Airoldi: “Decreto Minniti? Mi sarei aspettato qualche distinguo in più”
SARONNO – Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Augusto Airoldi, ex presidente del consiglio comunale in merito al Decreto Minniti.
“Il Decreto Minniti sull’immigrazione? Rischia di essere una sorta di “legge speciale”, la prima in Italia. Perché, a ben vedere, quello che prevede per i richiedenti asilo, lo Stato Italiano non lo fece neppure con le Brigate Rosse negli anni di piombo. A nessuna “categoria” di persone, ancorché condannate in primo grado, la Repubblica nata dalla resistenza al nazifascismo, ha mai negato tutti i gradi di giudizio previsti dall’ordinamento.
Oggi l’accertamento dello status di richiedente asilo può richiedere anche 2 anni e questa è una delle tante storture del nostro sistema giudiziario, sicuramente da superare tanto per la sicurezza degli italiani quanto per il rispetto degli stessi richiedenti asilo. Un obiettivo al quale, il decreto Minniti, dice di voler mirare. Bene, quindi le risorse aggiuntive di uomini e mezzi previste dal decreto, così come la riduzione delle dimensioni dei nuovi Centri Permanenti per il Rimpatrio che porteranno (finalmente!) alla chiusura dei Cie.
Ma abolire il secondo grado di giudizio, disegnare un modello processuale ad hoc basato sul cosiddetto “rito camerale” che, se si conclude “con decreto che rigetta il ricorso”, è ricorribile esclusivamente in Cassazione, significa contraddire la non discriminazione davanti alla legge garantita dall’art. 3 della Costituzione. E creare, a mio avviso, un precedente assai pericoloso: oggi sono i richiedenti asilo a vedersi sottratto una possibilità di avere giustizia, e domani? Chi o cosa ci garantisce che il medesimo trattamento non potrebbe essere riservato a ciascuno di noi?
Come ricorda il vecchio adagio, la storia insegna che quando i mezzi vengono giustificati dai fini, si sa da dove si inizia, ma non come si finisce: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Dissento da chi afferma che il decreto Minniti «è un approccio pragmatico al fenomeno, che coniuga diritti e rispetto delle regole». E condivido tale dissenso con le associazioni che di migranti si occupano da tempo, ad iniziare da Arci, Acli, Centro Astalli, Fondazione Migrantes, Medici senza frontiere. Con loro condivido la Proposta di legge di iniziativa popolare “Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari” (https://goo.gl/s7f45a).
Non mi aspetto che questa riflessione riscuota consenso generalizzato, anche se non mi dispiacerebbe. Ma su temi di questa natura è bene confrontarsi senza conformarsi a populismi vecchi e nuovi. Qualche distinguo in più me lo sarei aspettato dai parlamentari del mio partito, che mi sembrano, invece, dormire sonni tranquilli”.
16042017
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Commenti
ma dai , sembra che viviate su un altro pianeta e che i numeri del Viminale non li leggiate!
Caro Augusto ma con che soldi fai l’accoglienza? stando al tuo ragionamento dovremmo accogliere tutti. e se domani gli sbarchi decuplicassero, ci pensate tu e qualche vescovo ad accoglierli?
Servono regole certe a partire dalla prima: chi è senza permesso se ne torna a casa.
e poi la seconda: non vogliamo navi che vadano a fare recuperi a 50 miglia dalle coste libiche.
Mi è bastato questo intervento per avere un brivido lungo la schiena che mi ricordasse gli anni in cui il PD guidava Saronno…
Ricordiamo al sig. Airoldi che trattasi di persone entrate illegalmente in Italia molti senza documenti e che molto spesso non saranno riconosciuti come profughi, ma semplicemente come immigrati irregolari a cui si darà in mano un foglio con su scritto: “Decreto di espulsione” che bontà loro dovrebbero autoEseguire.
Non siamo ridicoli.
Tutte le nazioni se non hai i documenti ti riaccompagnano al confine da cui sei entrato e da quella nazione potrai fare richiesta e seguire il tuo processo. Quindi, l’Italia li dovrebbe lasciare sulle navi non Italiane (anche di frontex) che li accompagnano nei nostri porti o li dovrebbe riaccompagnare sulle spiagge della Libia, poi da li i signori potrebbero fare la loro richiesta ed aspettare anche il terzo grado di giudizio.
Forse Airoldi ricorda come fu gestita l’immigrazione incontrollata degli Albanesi in Puglia che furono prima raccolti nello stadio e poi rimpatriati con treni speciali, le leggi di Andreotti erano le stesse di oggi eppure nessuno, nemmeno il PCI si opposero.
Airoldi ha forse ragione, ma forse una voce coerente dal PD aiuterebbe a non disorientare gli elettori.
Messaggi contraddittori alimentano l’emorragia di consenso del PD.
“Oggi l’accertamento dello status di richiedente asilo può richiedere anche 2 anni e questa è una delle tante storture del nostro sistema giudiziario”
L’accertamento non dipende esclusivamente dallo stato italiano, ma richiede risposta dagli stati di provenienza.
In moltissimi casi gli altri stati non rispondono, spesso il migrante fornisce false generalità cui non può certo seguire una risposta.
Il problema è complesso: cerchiamo di non addossare colpe al nostro sistema giudiziario quando non ne ha.
Per il quieto vivere si tende ad estremizzare: accogliamo o non accogliamo tutti, muri o niente confini, colpa loro o colpa nostra.
Abbiamo necessità di essere inquieti: solo così potremmo davvero vedere, a mente sgombra, i reali problemi cercando di dar loro soluzione.