Bossi per il no: “Nemmeno Mussolini aveva osato tanto”
SARONNO – “Schiavi di Roma, mai!”. Così Umberto Bossi ha concluso il proprio intervento giovedì sera nella sala Bovindo di Villa Gianetti dove la sezione cittadina del Carroccio aveva organizzato un incontro sul no al referendum.
Presenti il sindaco Alessandro Fagioli, l’assessore regionale Francesca Brianza e il segretario cittadino Davide Borghi anche se in sala c’era davvero tutto il gotha della Lega saronnese.
Il senatore non ci è andato leggero ed ha iniziato ancor prima di sedersi al tavolo dei relatori. Ha suonato qualche nota allo storico pianoforte della sala del Bovindo ed ha detto “la riforma è stonata come questo intermezzo”. E via con un applauso che ha scaldato la platea e il pubblico che non ha lesinato applausi durante l’intervento di Bossi che invece di parlare dei dati tecnici ha preferito puntare sui suoi cavalli di battaglia declinati in base all’attualità “hanno centrato di imporre il centralismo, messo lì Renzi per ammazzare il Nord”.
Bossi ha ricordato ai fedelissimi riuniti come se dovesse vincere il si “la Lombardia non potrà più fare legge su discipline di propria competenza come fa oggi, dovrà limitarsi ad applicare quelle decise a Roma”. E non è mancata la chiosa “Nemmeno Mussolini aveva mai osato tanto”.
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12112016
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Commenti
<Beati voi che vi state mettendo nella bara con le vostre stesse braccia.
Grande Umberto! !!!
Schiavi di Roma mai, ma lui adesso fa il mantenuto della politica romana!!!!!!!
Ridicolo!!!!!!!!!!!!
La solerte redazione de IlSaronno ha fatto “saltare” un mio commento in cui accennavo alla penetrazione della ‘ndrangheta in Lombardia nel totale silenzio dell’allora Ministro dell’Interno leghista Roberto Maroni. Forse anche per IlSaronno la ‘ndrangheta in Lombardia non esiste e il problema della Lombardia è….il traffico.
A l’è a mo’ in gir chel li’?
Certo che sintetizzare un incontro di due ore con tre frasi…
Bossi ha ragione. Alla faccia del Federalismo, dei costi standard e delle imposizioni comunali e regionali. Ogni regione passi solo il 25% delle imposte pagate da aziende e persone fisiche allo stato federale e compartecipi percentualmente al rientro del debito pubblico, punto.
Il centralismo con un uomo solo al comando ed eletti designati dai partiti e non dalle preferenze assomiglia al ventennio, altro che PD liberale.
Il cantante Donato,ovviamente, è in grado di percepire le sue note stonate. Parlare della Costituzione mi sembra fuor di luogo, da parte sua, che a suo tempo si prodigato con frasi oltraggiose alla Bandiera Italiana e che oltretutto è in continuo conflitto, verbale, con l’articolo 5 che recita…. l’Italia è una indivisibile.
Ma voi cosa avevate “osato” in vent’anni a Roma con Berlusconi?