Vandali, censure, pressioni e polemiche: addio Dress-it?
SARONNO – Un progetto innovativo che i saronnesi hanno imparato a conoscere lasciandosi sorprendere, installazione dopo installazione, in angoli diversi della loro città. Questo da un anno è Dress it.
Dalla primaversa scorsa ciclicamente la città viene colorata e animata dai progetti del gruppo Dress it che partendo dall’idea di una saronnese ha coinvolto diverse realtà e associazioni accendendo i riflettori su diversi angoli di Saronno (la statua della Riconoscenza, corso Italia, la fontana di piazza Libertà, i portici di corso italia, il lungo Lura).
L’ultima opera del gruppo, realizzato sul cancello laterale di palazzo Visconti, ha suscitato però diverse prese di posizione ed anche qualche critica. Il riferimento va all’installazione creata in occasione dell’8 marzo che ha visto proporre alcune parti del corpo femminile (dal cuore alla bocca, dalla pancia alla vagina) trafitte da ferri da maglia. L’obiettivo era ispirare una riflessione sulla violenza sulle donne e chiedere la applicazione della legge 194/78.
Negli ultimi giorni però la parte bassa dell’installazione, quella con le parti intime, è stata eliminata. A spiegare l’accaduto è stata la stessa autrice che ha parlato di un vandalismo realizzato nottetempo (il primo nella storia delle installazioni del gruppo), della censura subita, di una chiamata dall’Amministrazione comunale, della sua scelta di eliminare la parte più controversa. “Non per autocensura – ha chiarito – l’ho ritrovata strappata e ho preferito toglierla. Sapevo di dare così un po’di sollievo a chi si è sentito offeso da quanto fatto, ma l’obiettivo non era affatto questo”.
Amara la conclusione della saronnese: “Non posso che rinunciare a Dress-it: grazie a chi ha collaborato e a chi apprezzato… almeno lo sforzo“.
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12032016
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Commenti
Non mi stupisco piu’ di nulla..abbiamo un presidente del consiglio che fa coprire statue rappresentanti nudi ..cioe’ svende la nostra arte e cultura al primo diversamente occidentale che passa..
che c’entra Renzi! Qui non si parla nemmeno di immigrati, ma di saronnesi d.o.c. bigotti. Compreso l’assessore alla cultura, che non è neppure saronnese. Pardon, ho parlato di cultura, il problema sta proprio qui.
L’idea di “saronno strapaese” così cara a questa giunta avanza.
Grazie a Dress it per quello che ha cercato e, speriamo, continuera a cercare di fare: una città, non un paese, più viva e colorata…
Non mollate.
Tu parli, se non ho capito male, di cultura che eleva, ma il massimo della cultura gradita a questa giunta è Sicilia a Saronno o la notte bianca. Magari esagerando con gli eventi culturali si potrebbe organizzare l’elezione di mister salamella e miss birra. Questa giunta, l’assessore alla cultura (con la c minuscola) e lo staff del sindaco (625.000 euro dei cittadini) non riesce ad andare più in la.
Bene, meno stracci in giro.
No Dress It non deve smettere di manifestare tramite le opere d’arte. La censura è figlia dell’ignoranza e l’ignoranza è la malattia del mondo più potente e più difficile da sconfiggere. Non bisogna mollare, o gli ignoranti avranno vinto!
All’ignoranza si risponde con l’azione. Continuate così! Non mollate!