In sei anni nasconde al fisco 5 milioni di euro: avvocato nei guai
SARONNO – Un avvocato, titolare di uno studio ben avviato e con una vasta platea di clienti, grazie anche a specifici ruoli rivestiti in alcune società a lui direttamente riconducibili e avvalendosi anche delle strette attività di un suo fidato “collaboratore”, è riuscito ad accumulare dal 2010 al 2016 redditi pari a circa cinque milioni di euro, sottraendoli a qualsiasi forma di imposizione fiscale.
LE INDAGINI
Attraverso un’articolata e complessa indagine di polizia giudiziaria e tributaria, che ha permesso di raccogliere numerosi documenti ed evidenti prove dell’evasione fiscale perpetrata, i finanzieri della Compagnia di Saronno hanno scoperto la frode fiscale posta in essere dal professionista, che spaziava dall’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, all’occultamento dei rilevanti compensi riscossi dalla clientela, non dichiarati al fisco ed emersi a seguito di una capillare ricostruzione del giro d’affari operata attraverso lo strumento delle indagini finanziarie, che ha permesso di individuare anche assegni ed incassi non transitati nella contabilità ufficiale.
GLI ILLECITI
L’avvocato nell’ambito della professione forense esercitata, eseguiva consulenza a clienti imprenditori in situazioni di profonda crisi economico-finanziaria e con la promessa di operazioni di risanamento aziendale, è riuscito a far affidare la gestione di talune delle società in odore di default a persone di sua fiducia, nella maggior parte dei casi al suo “collaboratore”, affinché costoro, attraverso articolate operazioni appositamente progettate e simulate con la formazione di atti sociali stipulati ad hoc, assicurassero significative e svariate entrate finanziarie al professionista, sotto forma di consulenze e operazioni societarie strutturate, riferite a cessioni di quote ed altro, che non venivano denunciate al fisco.
DENUNCIA E SEQUESTRO DEI BENI
A seguito del quadro indiziario raccolto, le Fiamme Gialle hanno deferito all’autorità giudiziaria il professionista e il suo “collaboratore” per frode fiscale e per reati societari, chiedendo anche il sequestro di beni immobili per le condotte fraudolente. Si tratta della “confisca per equivalente”, che consente di aggredire il patrimonio dei trasgressori delle violazioni tributarie penalmente rilevanti, per un valore corrispondente al profitto tratto dall’evasione fiscale corrispondente all’imposta evasa.
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04042017
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Commenti
Vorrei chiedere all’amministrazione comunale il motivo di togliere le panchine di Corso Italia invece di aggiungerne di più x tutte le persone che circolano e vorrebbero sedersi come anziani e donne incinta
ahahah e anche in un articolo così riuscite a nominare i marocchini, albanesi, zingari… ahahahahah
che pochezza
Articolo inutile
In Italia la Giustizia é una roulette, l’esito di un processo (sempre che non vada in prescrizione) è spesso casuale, dipende da giudice a giudice.
In pratica la Giustizia è fatta solo per chi è colpevole, non per gli innocenti.
Uno innocente ha solo da perdere se va in tribunale, al più gli riconoscono che é innocente; uno che é colpevole, invece, ha buone chances di farla franca o di cavarsela con poco.
Se sei marocchino o tunisino o zingaro sei intoccabile (mi riferisco ai criminali, non a tutti i marocchini/tunisini …)
Se sei una persona per bene che rispetti le regole allora devi stare doppiamente attento, ti fanno le pulci su tutto, tanto non sei uno che va a rigare le macchine o minacciare avvocati o giudici o i loro familiari, sei una persona per bene e non lo farai mai.
Gli unici che rischiano e ci mettono la faccia per quattro soldi sono le forze dell’ordine a cui dobbiamo dire sempre grazie.
Nello specifico caso dell’avvocato, qualora fosse anche giudicato colpevole, é talmente di casa negli ambienti giudiziari che, con qualsiasi cavillo burocratico, potrebbe fare causa a chi ha fatto il suo nome e fargli pagare ben più dei soldi che costui avrebbe sottratto al fisco (uso il condizionale per non avere grane).
Bene fa questa testata a non fare il nome perché un giudice é capace di chiedere un risarcimento milionario ad un giornalista che guadagna mille euro al mese e far pagare una sanzione di duemila euro con tre mesi con la condizionale (quindi neanche un giorno di galera) all’avvocato che avrebbe sottratto milioni di euro al fisco.
In questo caso, è una notizia riportata da tutti i giornali, compresi La Repubblica e Il Corriere della Sera. Nessuno ha pubblicato il nome dell’avvocato. Ci sarà una ragione? Boh…
risorsa saronnese ….
RISORSE!!!!
Articolo, come al solito, senza spina dorsale, classico di questo blog.
Mai nomi mai cognomi, solo congetture assolutamente inutili.
Ma del resto, come dice il proverbio, si dice il peccato ma mai il peccatore
un caso in cui l’anonimato non tutela gli onesti avvocati e chi di loro ha purtroppo bisogno
ma mettere il nome di codesto galantuomo?
o forse si ha paura di una causa per negativa pubblicità?
ma è informazione questa?
allora evitiamo di pubblicare l’articolo, no?
Perché tutelare il nome del truffatore e non dei cittadini/clienti? I furbi si salvano sempre ….
fanno sempre cosí….é un classico
No name no party!
nome – cognome – soprannome e foto di questo azzeccagarbugli ladrone!!!
Cognome?
nomi e cognomi
Ma mettere nome e cognome MAI?!