Ubriaco in stazione, arriva l’ambulanza
SARONNO – Croce rossa in piazza Cadorna: l’intervento di una ambulanza della sezione cittadina della Cri non è passato inosservato, sabato sera poco dopo le 22. A richiedere l’invio di soccorsi erano stati poco prima alcuni passanti, che avevano notato un uomo che barcollava ed era in evidente difficoltà.
I volontari della Croce rossa lo hanno ben presto individuato ed hanno anche rapidamente compreso l’origine del problema, aveva decisamente bevuto troppo. Cinquantatre anni, il paziente è stato giudicato vittima di uno stato di “intossicazione etilica” e la decisione è stata infine quella di caricarlo sull’autolettiga e di trasferirlo per ulteriori accertamenti al pronto soccorso dell’ospedale di piazza Borella, dove è stato possibile anche sottoporlo alle terapie del caso. Non è apparso in gravi condizioni, è stato trattenuto in ospedale unicamente per smaltire la sbornia del sabato sera.
(nella foto archivio l’ambulanza ferma davanti alla stazione ferroviaria di Saronno centro per un intervento notturno)
28012017
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Commenti
Tre gradi di giudizio, il TAR, la Consulta, condoni , depenalizzazioni. No, la legge del pendolo è scivolata troppo troppo verso il garantismo-buonismo. Chiamatelo populismo ma occorre riportare il pendolo verso aree di maggiore rigore,perchè non è giustificabile trovare consolazione ai propri problemi nelle dipendenze e poi essere la società a subirne le conseguenze. Penso ad esempio agli zingari che confessano di rubare ma si giustificano dicendo che sono emarginati.
Donato
Secondo me non è questione di essere buonisti o non esserlo.
Oltretutto, i danni a cui si faceva riferimento in merito al sistema sanitario non sono paragonabili ai danni derivati dal commettere un reato.In ogni caso, anche se non sono d’accordo con la soluzione proposta da Anonimo, si può riflettere su tutto e cercare soluzioni alternative, ma bisogna stare attenti ad usare man forte in certi casi: come dicevamo prima si passa dal “condannare” chi si ubriaca insieme a chi “non fa movimento” perché, a fronte di un ragionamento, si scopre che alla base di un eventuale patologia c’è il non aver mantenuto quello che per l’OMS è uno stile di vita sano e sicuro.
Certo che considerare sempre in primis l’argomento “SPESE” è davvero grave piccineria!
Si considera l’argomento spese perchè sono risorse che si potrebbero investire per poter permettere alle persone che non hanno comportamenti autolesionistici di poter accedere a servizi sanitari più reattivi e efficienti!!
Mi raccomando continuiamo a sprecare risorse per questi idioti!!!
Forse sarebbe più maturo ed opportuno indagare sull’origine del problema piuttosto che appellare queste persone “idioti” e lavarsene le mani.
Oltretutto, noi non possiamo conosceremo la storia delle persone che ci circondano, che sia l’uomo dell’articolo o chiunque altro, per cui sentenziare e dar aria alla bocca è inopportuno.
Ognuno ha diritto di essere soccorso.Visto che tu sei così tanto intelligente quale mai potrebbe essere un motivo valido per arrivare all’intossicazione etilica??? Il discorso vale sia per questo fenomeno che per i ragazzini o i giovani che non sanno far altro che andare in giro a bere!!!!
Comunque, non sto dicendo che esista una motivazione valida o “giustificatrice” per arrivare ad un’intossicazione etilica, bensì sto dicendo che è un dato di fatto che spesso le persone riversino i propri disagi nelle dipendenze e questa non è una mia opinione! Purtroppo quando si arriva al limite (ed è un limite soggettivo) a volte l’unica soluzione, che soluzione non è, è sfogarsi sulle dipendenze.
Se tu non hai mai sentito storie di disagio di questo tipo, non hai mai visto delle persone abbandonarsi a questi comportamenti, non hai mai assistito a incontri di informazione sulle dipendenze e relative storie (e chi ha forza d’animo e volontà ne esce), beh…Sono “felice” per te.Ho usato del sarcasmo ma sono d’accordo con Alice. Inoltre vorrei far notare che, spesso, il soccorso viene effettuato da volontari e credo che a queste persone importi poco il motivo per cui stai male. Ti soccorrono, punto e basta.
A livello morale, dopo un intervento per motivi “autolesionistici (o quasi)”, si dovrebbe fare una piccola donazione o dedicare delle ore di volontariato per compensazione.
Sono certo, però, che gli integerrimi, sanissimi e rigidissimi commentatori di questa pagina troveranno qualche buon argomento per smentirmi.Io non vivo di certo una situazione idilliaca anzi esattamente il contrario però non bevo, non mi drogo e non fumo semplicemente cerco di sopportare meglio che posso la mia situazione… di certo cedendo alle dipendenze non si migliora la propria situazione ma la si può soltanto peggiorare!!!!
Soccorso: un diritto che comporya spese per la collettivitá e a volte come in questi cssi dovrebbero essere risarcite fall’interessato che si è procurato intenzionalmente lo stato prr cui ha richiesto soccorso.
vale anche per chi fuma, mangia male, non fa movimento?? se è così sono d’accordo
E, a pensarci bene, varrebbe anche per chi lavora tanto, chi dorme poche ore al giorno, chi sforza eccessivamente il proprio fisico…
Seguendo il tuo ragionamento, dovrebbe valere per ogni persona che non segue uno stile di vita sano e sicuro, sotto ogni aspetto.
Ma ripeto: io non sono d’accordo.
Tuttavia, si tratta di un’opinione personale. Come Qadmon, se la vuoi pensare differentemente da me, sei giustamente libero di farlo.
dunque se mi viene un infarto perchè mi sono ingozzato dal Mac per una vita posso essere soccorso? Gratis?!
Io credo di sì, ma questa è una mia opinione, sei libero di pensare altrimenti.
Sul risarcimento si potrebbe riflettere, anche se personalmente non sono daccordo.
Il fatto è che ponendo che chi “se la cerca” dovrebbe risarcire le spese, si rischierebbe di aprire un vaso di Pandora. A quel punto, tra i tanti, bisognerebbe chiedere il risarcimento anche ai fumatori/ex fumatori che presentano problemi respiratori o cardiocircolatori, oppure alle persone sovrappeso/sottopeso che presentano patologie connesse a questa condizione, qualora sia causata da uno stile di vita non sano, o ancora a quelle persone che si procurano un danno fisico consciamente o che fanno un’attività per la quale il rischio di avere un incidente è alto (penso a chi fa sci fuori pista o chi si getta in mare nonostante il mare molto mosso), o che commettono con leggerezza atti quali attraversare i binari invece che usare il sottopassaggio.
In conclusione, anche volendo ammettere che è vero che molti “se la cercano”, sarebbe difficile stabilire un metodo di valutazione oggettivo per giudicare questi casi.Oltretutto, ma forse questo è un problema marginale, come si potrebbe quantificare il risarcimento? E se la persona soccorsa non è in grado di provvedere a pagare il risarcimento?