Dal Pozzo: striscione contro la polizia, Daspo a un tifoso
SARONNO – Ancora un Daspo per un tifoso del Dal Pozzo, la squadra di calcio “popolare” nata l’anno scorso nella frazione fra Ceriano Laghetto e Saronno.
Passato dagli spalti al campo, da quest’anno è calciatore nella rosa dei gialloverdi, il ragazzo si è visto ora recapitare il Daspo, in relazione a fatti dell’ottobre 2015: per tre anni non potrà più entrare in nessun centro sportivo d’Italia e d’Europa, in un sol colpo sono finite sia la carriera di giocare che di tifoso. A spiegare l’accaduto, in un lungo comunicato, è l’organizzazione della tifoseria, la Masnada Dal Pozzo, che annuncia anche l’avvio di una raccolta fondi per pagargli l’avvocato e consentirgli di fare ricorso.”A distanza di mesi, dobbiamo di nuovo fare i conti con la stretta repressiva – si legge – La scorsa settimana è stato notificato l’ennesimo Daspo, della durata di 3 anni. Riferendosi ad un episodio avvenuto ad ottobre 2015 questa volta la diffida è andata a colpire un ragazzo che quest’estate ha deciso di abbandonare gli spalti per entrare a far parte della squadra. L’accusa mossa è quella di vilipendio alle forze armate, avendo trovato nello zaino del ragazzo, in seguito ad una perquisizione nella stazione vicina allo stadio, una pezza recante una scritta. Come se non bastasse negli stessi giorni un altro ragazzo si è visto notificare un decreto penale di condanna all’ammenda di 2500 euro”.
Prosegue il comunicato:”In precedenza, nell’ottobre 2015, a questo ragazzo era stato notificato il Daspo di un anno per vilipendio alle forze armate. Il motivo? Aver fatto dei cori contro le forze dell’ordine”. Per Masnada Dal Pozzo all’origine di tutto vi sarebbero questioni politiche:”Evidentemente dà fastidio l’esistenza di una realtà sportiva e di tifo come la nostra, totalmente autofinanziata ed autogestita, e quindi lontana dagli interessi economici che muovono il calcio moderno. Dà fastidio una curva che, nonostante la repressione e le intimidazioni subite fino ad oggi, continua a supportare i propri colori e i propri ideali con mentalità e coerenza. L’applicazione di misure come il Daspo, squalifiche e multe continue, mira ad indebolire un progetto che negli anni ha saputo aprirsi una breccia nel freddo territorio in cui viviamo, creandosi il proprio spazio di genuina aggregazione, condividendolo con chi sentiva la stessa esigenza. La risposta migliore a questo allucinante accanimento repressivo è aumentare ancora di più la partecipazione, riempire ogni domenica gli spalti, cantare anche per chi non può essere presente, per dimostrare che non ci fermeremo né ora né mai. Purtroppo però esiste anche il lato economico nella vicenda, il Daspo infatti è sempre accompagnato da una denuncia penale, denuncia da cui molto probabilmente partirà un processo. Abbiamo intenzione di contestare, mediante ricorso, questi Daspo, così come il decreto di condanna. Per affrontare questi processi e ricorsi si rende necessario il lavoro di un avvocato, di conseguenza partirà nelle prossime settimane una campagna benefit per racimolare il denaro necessario. Per chi fosse interessato a darci una mano anche da questo punto di vista mettiamo a disposizione l’Iban, IT06E0335901600100000136437, dove sarà possibile effettuare delle donazioni per aiutarci a sostenere le spese legali”.
In precedenza, nell’ottobre dell’anno scorso il Dal Pozzo disputava le gare interne al centro sportivo di Turate (adesso a Limbiate) c’erano già state 14 diffide nei confronti di altrettanti supporter, ulteriori due nel marzo 2016. Sia per imbrattamenti, accensione di fumogeni e cori contro le forze dell’ordine.
15102016
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Commenti
Uno di meno, molto bene