La rivincita del torrente Lura, sono tornate le anatre. In massa
SARONNO – “Invasione” di anatre nel torrente Lura: negli ultimi giorni la secca delle scorse settimane è stata seguita da una costante presenza d’acqua, magari non sempre moltissima, e subito sono tornati i pesciolini ed anche, tantissime, le anatre, visibili spesso anche dai ponticelli sul torrente nella zona più centrale di Saronno, quella di via Roma o di via Marconi all’incrocio con via Filippo Reina.
Un bello spettacolo, una simile “vitalità” della natura, soprattutto per chi si ricorda il Lura ancora una quindicina di anni fa, ridotto ad una sorta di fogna a cielo aperto o poco meglio. Gli sforzi dell’allora sindaco Pierluigi Gilli e di Alberto Paleardi, già membro del consiglio di amministrazione del consorzio del Parco del Lura, hanno nel corso del tempo portato a bloccare tutti gli scarichi abusivi e ad ottenere il massimo anche dagli impianti di depurazione, e finalmente le acque del torrente sono ritornate trasparenti.
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27092017
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Commenti
L’acqua è pulita perché non arriva da nord Saronno, ma dai tombini e le varie perdite …
A me sembra più anitre che acqua !
Bello parlare delle cose che non si sanno….le anatre si fermano in ogni specchio d’acqua la caccia non centra nulla….fenomeni
VEro è che gli anatidi si fermano in quasi ogni specchio d’acqua, in particolare il Germano reale, ma altrettanto vero è che per fermarsi veramente richiedono particolari caratteristiche. Visto che è così informato dovrebbe sapere che il tratto saronnese del Lura, ovvero un torrente con pochissimi centimetri d’acqua e con una vita organica minima, oltre che totalmente privo di piante acquatiche non è l’habitat ideale per i germani, quindi oltre a una breve sosta per riposarsi, in genere se ne vanno rapidamente.
L’attività venatoria in forma vagante praticata nel Parco Lura non è rivolta soprattutto agli anatidi, ovviamente, ma alla selvaggina pronto caccia liberata per l’occasione (quindi parliamo principalmente di fagiani e a volte anche starne, animali allevati in voliera e liberati spesso il venerdì, giorno di silenzio venatorio, per poi essere uccisi nel WE dai tesserati). La presenza di cani da caccia, nonché gli spari sono comunque un elemento di forte disturbo per la fauna che tende quindi a spostarsi e concentrarsi spesso in ambito urbano, dove di fatto sa di non correre pericoli. Quindi la caccia è invece responsabile. Ho fatto tantissimi censimenti di acquatici e le assicuro che nelle aree dove è tuttora possibile cacciare, la presenza di uccelli in genere è notevolmente ridotta rispetto ad aree precluse a questa attività, perché anche se non direttamente oggetto dell’attività di sparo, sono comunque fortemente stressate e nervose.
Per lo stesso motivo, capita di trovare anatidi di specie piuttosto elusive o comunque poco diffuse in laghetti urbani e di cava durante il periodo invernale, zone normalmente precluse a qualsiasi attività venatoria e pertanto ritenute più tranquille da anatidi in migrazione o svernamento.
Come vede, ci sono persone informate. E non abbiamo detto nulla di errato. Fenomeno analogo si verificava sull’Olona, quando ancora si poteva sparare sulle sponde del fiume (e ci vuole un gran coraggio a sparare ad anatidi che si nutrono in torrenti con elevati valori di inquinamento talvolta ancora presenti come Olona e Lura).È apprezzabile la sua anima da verde
…ma le assicuro che non è come dice lei…vede più volatili in giro solo perché in agricoltura si stanno usando diserbanti e trattamenti più selettivi perciò meno invasivi…ovvio con l’aumento degli esemplari tendono ad avvicinarsi alle città anche perché nella nostra zona la caccia è esercitata da tre persone….Che si usino trattamenti più selettivi e meno invasivi concordo, ma non vedo cosa c’entri con il mio intervento che era legato alle abitudini di una specie molto specifica.
Ci sono più volatili per tutta una serie di fattori, uno l’ha citato (anche se si usano ancora disseccanti con troppa leggerezza), un altro è la maggiore tutela del territorio (ci sono più parchi), un altro è la riduzione del disturbo e della pressione venatoria. Resta però ancora molto basso il numero potenziale di alcune specie che in Italia non raggiungono popolazioni paragonabili ad altre aree proprio per tutta una serie di problematiche. Con una maggiore tutela, l’abbandonono definitivo di forme di caccia ormai inutili e dannose e un’agricoltura sempre più integrata nell’ambiente, si potranno ottenere anche risultati migliori.Mi perdoni ma li vede solo lei tutti questi cacciatori nelle nostre zone, come dice l’anonimo che la precede è solo un aumento di presenze dato da altri fattori che esulano dalla caccia, anche perché se avessero paura dell’uomo non si avvicinerebbero così tanto….
Si dovrebbe precisare nell’articolo che da domenica 17 settembre è ufficialmente aperta la caccia. Per istinto di sopravvivenza quindi le anatre si sono spostate dove le doppiette non sparano: tutto il resto da Gilli a Paleardi è pura “demagogia” compreso il colore delle acque trasparenti e degli scarichi che ancora ci sono e ben visibili lungo tutto il corso del torrente.
Le anatre arrivano in città perché almeno lì non gli sparano.
Solo in Italia creiamo parchi naturali ma non vietiamo di cacciare all’interno degli stessi, in un controsenso unico.
Dimostrazione di come non ci si debba rassegnare alla comoda abitudine delle “cose che non vanno”.