Morti sospette in pronto soccorso: chiuse le indagini
SARONNO – Lo scorso fine settimana il pubblico ministero Maria Cristina Ria ha chiuso le indagini sulla tranche principale dell’operazione “Angeli e demoni” che avviata dalla compagnia dei carabinieri di Saronno ha indagato sui casi di morti sospette all’interno del pronto soccorso arrivando, dopo 2 anni di indagini, all’arresto di Leonardo Cazzaniga, viceprimario e dell’infermiera Laura Taroni. Le persone coinvolte oltre ai due amanti, il primario Nicola Scoppetta attualmente ai domicialiari, il direttore sanitario Roberto Cosentina ed altri dieci indagati potranno chiederedi essere ascoltati dal pubblico ministero e poi partiranno le richieste di rinvio a giudizio. L’udienza preliminare potrebbe arrivare entro l’estate.
AVVIO
Tutto è iniziato nel giugno 2014 quando un’infermiera si è rivolta ai militari saronnesi in seguito alle minacce ricevute da Cazzaniga parlando anche delle morti sospette. Del resto nel 2013 era già stata istituita in ospedale una commissione interna per valutare alcuni casi del medico ed era stata presentata anche denuncia per una somministrazione sospetta di farmaci al marito della donna.
LE MORTI SOSPETTE IN OSPEDALE
I carabinieri hanno analizzato tutti i casi seguiti da Cazzaniga. Sono state valutate le cartelle da parte di esperti incaricati dalla Procura. Secondo l’accusa il medico avrebbe somministrato dosi letali di farmaci per via endovenosa, in sovradosaggio e in rapida successione. Cazzaniga annotava nelle cartelle i farmaci somministrati ed anche le dosi. Nello specifico per il “protocollo Cazzaniga” (come il medico chiamava il sovradosaggio) prevedeva l’uso di clorpromazina, medazolam, morfina, propofol e promazina.
I CASI
Al momento le accuse riguardano la morte di Giuseppe Vergani, Luigia Lattuada, Antonino Isgrò e Angelo Lauria. Compresa in questo filone anche la morte di Massimo Guerra, marito di Laura Taroni, che si è spento il 30 giugno 2013 all’età di 45 anni. Secondo l’accusa la moglie gli avrebbe fatto crede che aveva il diabete ma in realtà gli somministrava dei farmaci che poi avrebbero ne avrebbero provocato anche la morte. La vicenda è stata ricostruita anche attraverso le cartelle mediche in cui risultavano falsi ricoveri dell’uomo (per giustificare la somministrazione dei farmaci) e veri accessi. Non a caso tra i reati contestati alle persone coinvolte anche la falsificazione di referti.
ANCORA INDAGINI APERTE
Sono ancora in corso invece le indagini sull’omicidio della mamma di Laura, Maria Rita Clerici e del suocero Luciano Guerra. Secondo indiscrezioni ci sarebbero ancora quaranta cartelle cliniche al vaglio delle forze dell’ordine.
24052017