I dazi di Trump fanno discutere anche i politici locali: no di Lara Comi e Librandi
SARONNO – I dazi che il presidente statunitense Donald Trump vorrebbe introdurre per le merci europee fanno discutere anche i politici locali. Lara Comi, europarlamentare saronnese di Forza Italia, ha chiesto un parere anche al popolo del web, tramite la propria pagina Facebook, commentando:”Io mi auguro che sia solamente un battuta scherzosa. Se invece così non fosse, il Governo non deve cedere a simili ricatti. Il nostro “Made in Italy” va difeso senza esitazioni perché la qualità non può avere barriere. Un aspetto che sottolineerò nella mia prossima visita a Washington”.
Il parlamentare del gruppo “Civici e innovatori”, Gianfranco Librandi di Saronno, dicendosi decisamente contrario ai dazi, ne trae uno spunto per andare all’attacco del proprio “nemico”, politicamente parlando, Matteo Salvini della Lega Nord:”Adesso Salvini li introdurrà anche in Padania? Per quel che mi riguarda, non mangio più hamburger”.
(foto: Lara Comi in occasione di una visita ufficiale negli Stati Uniti d’America)
05042017
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Commenti
non leggo neanche e non so di cosa si parli,, ma se comi e librandi dicono di no per me e’ un SI deciso e convinto
Ma le lampadine dove le producono?
Ha ridato i soldi ???
I dazi e non solo (ad esempio le quote o la reciprocità commerciale) servono a difendere le PMI locali o nazionali dall’invasione di prodotti stranieri.
Il motivo principale sta nel difendere le imprese locali che pagano tasse, prezzo della manodopera ed operano in un mercato a kilometri quasi zero portando posti di lavoro e benessere al territorio da multinazionali o imprese che ricevono grosdi contributi statali dagli stati in cui producono o che sfruttano manodopera a basso costo di stati poverissimi.
Gli USA tenendo apertissimo il loro mercato hanno accumulato un debito percentuale pari, se non superiore, a quello Italiano e quindi sarebbero in bancarotta se non avessero una potenza militare con cui difendere il loro territorio dagli stati esteri che detengono il loro debito e che ne volessero rientrare.
USA ed Europa sono quasi pari come stipendi e qualità delle merci. Tranne in agricoltura dove l’Europa è giustamente protezionistica (usando come leva la qualità e ritenendola una attività strategica, no OGM, no carne da allevamenti intensivi e con antibiotici).
Il raggiungimento dell’autosostentamento dovrebbe essere un punto di arrivo. L’Italia se lo metta in testa, non potrà continuare a sperare di esportare merci che altri stati possono produrre facilmente da soli ma dovrà “inventarsi” qualcosa di nuovo ed attrattivo oltre alla giusta difesa dei marchi di qualità