le tasse che dio manda in terra, ho un comportamento civico irreprensibile, non devasto sgommando i giardini altrui- non ho nemmeno una moto – premurosamente separo i rifiuti urbani con scrupolo, consegno batterie esauste e aiuto le persone anziane ad attraversare la strada. E non ultimo, coltivo il senso dell’ umorismo che a Lei evidentemente difetta. Se il semplice commentare con ironia un fatto di cronaca mi pone allo stesso livello di chi scarica inerti e Le consegna di conseguenza la patente di moralizzatore della mia vita forse significa che e’ arrivato il momento che allenti la cravatta, evidentemente tropo stretta, e si rilassi.
Ammettiamolo, in fondo è proprio a questo che servono i boschi. Discarica naturale per materiali inerti e scarti industriali, deposito di lattine, latte di vernice, tegole rotte , bottiglie vuote e bidet rovinati.
Oppure sale d’aspetto per prostitute di colore in attesa dei loro clienti ( un attraversamento dei boschi di Tradate equivale ad un corso di laurea sull’anatomia femminile subsahariana ) , area di spaccio di droga e di traffici illeciti, luogo di abbandono per carcasse d’auto.
L’importante è che non vengano deturpati dai vandali del “ motocross abusivo” , quei demoni sono il vero male assoluto. Gente malefica che tiene liberi i sentieri e puliti i tagliafuoco , Dio ci salvi da questi terroristi e dai loro mostri con artigli di gomma e pance di benzina.
Ma si è mai chiesto perché nei parchi non si può e non si deve girare con moto da cross o auto? Perché il vero problema è proprio questo, lei come altri appassionati di questa disciplina purtroppo non conosce le cose, le ignora e quindi crede che sia tutto lecito e girare con moto da cross non sia poi chissà che danno e invece è proprio l’opposto. Per prima cosa, mettiamo pure i danni materiali, i sentieri, soprattutto quelli ciclopedonal, vengono risistemati spesso grazie ai fondi che derivano da bandi, quindi con soldi pubblici. Bastano due giorni di passaggi di moto per distruggerli e bruciare soldi che sono stati investiti per tutti. Al di là di questo aspetto meramente tecnico, c’è poi la componente più importante che purtroppo tutti ignorano. Un bosco, un campo, un’area verde non è un’entità vuota, non è spazio necessariamente creato dall’uomo in modo artificiale, è un’entità viva, è un ECOSISTEMA. Sa cosa significa? Che ci vivono tantissime specie di animali e anche piante, ed è questa la priorità. So che è difficile da capire, ma in un bosco la priorità deve andare ai suoi abitanti. Il motocross purtroppo non è compatibile, principalmente per un motivo il DISTURBO, il RUMORE. Il rumore è lesivo della vita naturale. Deve pensare che in bosco, normalmente silenzioso e poco frequentato, ci sono spesso animali che sopravvivono solo grazie a spazi selvatici, dove di fatto l’unico rumore è quello di altri animali. Ci sono specie che sono molto esigenti in fatto di rumore e difatti, nei nostri boschi, a causa della loro frammentazione (oggi una strada, domani dei capannoni, poi delle case, poi un’altra strada) e quindi della loro riduzione, oggi purtroppo o sono scomparse o stanno scomparendo. Ci sono altre specie che invece grazie all’azione di tutela del nostro ambiente e alla creazione quindi dei parchi, si stanno espandendo e stanno conquistando nuovi territori. Specie che trent’anni fa neanche ci sognavamo di poter nuovamente avere ma che oggi ci sono. So che sembra tutto astratto, ma sono cose importanti, perché alla fine del ciclo ci siamo noi e tutto ciò che facciamo all’ambiente ci torna indietro con gli interessi. Se ha l’occasione partecipi a una visita guidata con una guida naturalista, ne fanno alle Groane, le facevano al Parco del Lura, le fanno in tanti altri parchi. Vada a vedere perché, cosa vive nel bosco e quali sono le insidie e allora capirà. PRenda un libro, legga quali specie vivono, quali esigenze anno… le faccio due esempi. Il picchio nero, un grosso picchio di colore nero, vive in boschi maturi e silenziosi. FIno a trent’anni fa lo si trovava solo nelle grosse foreste alpine, ora come svernante e anche come nidificante si è avvicinato. E’ ormai presente al Parco Pineta, dove la tutela dei boschi ha consentito di riavere l’ambiente bosco, ma è stato avvistato anche più in basso, persino nelle Groane. Ecco il picchio nero vuole un ambiente poco disturbato, con poco rumore, mal si sposa la sua presenza con un continuo passare di moto da cross. Ma ci sono tanti altri esempi, come i rapaci, specie sempre in declino, considerando che si trovano all’apice della catena alimentare. Le poiane fortunatamente sono piuttosto comuni, ma pensiamo al falco pecchiaolo, un grosso rapace che si fa migliaia di chilometri di migrazione dall’Africa, sfuggendo, se ci riesce, alle persecuzioni dei fucili, anche qui da noi in Calabria o Sicilia, per venire a nidificare nei boschi delle Alpi, tra cui anche il parco delle Groane. Vuole habitat silenziosi, dove poter nidicare con tranquillità. O ancora l’astore o il rampichino… per non parlare poi degli anfibi. La salamandra pezzata sta scomparendo e sa perché, perché fa le uova nei piccoli ruscelli dei boschi, ma soffro molto sia l’inquinamento delle acque, sia il disturbo… non fa molte uova come le rane… e sa quanti danni fanno le moto da cross quando passano in un ruscello o una pozza credendo che non ci sia nulla? Invece a livello locale posso sterminare un’intera popolazione. Sono tutte cose che sembrano lontano o astratte, ma invece succedono veramente. Ne parli con qualcuno che se ne occupa, vada a vedere con quanta difficoltà si cerca di far sopravvivere le ultime salamandre in alcune zone dell’alto Parco del Lura, ad esempio e allora capirà perché il motocross è dannoso, mentre il passaggio a piedi o anche in bicicletta, comporta sì un disturbo, ma decisamente inferiore, a cui la fauna tutto sommato è riuscita anche ad abitursi. Ecco perché. Informarsi. Non ho nulla contro il motocross o il fuoristrada, ma ci sono spazi dove poter fare queste cose e questi non sono certo i parchi, dove invece la priorità è tutelare la fauna e la flora, come è giusto che sia. Quindi mi piacerebbe che nel nostro paese ci siano più controlli e più stangate per chi non rispetta le regole, perché non esiste al mondo che ogni volta che si va nel Parco del Rugareto o in altre zone qui intorno, ci siano decine di moto da cross. Vada in Svizzera, davvero, a provare cosa significa il controllo del territorio.
Gentile Laudadio,
un reato non punito non giustifica poterne fare un’altro.
I danni da “motocross abusivo” sono ben noti nelle zone boschive, ma forse è anche vero che finché non impennano e sgommano nel giardino di casa sua tutto va bene…
Nulla toglie alla gravità delle discariche abusive, ma giustificare sport o comportamenti oggettivamente pericolosi per il cittadino ed espressamente vietati dalla Legge in particolari aree è sempre sintomo di menefreghismo della “res publica” che pone Lei sullo stesso livello di chi scarica inerti in modo furtivo.